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  • Martedì 26 maggio 2015

Le foto del Nepal un mese dopo il terremoto

L'emergenza umanitaria non è finita, come dice l'ONU e mostrano le foto di questi giorni, e servono 400 milioni di dollari solo per i prossimi tre mesi

Ragazzini giocano nei pressi del villaggio di Marming tra le macerie della loro scuola distrutta dal terremoto (Jonas Gratzer/Getty Images)
Ragazzini giocano nei pressi del villaggio di Marming tra le macerie della loro scuola distrutta dal terremoto (Jonas Gratzer/Getty Images)

È passato un mese dal terremoto in Nepal del 25 aprile scorso di magnitudo 7.8, che ha causato – insieme con la successiva scossa del 12 maggio di magnitudo 7.3 – almeno 8600 morti e il ferimento di quasi ventimila persone, specialmente nell’area della capitale Katmandu. Migliaia di case sono state distrutte o gravemente danneggiate e da allora decine di migliaia di persone vivono nei centri di accoglienza temporanei organizzati dal governo nepalese e dalle organizzazioni non governative (ONG), oppure nelle case di parenti e amici o in altri casi ancora per strada, vicino alle macerie delle loro abitazioni.

Per le Nazioni Unite l’emergenza umanitaria è ancora in corso ed è necessario che la comunità internazionale stanzi nuovi fondi, invii personale e risorse per dare aiuto alle popolazioni interessate dal terremoto in Nepal. Il ministero dell’Economia nepalese ha stimato che fino a ora solo il 10 per cento circa del denaro speso proveniva da fondi stanziati dall’estero. Soprattutto nei primi giorni dopo il terremoto ci sono state grandi difficoltà a gestire e coordinare i soccorsi nelle città rimaste isolate a causa delle frane e dei crolli delle strade. Ancora oggi ci sono difficoltà a fare arrivare cibo, farmaci, tende e altro materiale nelle aree più remote e ci sono state diverse proteste da parte della popolazione contro il governo, accusato di non provvedere alle loro esigenze.

Il Programma alimentare mondiale, l’agenzia dell’ONU che si occupa dell’assistenza alimentare, è attivo da settimane in Nepal, ma i suoi operatori stanno avendo grandi difficoltà soprattutto a causa del territorio in cui si devono spostare, montagnoso e poco accessibile. Nonostante le difficoltà, l’organizzazione ha distribuito cibo per quasi due milioni di persone nelle aree maggiormente colpite dal terremoto. Tra gli obiettivi dei coordinatori degli aiuti c’è trovare una sistemazione alla maggior parte delle persone rimaste senza casa entro le prossime settimane, in tempo per l’inizio della stagione dei monsoni, che porteranno piogge copiose sul Nepal. Ma ci sono forti dubbi sulla capacità delle istituzioni e delle organizzazioni coinvolte di raggiungere questo obiettivo.

Il coordinamento dei soccorsi è difficile anche a causa del fatto che in molti casi istituzioni internazionali e ONG spendono direttamente le loro risorse per aiutare la popolazione, senza passare attraverso il governo del Nepal. Le Nazioni Unite stimano che per gli aiuti dei prossimi tre mesi saranno necessari almeno 423 milioni di dollari, ma per ora ne sono stati raccolti solo un quinto.