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  • Mercoledì 20 maggio 2015

Nel calcio italiano comanda Infront?

La rivista Ultimo Uomo spiega i meccanismi con cui il calcio italiano gestisce i diritti tv, la questione su cui indaga l'Antitrust

(GABRIEL BOUYS/AFP/Getty Images)
(GABRIEL BOUYS/AFP/Getty Images)

C’è stato un momento, il 19 maggio, in cui aprendo i principali siti d’informazione italiana si trovavano una dopo l’altra due notizie: la prima riguardava l’inchiesta sulle scommesse clandestine nelle partite di Lega Pro e Serie D, la seconda riguardava l’inchiesta sull’asta che nel 2014 ha assegnato i diritti tv per le partite di Serie A dal 2015 al 2018. Partendo da questa seconda inchiesta – e arrivando poi a parlare anche della prima – il giornalista Fulvio Paglialunga ha scritto per la rivista online Ultimo Uomo un’approfondita analisi sulla situazione del calcio italiano, che per sopravvivere dipende direttamente dai finanziamenti che riceve dalla vendita dei diritti tv che, scrive Paglialunga, in Italia «sono una questione politica più che economica».

Al centro della politica del calcio italiano c’è – secondo Ultimo Uomo – Claudio Lotito, e sembra che proprio da alcune sue dichiarazioni sia partita l’indagine dell’Antitrust sui diritti tv per le partite di Serie A. Secondo Paglialunga l’indagine finirà per riguardare soprattutto Infront, la società che gestisce la compravendita dei diritti televisivi in Italia e che nell’articolo è definita «l’advisor che in realtà sembra essere il padrone del calcio italiano» e che ha «un potere quasi totale sul calcio italiano perché garantisce i proventi dei diritti tv per tutte le squadre e per quasi tutte (sedici, in modo diretto o indiretto) anche quelli derivanti da accordi commerciali».

«Perché io quando vado a vendere i diritti televisivi—che abbiamo portato a 1,2 miliardi grazie alla mia bravura, sono riuscito a mettere d’accordo Sky e Mediaset, in dieci anni mai nessuno—fra tre anni se ci abbiamo Latina, Frosinone… chi c… li compra i diritti? Non sanno manco che esiste, Frosinone. Il Carpi… E questi non se lo pongono il problema!». Così diceva Claudio Lotito nella ormai celebre telefonata a Giuseppe Iodice, registrata e fonte già di sufficienti polemiche oltre che di feroce ironia (visto che Carpi e Frosinone in A sono andate davvero e Lotito, dicendolo a gennaio, ha dimostrato di avere doti da veggente o una competenza spiccatissima).

Ecco, Lotito si vanta di aver messo d’accordo Sky e Mediaset. E non si può. O almeno questo è quanto sta verificando l’Antitrust, che ha fatto partire accertamenti e perquisizioni nelle sedi di Mediaset, Sky, Infront e Lega Calcio. Il sospetto è che l’ultimo accordo per le stagioni 2015-2018 abbia fatto perdere soldi al calcio italiano, in virtù di un patto che ha escluso la concorrenza dall’asta. Che in altre parole vuol dire: in Lega i diritti tv sono una partita politica e non economica, garantiscono la gestione di altri interessi, oltre ad affermare la concentrazione del potere in poche mani e gestire pacchetti di voti per le elezioni in Lega e Figc.

Siamo a tanto così dallo scoprire che l’Italia è una penisola.

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