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  • Sabato 4 luglio 2015

Cosa è successo sabato in Grecia

I sondaggi danno il "sì" e il "no" alla pari, Varoufakis ha definito i creditori "terroristi" e le banche greche sono nei guai: notizie e foto alla vigilia del referendum

Atene, Grecia. (Kay Nietfeld/picture-alliance/dpa/AP Images)
Atene, Grecia. (Kay Nietfeld/picture-alliance/dpa/AP Images)

Domenica 5 luglio si vota in Grecia per il referendum sull’accordo con i creditori internazionali. Chi voterà “sì” (“nai” in greco) accetta l’ultima proposta fatta dai creditori in cambio di un nuovo prestito. Chi voterà no (“oxi”) la respinge. Gli ultimi sondaggi diffusi venerdì parlano di un sostanziale pareggio tra “no” e “sì”. I seggi chiuderanno alle 19 e non ci saranno exit poll. I primi risultati preliminari saranno pubblicati intorno alle 21- 21:30. Ieri i sostenitori delle due opzioni hanno organizzato manifestazioni ad Atene e nel resto dell Grecia a cui hanno partecipato decine di migliaia di persone. Il governo greco guidato da Alexis Tsipras ha fatto campagna per il “no” sostenendo che respingere l’accordo significa poter tornare a negoziare con l’Europa da una posizione di forza. Secondo l’opposizione, una vittoria del “no” interromperebbe definitivamente i negoziati e costringerebbe la Grecia a uscire dall’euro. In ogni caso il futuro della Grecia in entrambi gli scenari è molto incerto.

Una delle situazioni più preoccupanti per la Grecia è quella delle banche, che hanno liquidità sufficiente per continuare a operare fino a lunedì sera, cioè poche ore prima della riapertura prevista per martedì prossimo. Le banche greche, infatti, sono chiuse da lunedì e i prelievi ai bancomat sono limitati a 60 euro giornalieri. Se in seguito a una vittoria del “no” la BCE dovesse decidere di interrompere la procedura di emergenza con cui assiste le banche greche (ELA), ci sarebbe un grosso rischio di un fallimento generale del settore. Per fronteggiare questo scenario, secondo il Financial Times, il governo greco ha preparato un piano durissimo che prevede un prelievo del 30 per cento da tutti i depositi superiori agli ottomila euro con cui ricapitalizzare le banche. Il ministro delle finanze greco Yanis Varoufakis ha smentito l’esistenza di un simile piano. Varoufakis ha fatto molto parlare di sé nel corso della giornata anche per un’intervista data al quotidiano spagnolo El Mundo in cui ha definito i creditori della Grecia “terroristi” e dove ha detto che un fallimento della Grecia costerà all’Europa mille miliardi.