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  • Venerdì 19 giugno 2015

Johnny Depp e le notizie false

Il sito di People, una delle più accurate testate sulle celebrities, di recente ha preso una cantonata grossa e istruttiva

di Paul Farhi – Washington Post

Johnny Depp, Los Angeles, gennaio 2015. 
(Dan Steinberg/Invision/AP Images)
Johnny Depp, Los Angeles, gennaio 2015. (Dan Steinberg/Invision/AP Images)

La rivista People ha appena ricevuto una lezione sui limiti della velocità nell’era di internet, e l’ha ricevuta nientemeno che da Johnny Depp.

Qualche settimana fa la rivista, a lungo considerata una della più affidabili tra quelle che si occupano di celebrità, persone famose o quasi famose, ha pubblicato sul suo sito un pettegolezzo succoso ma senza fonte: Johnny Depp aveva abbandonato il suo ultimo film, Pirati dei Caraibi 5, per andare in una clinica per disintossicarsi dall’abuso di alcol. La redazione online di People ha probabilmente scovato la notizia in uno degli angoli più remoti di internet, e poi l’ha pubblicata.

Non è stata una buona idea.

Dopo le proteste dei legali di Depp, People ha ammesso di non poter verificare quell’informazione. Martin Singer, l’avvocato di Depp, ha detto che l’attore non ha lasciato il set per un problema legato all’alcol: «L’unica riabilitazione che ha fatto è quella alla mano» (si era fatto male, come aveva detto in una precedente intervista).

La storia falsa su Depp non è solo inaccurata e potenzialmente diffamatoria ma ha anche risvolti legali e finanziari: i produttori cinematografici spendono grosse cifre per assicurare le riprese dei loro film contro le interruzioni, causate da malattie inaspettate o dall’abbandono prematuro di un protagonista. Rivelare un problema di dipendenza da droghe può portare una compagnia assicurativa ad alzare il costo dell’assicurazione e persino a rifiutarsi eventualmente di pagare la polizza.

People ha risposto limitandosi a togliere l’articolo dal sito. Poi ha trasformato la vicenda in qualcosa da cui imparare.

Quando la storia è venuta fuori, ai primi di maggio, la rivista ha organizzato una conference call “obbligatoria” per tutta la redazione. L’incontro è stato tenuto da Norman Pearlstine – il responsabile dei contenuti di Time Inc., la società che pubblica People — e puntava a ribadire uno dei capisaldi del giornalismo: “Non darai mai per vere notizie non verificate”.

Le organizzazioni editoriali si divincolano da anni tra il bisogno di pubblicare notizie il più rapidamente possibile e il lento processo necessario per verificarle. Nell’era di internet la fretta di arrivare primi sulla notizia – e raggiungere così un pubblico più vasto – ha portato spesso a pubblicarne di false o poco accurate. Gli errori possono anche avvenire attraverso l’aggregazione, la pratica di raccogliere contenuti da altre testate senza controllare il materiale, a volte persino senza attribuire la fonte.

Comunque l’episodio è stato un colpo per People, che vanta fonti altamente affidabili nel mondo delle celebrità, coltivate in gran parte grazie alla sua reputazione di accuratezza e cautela. Anche le volte in cui rivali come TMZ e Us magazine – colossi molto meno affidabili – ribaltavano internet con uno scoop appetitoso – che altri siti, privi di fonti, avrebbero almeno citato, giusto per non bucare del tutto la notizia – People ha aspettato ore o giorni prima di confermarlo attraverso le sue stesse fonti.

Adweek, rivista che si occupa di pubblicità e marketing, scrive che People ha assistito a un incredibile aumento di traffico online da quando ha aumentato il numero e la velocità degli articoli che pubblica. La strategia è stata in parte guidata da giornalisti assunti da poco e provenienti proprio da TMZ e dal britannico Daily Mail, due siti che ci vanno giù pesante con le notizie discutibili e l’aggregazione di articoli su personaggi famosi.

«È un approccio “scrivi più velocemente, telefona più velocemente”, quasi una questione di metabolismo», ha spiegato Will Lee, direttore della redazione online, ad Adweek. «Ci stiamo trasformando da una rivista a cadenza settimanale a una per cui “ogni secondo conta”».

La necessità di essere sempre più veloci ha destabilizzato più di qualcuno nelle redazioni dei giornali, per il timore che metta a rischio la reputazione della testata. «C’è una corsa pazza a contenuti, contenuti, contenuti», ha detto una dei giornalisti di People, che ha chiesto di restare anonima perché non è autorizzata a parlare per la rivista. Ha fatto notare che la storia di Depp era particolarmente insolita, dato che People solitamente evita di rivelare informazioni che i personaggi preferiscono tenere private, come l’orientamento sessuale o lo stato di salute. Per esempio People è stata piuttosto cauta nel raccontare la transizione di genere di Caitlyn Jenner nei mesi in cui i pettegolezzi sulla sua storia erano ovunque.

Sia Pearlstine che il direttore di People, Jess Cagle, non hanno commentato l’errore fatto su Johnny Depp, e lo stesso ha fatto la portavoce Marnie Perez: «Non parliamo dei processi editoriali», ha spiegato. Ha però aggiunto che «facciamo spesso riunioni sugli standard con cui riportare le notizie, perché per noi sono molto importanti».

©Washington Post 2015