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  • Lunedì 18 maggio 2015

Una troupe di BBC è stata arrestata in Qatar

Si trovava lì per una visita ufficiale sui Mondiali di calcio del 2022, ma sono stati fermati e hanno passato due giorni in carcere

Una foto dello stadio "Khalifa"in costruzione a Doha in vista dei Mondiali di calcio del 2022 (STR/AFP/Getty Images)
Una foto dello stadio "Khalifa"in costruzione a Doha in vista dei Mondiali di calcio del 2022 (STR/AFP/Getty Images)

Nei primi giorni di maggio i membri di una troupe di BBC invitata in Qatar dal primo ministro del paese per una visita ufficiale sono stati arrestati e tenuti in prigione per circa due giorni. Per alcuni giorni poi è stato anche impedito loro di lasciare il Qatar. Il motivo del loro arresto non è stato spiegato e non è tuttora chiaro. Dopo il rilascio, la troupe – di cui non è chiaro quali e quante persone facessero parte – ha anche partecipato a una visita organizzata dall’ufficio del primo ministro del Qatar ad alcuni alloggi di operai stranieri, i quali secondo diversi importanti articoli pubblicati negli ultimi anni mentre lavorano in Qatar subiscono diverse privazioni dei diritti umani. Secondo un rapporto di una confederazione internazionale di sindacati, la International Trade Union Confederation, circa quattromila operai immigrati moriranno in Qatar sul proprio posto di lavoro prima dell’inizio dei Mondiali di calcio previsti per il 2022.

Scrive Mark Lobel, un giornalista economico di BBC fra le persone arrestate:

Eravamo in macchina in una strada tranquilla di Doha, la capitale del Qatar, e stavamo andando a riprendere un gruppo di lavoratori nepalesi. Improvvisamente otto macchine bianche ci hanno circondato e costretto a deviare verso una strada secondaria. Poi una decina di uomini ci hanno perquisito per strada, urlandoci delle cose mentre tentavamo di spiegarci. Hanno sequestrato le nostre attrezzature e i nostri hard disk e ci hanno portati al loro quartier generale. Più tardi, nella principale stazione di polizia della città, il cameraman, il traduttore, l’autista e io siamo stati interrogati separatamente da membri dell’intelligence. L’interrogatorio è stato sgradevole.

Lobel ha spiegato che i motivi dell’arresto non gli sono stati chiariti, mentre ancora si trovava nella stazione di polizia: «invece la gente continuava a chiederci più volte cosa avevamo fatto e chi avevamo incontrato». A un certo punto Lobel racconta che un poliziotto gli ha detto che non poteva fare una telefonata, aggiungendo che il loro arresto era una questione di “sicurezza nazionale”. Continua Lobel:

Dopo un’ora di interrogatorio, uno degli agenti ha portato una cartella di fotografie che provavano che eravamo stati seguiti per due giorni sin dal momento del nostro arrivo. Gli agenti mi hanno mostrato foto che ritraevano me e il mio staff mentre camminavano per strada, o dentro a un locale, o a bordo di un pullman, e addirittura al bordo di una piscina dove mi ero recato con alcuni amici. Ero scioccato. Non avevo mai avuto il sospetto di essere stato seguito.

Lobel ha raccontato di aver passato la notte di quel giorno e quella successiva in prigione, «su di un materasso disgustosamente sporco». La mattina presto dopo la seconda notte Lobel e il suo staff sono stati rilasciati, dopo essere stati nuovamente interrogati. Poi hanno partecipato alla visita organizzata dal primo ministro in cui gli sono state mostrate «case spaziose e confortevoli costruite per gli operai, con piscine, palestre e persone dei servizi sociali». Sono anche riusciti a parlare con il ministro del Lavoro, che ha ammesso alcuni problemi ma aggiunto che la situazione sta migliorando. Lobel ha spiegato che solamente da poco gli è stato dato il permesso di lasciare il Qatar, ma che ancora non gli sono stati restituiti il suo cellulare e altri suoi oggetti personali.

Lunedì 18 maggio il governo del Qatar ha diffuso un comunicato sull’arresto della troupe di Lobel spiegando che alla BBC era stato dato «il permesso di intervistare chi volevano e di andare senza accompagnamento nei villaggi degli operai» ma che «pensando forse che questo tipo di accesso non le sarebbe stato garantito, la loro troupe ha deciso di visitare luoghi a loro piacimento e intervistare delle persone nei giorni precedenti la visita programmata». A questo comunicato la BBC ha risposto che «la presenza della troupe in Qatar non era segreta» e che le autorità locali «hanno fornito una serie di giustificazioni discordanti riguardo il motivo dell’arresto».