• Mondo
  • Domenica 31 maggio 2015

Le pensioni agli ex-nazisti negli Stati Uniti

Almeno 130 sospettati di crimini di guerra hanno ricevuto un totale di 20 milioni di dollari, spesso in cambio della rinuncia alla cittadinanza americana

Il direttore dell’Agenzia per i servizi sociali degli Stati Uniti (l’equivalente della nostra INPS), ha detto che nel corso degli ultimi decenni più di 130 ex nazisti hanno ricevuto un totale di 20 milioni di dollari in pensioni e altri sussidi pagati dai contribuenti americani. L’agenzia dovrebbe pubblicare a breve un rapporto più approfondito sul caso, ma già ora si sa che almeno un quarto della cifra totale, più di 5 milioni di dollari, è stato dato a individui colpevoli di crimini di guerra o espulsi dagli Stati Uniti, mentre gli altri quindici sono stati elargiti a persone mai condannate, ma che comunque hanno aiutato il partito nazista negli anni dell’Olocausto.

Tra di loro ci sono diversi paramilitari delle SS addetti alla sorveglianza armata dei campi di concentramento, uno scienziato impiegato nel settore missilistico dove venivano utilizzati prigionieri di guerra ed ebrei come schiavi e un collaboratore non membro delle SS che però aiutò nell’organizzare l’arresto e l’uccisione di migliaia di ebrei in Polonia.

L’agenzia ha dovuto comunicare questi dati a causa della forte pressione alla quale era stata sottoposta pochi mesi fa da un’inchiesta di Associated Press. Nell’autunno del 2014 un gruppo di giornalisti dell’agenzia scoprì una serie di documento che mostravano come il dipartimento di Giustizia americano avesse fatto degli accordi con diversi criminali nazisti. Il dipartimento prometteva di utilizzare un cavillo legale per continuare a pagare le loro pensioni, ma gli ex nazisti in cambio avrebbero dovuto accettare di abbandonare il paese e rinunciare alla cittadinanza americana.

In questo modo il dipartimento di Giustizia si risparmiava i complessi processi agli ex-nazisti che intanto avevano ottenuto la cittadinanza americana. Contemporaneamente, l’unità del dipartimento che si occupava di trovare gli ex nazisti (l’Ufficio per le indagini speciali, OSI) poteva mostrare statistiche positive che indicavano il numero di nazisti costretti ad abbandonare il paese. A quel punto gli ex nazisti diventavano il problema di un altro paese, che in genere – hanno scritto i giornalisti di AP – presentava lamentale molto dure nei confronti degli Stati Uniti (la pratica di liberarsi in questo modo degli ex criminali di guerra è conosciuta come “scaricare i nazisti”).

Uno dei primi casi scoperti dai giornalisti di Associated Press è stato quello di Jakob Denziger, una ex guardia del campo di sterminio di Auschwitz, che dopo aver firmato un accordo con il dipartimento di Giustizia volò fino alla Germania occidentale e da lì si spostò in Croazia dove vive tuttora. La sua cittadinanza americana, come da accordi, venne revocata soltanto dopo che si era sistemato nel suo nuovo paese. Secondo le indagini di Associated Press, in tutto quattro degli ex nazisti che hanno firmato questo tipo di accordi sono ancora vivi. Oltre a Denzinger, l’altro di cui si conosce il nome è Martin Hartmann, che lavorava come guardia nel campo di concentramento di a Sachsenhausen.