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  • Sabato 13 giugno 2015

La bozza dell’Unione Europea sui migranti

L'ha pubblicata oggi l'ANSA: non si parla più di redistribuzione dei richiedenti asilo, soprattutto per l'opposizione di quasi tutti i grandi paesi europei

(ALBERTO PIZZOLI/AFP/Getty Images)
(ALBERTO PIZZOLI/AFP/Getty Images)

L’ANSA ha pubblicato una bozza del piano sull’immigrazione a cui la Commissione Europea sta lavorando e che sarà ufficialmente discusso dal Consiglio europeo, l’organo più importante dell’Unione. Il testo, anche se è solo una bozza, è utile per capire in quale direzione si stanno muovendo le istituzioni europee e soprattutto gli stati membri, quelli che alla fine dovranno approvare il piano. Il tema centrale della proposta è la redistribuzione per quote dei richiedenti asilo in tutta Europa. Al momento le leggi europee obbligano i migranti a fare richiesta di asilo nel primo paese europeo dove arrivano, il che significa spesso nei paesi di confine, come Italia, Spagna e Grecia. Il sistema di quote inizialmente proposto dalla Commissione prevedeva di calcolare le quote che spettavano a ogni paese ponderando insieme PIL, tasso di disoccupazione e numero di rifugiati già accolti. I governi di Regno Unito, Francia, Spagna, Germania e diversi paesi dell’Europa Orientale hanno già fatto sapere più o meno pubblicamente che si opporranno al piano.

Proprio per questo nella bozza mostrata all’ANSA il capitolo sui trasferimenti dei richiedenti asilo tra paesi dell’Unione è stato lasciato in bianco. Secondo le fonti consultate dall’ANSA, i funzionari della Commissione stanno aspettando i risultati del Consiglio degli Affari Interni, cioè la riunione di tutti i ministri dei paesi membri dell’Unione che si svolgerà lunedì 15 e martedì 16 giugno. Nella riunione si discuterà soprattutto di immigrazione e di richiedenti asilo e probabilmente saranno discusse la proposta della Commissione e il cosiddetto “piano B“, un piano alternativo che stanno formulando i paesi contrari alla redistribuzione per quote. È importante chiarire che le istituzioni propriamente “europee”, come la Commissione, sono favorevoli al sistema della redistribuzione e un portavoce della Commissione ha detto che questa parte del piano sarà “difesa fino all’ultima parola”. L’opposizione al piano arriva invece dai singoli stati membri, soprattutto da quelli che si troverebbero costretti ad accogliere un maggior numero di rifugiati rispetto a quelli che ospitano oggi. Saranno proprio gli stati membri, e non la Commissione, ad approvare definitivamente il piano. La decisione finale spetterà al parlamento europeo e al Consiglio dell’Unione Europea, dove siedono i ministri di tutti gli stati membri e si vota a maggioranza qualificata. Al momento sembra che gli stati favorevoli a una redistribuzione non abbiano i voti necessari a far passare il piano.

Nel documento visto dall’ANSA ci sono comunque molti altri punti piuttosto importanti. Il documento ad esempio include una clausola che obbliga gli stati che ricevono aiuti economici dall’Unione Europea ad accettare procedure accelerate di rimpatrio dei loro cittadini. La semplificazione delle procedure di rimpatrio per coloro che non hanno diritto all’asilo politico è un altro punto su cui insiste il documento della Commissione, insieme al potenziamento di Frontex, l’agenzia europea per la tutela dei confini. Si tratta però di punti secondari. Il ministro degli Esteri Paolo Gentiloni ha detto che i punti fondamentali per l’Italia sono la redistribuzione di almeno una parte dei migranti arrivati nel 2015 (i circa 40 mila arrivati tra Italia e Grecia dal 15 aprile) e un aumento nello stanziamento di fondi per gestire l’immigrazione ai paesi di confine.