Il dente cariato curato 14mila anni fa

È stato scoperto analizzando uno scheletro del paleolitico ritrovato vicino a Belluno, e può dirci diverse cose sulle abitudini dell'epoca

di Sarah Kaplan – Washington Post

In uno studio pubblicato agli inizi di luglio sulla rivista Scientific Reports alcuni scienziati hanno esaminato la prima traccia al mondo di un intervento dentistico per curare una carie. Un gruppo di scienziati – perlopiù italiani e tedeschi – ha esaminato un molare che risale circa al 12.000 avanti Cristo, scoprendo striature e scheggiature. Analizzando il dente, si è scoperto che i segni sul dente sono riconducibili all’utilizzo di una pietra appuntita, che è stata usata per rintracciare e grattare via l’area cariata. Il fatto che l’area scheggiata sia completamente logora fa pensare al fatto che il proprietario del dente fosse ancora vivo al momento dell’operazione – e che anzi ne fosse dolorosamente conscio, dato che non esisteva ancora l’anestesia locale.

Lo scheletro del proprietario del dente, appartenente a un maschio di 25 anni, è stato scoperto sotto una roccia in un paese vicino a Belluno, in Italia, nel 1988. Nessuno, però, si era accorto che i buchi presenti in uno dei molari dell’uomo potessero avere a che fare con qualcosa di più che una brutta carie.

dente(Il dente cariato ritrovato vicino a Belluno, risalente a circa 12mila anni fa)

Secondo Stefano Benazzi, un paleoantropologo dell’Università di Bologna, la traccia più antica di un’operazione odontoiatrica finora conosciuta era di cinquemila anni successiva al molare in questione. In realtà, ancora oggi, l’operazione non è molto diversa da quella effettuata nel Paleolitico: il dentista tuttora “estrae” la parte marcia di un dente, con la differenza che lo fa con un trapano piuttosto che con un pezzo di pietra. I denti curati, però, non venivano probabilmente riempiti con nessuna sostanza almeno fino a circa 4500 a.C., secondo uno studio del 2012: risale infatti a quell’età un dente ritrovato in Slovenia e riempito di cera d’api.

Beanti e i suoi colleghi ritengono che l’intervento sul molare ritrovato nel 1988 sia l’evoluzione più antica di una pratica molto diffusa nel Paleolitico: l’utilizzo degli stuzzicadenti, ritrovati in numerosi scavi archeologici risalenti a quell’epoca. La nuova scoperta, però, dice molto anche sullo stile di vita degli uomini del Paleolitico: Benazzi ha spiegato che fino a poco fa si ipotizzava che la diffusione delle carie fosse legata all’invenzione dell’agricoltura – e quindi all’introduzione di cibi ricchi di carboidrati – avvenuta solamente nel Neolitico, diversi secoli dopo la morte del proprietario del molare. La nuova scoperta indica invece che la dieta degli uomini stava iniziando a includere cibi ricchi di carboidrati ancora prima che l’agricoltura venisse scoperta.

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