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  • Giovedì 14 maggio 2015

7 storie sulla finale di Champions League

La finale tra Juve e Barcellona ha già dentro un sacco di cose, dal famoso precedente tra Suárez e Chiellini a molto altro: da leggere per arrivare preparati come si deve al 6 giugno

Álvaro Morata e Lionel Messi durante una partita fra Real Madrid e Barcellona del 2 marzo 2013 (David Ramos/Getty Images)
Álvaro Morata e Lionel Messi durante una partita fra Real Madrid e Barcellona del 2 marzo 2013 (David Ramos/Getty Images)

La qualificazione della Juventus per la finale di Champions League – che si giocherà contro il Barcellona a Berlino, il 6 giugno – si porta dietro numerose storie notevoli di calcio recente, che fanno già parte di un pezzo della finale. Abbiamo raccolto le sette più meritevoli, per arrivare preparati alla partita (e procurarsi così una marea di aneddoti da sfoderare con gli amici).

1. Suárez e Chiellini, di nuovo
L’ultima volta che l’attaccante del Barcellona Luis Suárez e il difensore della Juventus Giorgio Chiellini hanno giocato contro, Suárez ha morso Chiellini a una spalla: successe durante Italia-Uruguay dei Mondiali del 2014 e fu una delle storie laterali più citate del torneo. Suárez era già noto per essere un giocatore piuttosto scorretto e aggressivo – e aveva già morso altri avversari in passato – ma da qualche tempo sembrava essersi calmato. Il morso di Suárez ebbe notevoli conseguenze calcistiche e “culturali”: lui venne squalificato per nove partite internazionali e per quattro mesi da ogni attività calcistica: non poteva nemmeno avvicinarsi a uno stadio in cui si stava disputando una partita professionistica. Il gesto del “morso” è stato ripreso da diverse campagne pubblicitarie e Suárez stesso fu difeso dall’allora presidente dell’Uruguay José Mujica.

Suárez in un primo momento spiegò di non avere morso Chiellini in maniera volontaria ma di essergli semplicemente «caduto addosso». La settimana dopo però si scusò con Chiellini, che su Twitter rispose di averlo perdonato. A causa della squalifica Suárez ha potuto esordire col Barcellona solo il 25 ottobre 2014, due mesi dopo l’inizio della stagione. A oggi ha segnato 24 gol in stagione.

2. I campioni del 2006 ritornano a Berlino, di nuovo
La finale fra Juventus e Barcellona si giocherà il 6 a Berlino, nell’Olympiastadion: è lo stesso stadio dove si giocò anche la finale dei Mondiali del 2006 – e come andò a finire ve lo ricordate. Ieri sera i tifosi della Juventus hanno ripetuto spesso l’espressione “Andiamo a Berlino!”: la frase è stata resa celebre dalla telecronaca di Fabio Caressa della semifinale di quei Mondiali, in cui l’Italia batté 2-0 la Germania in seguito a una partita molto combattuta.

La stessa Juventus ha un rapporto particolare con i Mondiali del 2006: il cosiddetto scandalo “Calciopoli” era appena iniziato e di lì a poco la squadra sarebbe stata punita con la retrocessione in Serie B. Diversi giocatori della Juventus giocarono quei Mondiali: fra questi, Gianluigi Buffon, Fabio Cannavaro, Alessandro Del Piero, Gianluca Zambrotta e Mauro Camoranesi. Fra gli attuali giocatori della Juventus, ai Mondiali parteciparono anche Andrea Barzagli e Andrea Pirlo, che allora giocavano rispettivamente per il Palermo e per il Milan.

3. Per Álvaro Morata sarà quasi un clasìco

Morata è la sorpresa di questa stagione della Juventus: acquistato per 20 milioni di euro dal Real Madrid dopo due sole stagioni in prima squadra col Real, ha segnato sette gol in campionato ma soprattutto quattro in Champions League, di cui due proprio al Real Madrid, uno all’andata e uno al ritorno. In entrambi i casi non ha esultato dopo il gol e anzi è sembrato parecchio dispiaciuto che al momento di uscire, nella partita di ritorno, i suoi vecchi tifosi lo abbiano fischiato (il Real Madrid, fra l’altro ha ancora una clausola per ricomprare Morata dalla Juventus). Dopo la partita ha detto che non esulterebbe «nemmeno dopo il millesimo gol contro di loro». Morata è cresciuto nelle giovanili del Real Madrid, di conseguenza “immerso” nella rivalità fra Real e Barcellona. Proprio contro il Barcellona Morata ha vinto buona parte dei suoi trofei da professionista: è il caso della Coppa del Re del 2011 e del 2014 e della Supercoppa di Spagna del 2012.

<> at Bernabeu on March 2, 2013 in Madrid, Spain.

Il 27 gennaio del 2013, in una delle sue ultime partite col Castilla (la squadra B del Real Madrid), ha anche segnato un gran gol nella partita contro il Barcellona B (i pari età del Castilla).

4. Luis Enrique al primo colpo
In questa stagione l’allenatore del Barcellona è l’ex centrocampista spagnolo Luis Enrique, fino a pochi mesi fa considerato un allenatore mediocre; oggi invece il Barcellona è la più forte squadra del momento e ha in mano la vittoria della Liga, cosa che in molti attribuiscono ad alcune sue efficaci scelte tattiche (per esempio lo spostamento di Messi sulla destra). La sua è una specie di rivincita, arrivando da una deludente esperienza di allenatore alla Roma e una leggermente migliore al Celta Vigo.

Da allenatore della Roma, inoltre, Luis Enrique non ha mai battuto la Juventus, che nel 2011-2012 – l’unica stagione di Luis Enrique da allenatore della Roma – vinse il primo degli scudetti con Antonio Conte. Nella partita di andata della stagione 2011-2012 la Roma riuscì a pareggiare per 1-1 con gol di Daniele De Rossi, ma perse la partita di ritorno per 4-0 e venne anche eliminata proprio dalla Juventus ai quarti di Coppa Italia.

5. Suárez ed Evra, di nuovo
Luis Suárez, oltre che con Chiellini, in passato ha avuto diversi problemi anche con il difensore della Juventus Patrice Evra. Quando Suárez giocava nel Liverpool ed Evra nel Manchester United, furono al centro di un caso di cui nel Regno Unito si parlò per mesi: durante Liverpool-Manchester United del 15 ottobre del 2011, secondo lo stesso Evra, Suárez lo chiamò «negro» per cinque volte durante una lite in seguito a uno scontro di gioco (Suárez ha ammesso di averlo chiamato in questo modo una sola volta, con fare amichevole). Evra raccontò tutto alla televisione francese Canal Plus e la federazione inglese aprì un’inchiesta, che diede ragione a Evra e squalificò Suárez per otto partite. Durante e dopo l’inchiesta il Liverpool continuò a difendere Suárez: il 21 dicembre 2011, il giorno successivo alla decisione della squalifica, i giocatori del Liverpool durante il riscalamento prima di una partita contro il Wigan indossarono una maglia con il profilo di Suárez per dimostrare il loro sostegno nei confronti del compagno. Nella partita di ritorno fra Manchester United e Liverpool del campionato inglese, giocata l’11 febbraio 2012, Suárez si è rifiutato di stringere la mano a Evra prima della partita.

Evra in questi giorni ha detto che offrirà di nuovo la sua mano a Suárez, prima della partita: «Sono fiero di quello che sono e del colore della mia pelle. Gli stringerò la mano, non c’è problema».

6. Allegri e il Barcellona, di nuovo
Dopo il pareggio nella partita di ritorno con il Real Madrid, l’allenatore della Juventus Massimiliano Allegri ha detto scherzando: «Sono abituato a sfidare il Barcellona, li conosco bene. Avrò sfidato i blaugrana tipo otto volte in quattro anni». Allegri ha ragione: da allenatore del Milan ha giocato otto partite contro il Barcellona in soli tre anni, fra il 2011 e il 2013. Di quelle otto partite il Milan ne ha perse quattro, pareggiate tre e vinta una sola, in casa, per 2-0 (gol di Kevin-Prince Boateng e Sulley Muntari), negli ottavi di finale della Champions League del 2012-2013. In generale, da allenatore del Milan, Allegri non ha mai passato il turno contro il Barcellona in una fase a eliminazione diretta della Champions League.

7. L’ultima volta fra Juventus e Barcellona
Successe nella Champions League 2002-2003, ai quarti di finale: la Juventus era la squadra campione d’Italia in carica e aveva una delle migliori squadre della sua storia (a fine stagione avrebbe vinto un altro scudetto, il secondo di fila). Il Barcellona era allo sbando: non vinceva la Liga da quattro stagioni e nelle due partite contro la Juventus in panchina c’era l’allenatore serbo Radomir Antić, che era il terzo allenatore della stagione e sarebbe stato esonerato a fine anno. La Juventus pareggiò 1-1 la partita di andata e restò in dieci uomini al ritorno a causa di un’espulsione di Edgar Davids al 34esimo del secondo tempo. La partita regolamentare finì 1-1, come all’andata. Nonostante giocò i supplementari in 10 uomini, la Juventus riuscì a segnare un gol con Marcelo Zalayeta, al 114esimo minuto. La Juventus passò il turno ma perse la finale di quel torneo contro il Milan.

foto: David Ramos/Getty Images