Che cos’è la Carta di Milano

L'elenco di diritti e di impegni per un mondo più sostenibile, sarà ciò che resta di Expo e sarà consegnata alle Nazioni Unite

La Carta di Milano è un documento realizzato nei mesi precedenti a Expo che elenca diritti e impegni che i cittadini e le imprese possono sottoscrivere per trovare un modo di risolvere il problema del cibo e della malnutrizione in alcune parti del mondo. È un manifesto collettivo che cerca di sensibilizzare le persone sul tema alla base di Expo – “Nutrire il Pianeta, Energia per la Vita” – per cercare di educare ogni cittadino a evitare gli sprechi di ogni giorno. È conservata a Expo, nel Palazzo Italia, e si può consultare e firmare sul posto ma anche online, sul sito.

Questo documento è stato scritto con la partecipazione di più di 5mila persone, durante gli appuntamenti di “Expo delle Idee”, cioè incontri tra esperti e cittadini in cui i partecipanti si sono divisi in vari “tavoli” tematici per approfondire tutti i temi di Expo, in particolare quello sullo sviluppo equo, sulla sostenibilità nel futuro, sulla cultura del cibo, sull’agricoltura per un futuro sostenibile e sulla città del futuro. Hanno poi contribuito anche personaggi come papa Francesco, l’ex presidente del Brasile Luiz Inacio Lula da Silva, il segretario generale delle Nazioni Unite Ban Ki-Moon, la politica birmana premio Nobel per la Pace Aung San Suu Kyi, il celebre oncologo Umberto Veronesi e molti altri.

La Carta di Milano è rivolta a quattro identità diverse: ai cittadini che devono fare la differenza con le loro azioni quotidiane, alle associazioni che raccolgono le esigenze e le necessità della società, alle imprese che si occupano della produzione e ai governi e alle istituzioni che devono indirizzare i cittadini e le singole persone. Ha un’introduzione generale, in cui viene spiegato il motivo per cui va sottoscritta:

Noi donne e uomini, cittadini di questo pianeta, sottoscriviamo questo documento, denominato Carta di Milano, per assumerci impegni precisi in relazione al diritto al cibo che riteniamo debba essere considerato un diritto umano fondamentale.

Consideriamo infatti una violazione della dignità umana il mancato accesso a cibo sano, sufficiente e nutriente, acqua pulita ed energia.

Riteniamo che solo la nostra azione collettiva in quanto cittadine e cittadini, assieme alla società civile, alle imprese e alle istituzioni locali, nazionali e internazionali potrà consentire di vincere le grandi sfide connesse al cibo: combattere la denutrizione e la malnutrizione, promuovere un equo accesso alle risorse naturali, garantire una gestione sostenibile dei processi produttivi.

Dopo l’introduzione generale c’è un elenco di diritti ritenuti fondamentali per l’umanità – come il diritto per tutti ad avere accesso a cibo sano, al diritto di accesso a fonti di energia pulita, al dovere di gestire le risorse del pianeta in modo equo e alla corretta gestione delle risorse idriche, che consenta a tutti di usufruirne – e di ingiustizie che vanno corrette nel prossimo futuro – la disuguaglianza di possibilità tra i vari popoli, il ruolo non riconosciuto ancora come fondamentale delle donne nella produzione agricola e nutrizionale, il grande spreco di cibo che viene buttato via ogni giorno, il difficile accesso alle risorse energetiche di parte del mondo e la cattiva gestione delle risorse naturali.

C’è poi una parte in cui i cittadini si impegnano a essere responsabili, per lasciare alle generazioni future un mondo sano e sostenibile. Per farlo ognuno deve avere cura del cibo con cui si nutre, consumandone soltanto il necessario e conservando il resto senza doverlo buttare via; deve evitare lo spreco di acqua, comportandosi in modo responsabile e riciclando quando possibile; deve promuovere l’educazione alimentare e ambientale per costruire un mondo sostenibile. Le persone, firmando la Carta, si impegnano anche a sostenere e spingere governi, istituzioni e organizzazioni internazionali ad impegnarsi a loro volta per approvare e sviluppare soluzioni nel futuro. Le imprese stesse devono accettare di applicare le normative internazionali sull’ambiente e sulla società, investendo nella ricerca e migliorando la produzione alimentare per contribuire agli obiettivi dello sviluppo sostenibile.

Nella parte conclusiva, i cittadini che firmano il documento si impegnano a mantenere tutte le promesse lette precedentemente e a sostenere le Nazioni Unite nella lotta alla fame nel mondo, che hanno l’obiettivo di risolvere questo problema entro il 2030:

Poiché crediamo che un mondo senza fame sia possibile e sia un fatto di dignità umana, nell’Anno Europeo per lo sviluppo e in occasione di Expo Milano 2015, noi ci impegniamo ad adottare i principi e le pratiche esposte in questa Carta di Milano, coerenti con la strategia che gli Stati membri delle Nazioni Unite hanno elaborato per sradicare il problema della fame entro il 2030. Sottoscrivendo questa Carta di Milano noi dichiariamo di portare la nostra adesione concreta e fattiva agli Obiettivi per uno Sviluppo Sostenibile promossi dalle Nazioni Unite.

Un futuro sostenibile e giusto è anche una nostra responsabilità.

La Carta verrà poi consegnata a fine Expo, il 31 ottobre 2015, al segretario generale delle Nazioni Unite Ban Ki-Moon e sarà il contributo italiano alle riflessioni che si terranno a novembre di quest’anno presso le stesse Nazioni Unite sui Millennium Goals. I Millennium Goals sono gli obiettivi di sviluppo che i 191 stati membri si sono impegnati a raggiungere entro il 2015, che comprendono l’eliminazione della povertà e del problema della fame nel mondo, la diffusione mondiale dell’istruzione a livello primario, la parità dei sessi e la riduzione della mortalità infantile.