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  • Venerdì 1 maggio 2015

Le nuove foto del terremoto in Nepal

A sei giorni dal terremoto proseguono le ricerche, aumenta il numero di morti e feriti e il coordinamento dei soccorsi si fa sempre più complicato

An elderly Nepalese woman prays at a temple damaged in an earthquake in Kathmandu, Nepal, Friday, May 1, 2015. The strong magnitude earthquake shook Nepal on Saturday devastating the region and leaving some thousands shell-shocked and displaced. (AP Photo/Manish Swarup)
An elderly Nepalese woman prays at a temple damaged in an earthquake in Kathmandu, Nepal, Friday, May 1, 2015. The strong magnitude earthquake shook Nepal on Saturday devastating the region and leaving some thousands shell-shocked and displaced. (AP Photo/Manish Swarup)

Secondo le ultime stime, nel terremoto in Nepal di magnitudo 7.8 di sabato scorso sono morte almeno 6.204 persone e quasi 14 mila sono rimaste ferite. La Croce Rossa ha parlato di una «devastazione totale», perché anche coloro che sono sopravvissuti si trovano in condizioni disperate. Di quello che è successo, soprattutto nella aree più isolate del paese, non c’è ancora nessuna notizia e il bilancio dei morti potrebbe raggiungere le 10 mila persone. Anche se le squadre di soccorso provenienti dal Nepal e da altri paesi sono al lavoro ormai da sei giorni, le frane e le cattive condizioni meteorologiche stanno ostacolando gli sforzi. Una ventina di elicotteri che trasportano beni di prima necessità sono arrivati nei distretti di Sindhupalchok, Dolakha, Rasuwa, Nuwakot, Dhading e Gorkha, ma c’è una grave carenza di mezzi: il Nepal ha chiesto alla comunità internazionale un impegno più consistente.

Le Nazioni Unite, che con diversi gruppi di lavoro stanno seguendo l’emergenza, stimano che il terremoto abbia interessato più o meno direttamente 8 milioni di persone, più di un quarto della popolazione totale: di queste almeno 3,5 milioni hanno ancora bisogno di aiuti per quanto riguarda acqua, cibo, medicinali. Si parla inoltre di 600 mila case danneggiate, 70 mila distrutte e di 2,8 milioni di persone sfollate. Giovedì 30 aprile, un ragazzo di 15 anni e una donna di 20 anni sono stati estratti ancora vivi dalle macerie di due diversi edifici crollati a Kathmandu. Ma c’è molto scontento da parte della popolazione in generale per come il governo sta rispondendo al disastro: ieri ci sono state anche diverse proteste.

Data l’estensione dei danni e la quantità di persone rimaste senza una casa, il governo nepalese fatica infatti a dare aiuto e assistenza a tutti. Diverse nazioni, come Stati Uniti, Cina, India e molti paesi europei hanno offerto mezzi e aiuti economici per affrontare l’emergenza, ma il coordinamento dei soccorsi è ancora poco organizzato e le autorità nepalesi hanno chiesto di rallentare il ritmo degli aiuti per poterli gestire meglio. Le Nazioni Unite hanno stimato che saranno necessari almeno 415 milioni di dollari per dare aiuto immediato alla popolazione interessata dal terremoto in Nepal. Si comincia poi a parlare delle conseguenze più a lungo termine: con il terremoto sono andate ad esempio distrutte le scorte di sementi che erano state preparate per metà maggio. E se gli agricoltori perderanno la prossima stagione di semina del riso, non saranno in grado di raccogliere fino al 2016: il riso rappresenta l’alimento base della popolazione nepalese.