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  • Sabato 16 maggio 2015

La condanna a morte per Mohammed Morsi

L'ex presidente egiziano deposto da un colpo di stato militare nel 2013 era accusato di essere evaso da un carcere nel 2011

(AP Photo/Roger Anis, El Shorouk)
(AP Photo/Roger Anis, El Shorouk)

L’ex presidente egiziano Mohammed Morsi è stato condannato a morte da un tribunale egiziano per essere evaso da una prigione nel gennaio del 2011 insieme ad altri detenuti. Morsi era già stato condannato a 20 anni di prigione per aver ordinato l’arresto e la tortura di molti manifestanti ostili al suo governo tra il 2012 e il 2013. Morsi venne deposto da un colpo di stato militare nel luglio del 2013.

La condanna a morte ora dovrà essere approvata dal Gran Muftì, la più importante autorità religiosa egiziana. I legali di Morsi hanno fatto appello contro la sentenza che potrà essere respinta anche se il Gran Muftì dovesse dare la sua approvazione. Morsi è stato condannato per la sua evasione dalla prigione dove era detenuto all’epoca del dittatore Hosni Mubarak. La prigione fu assaltata il 29 gennaio del 2011, durante i primi giorni della rivolta che avrebbe portato alla caduta di Mubarak. Secondo l’accusa, all’evasione contribuì Hamas, il gruppo militare palestinese che controlla la Striscia di Gaza. Insieme a Morsi fuggirono altre decine di leader dei Fratelli Musulmani, l’organizzazione politico-religioso di cui l’ex-presidente faceva parte.

Dal colpo di stato militare ad oggi centinaia di Fratelli Musulmani sono stati processati e in molti casi sono stati condannati a morte o a lunghi periodi di detenzione, compreso il leader del gruppo, Mohamed Badie. Circa altri cento membri del gruppo sono stati condannati a morte nello stesso processo in cui è stato condannato Morsi. Fino ad ora, soltanto una condanna a morte è stata eseguita. Attualmente l’intera organizzazione è considerata dal governo egiziano un gruppo terroristico fuori legge.