Vincenzo De Luca sui suoi guai con la legge Severino: «Un minuto dopo la vittoria, puff!»

Vincenzo De Luca. (LaPresse - Marco Cantile)
Vincenzo De Luca. (LaPresse - Marco Cantile)

Intervistato per il Corriere della Sera da Gian Antonio Stella, Vincenzo De Luca – sindaco di Salerno e candidato alla presidenza della Campania con il PD – ha commentato così il caso che lo riguarda legato all’applicazione della cosiddetta legge Severino, che per via di una sua condanna in primo grado potrebbe portare alla sua decadenza da presidente – o alla sospensione della carica – qualora fosse eletto.

«Un minuto dopo la vittoria, puff! Creda a me: una volta che i campani avranno scelto, il problema non si porrà più»

Sempre sulla questione della legge Severino – su cui a breve una sentenza della Corte di Cassazione potrebbe cambiare parecchio le cose – De Luca ha detto:

Eppure quella condanna…
«Entriamo nel merito? Sono stato condannato per un reato lessicale. Affidai un lavoro a un project manager, figura che non c’è nel codice delle opere pubbliche. Un incarico da 8.048 euro. Senza danni alla cosa pubblica. Se avessi affidato lo stesso identico lavoro alla stessa identica persona come “coordinatore” non sarebbe successo niente. Di più: lo stesso “reato” mio non è stato imputato ad altri. Ad esempio Caldoro per l’ospedale della Piana del Sele. Allora? È un reato se uso una parola io e non lo è se la usa lui?».

Insomma, è una vittima.
«Vittima… Non faccio la vittima. Denuncio un’assurdità. Lo segnalo anche al presidente del consiglio: attento all’uso della parola Jobs act. Non si sa mai…».

Tornando alla legge Severino…
«La “Severino” è uno scandalo: in certi casi puoi candidarti ed essere pure eletto ma poi non puoi governare. Siamo pazzi? È il frutto avvelenato di un impazzimento. Fanno le leggi a livello più basso di certi paesi subsahariani. È una legge che non sta in piedi. E (qui sta lo scandalo) è una legge ad personam».

Ad personam?
«È fatta per sindaci, governatori, assessori… Guarda caso, non vale per i parlamentari. La casta. Indecente».

Quindi l’abolirebbe.
«Niente affatto. Io la difendo. Ma ha ragione Cantone: o la “Severino” viene cambiata per colpire i delinquenti e non gli amministratori oppure rischia di fare danni. Sono tutti terrorizzati dall’idea di mettere una firma sotto qualunque atto amministrativo. Col casino di norme che c’è non sai mai se stai violando qualcosa. Ma Santo Iddio, ci sarà una differenza tra l’errore amministrativo e il reato penale? Con l’accusa di abuso d’ufficio puoi buttare nel calderone tutto».