Matteo Renzi: «In questo momento l’Egitto può essere salvato soltanto dalla leadership di al Sisi»

In un'intervista di qualche giorno fa con al Jazeera, Renzi ha ribadito l'alleanza dell'Italia con il controverso e contestato regime egiziano

(AP Photo/Alessandra Tarantino)
(AP Photo/Alessandra Tarantino)

Mercoledì 8 luglio il presidente del Consiglio Matteo Renzi ha dato un’intervista a Barbara Serra, giornalista della redazione londinese di al Jazeera. Renzi ha parlato soprattutto della situazione in Grecia e di come non possa immaginare «un’Europa senza Grecia». Si è parlato anche di immigrazione e di rapporti con gli altri paesi del Mediterraneo. In particolare, Serra ha domandato a Renzi un’opinione sul presidente egiziano Abdel Fattah al Sisi. Renzi ha risposto:

«In questo momento l’Egitto può essere salvato soltanto dalla leadership di al Sisi, questa è la mia opinione personale. Sono orgoglioso della nostra amicizia e lo aiuterò a proseguire nella direzione della pace perché il Mediterraneo senza Egitto sarà senza dubbio un posto senza pace»

Al Sisi ha preso il potere in Egitto nell’estate del 2013 dove aver deposto con un colpo di stato militare Mohamed Morsi, il primo presidente eletto democraticamente nella storia dell’Egitto. Dopo aver rovesciato il governo Morsi, al Sisi ha iniziato una durissima campagna repressiva contro i Fratelli Musulmani, l’organizzazione politico religiosa che appoggiava Morsi. Centinaia di persone sono state uccise dall’esercito egiziano nel corso di molti scontri con i sostenitori dei Fratelli Musulmani. Centinaia di membri dell’organizzazione, tra cui lo stesso Morsi, sono in carcere in attesa di processo o sono già stati condannati a morte. Nel maggio del 2014 Al Sisi è stato eletto presidente dell’Egitto con il 96 per cento dei voti. Il governo di al Sisi è stato molto criticato anche per aver arrestato o minacciato molti giornalisti, anche appartenenti a testate straniere. Diversi giornalisti si trovano tuttora in prigione nel paese.

L’intervista è stata data due giorni prima che il consolato italiano al Cairo venisse colpito da una bomba rivendicata dall’ISIS (o Stato Islamico). In queste settimane l’esercito egiziano è impegnato in duri scontri con alcuni gruppi islamisti affiliati all’ISIS che si trovano nella penisola del Sinai. Decine tra soldati e miliziani sono stati uccisi la scorsa settimana. Non è ancora chiara del tutto la natura dell’ultima rivendicazione dell’ISIS riguardo la bomba al consolato italiano al Cairo: nel suo comunicato di rivendicazione, l’ISIS non cita la Provincia del Sinai, ovvero l’unico gruppo conosciuto operante in Egitto che è affiliato allo Stato Islamico.