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  • Martedì 28 aprile 2015

Il tennis con le urla

Le squadre universitarie americane stanno cercando di eliminare una delle regole più antiche – il silenzio del pubblico – per attirare più persone alle partite

� Silvio Durante / LaPresse
Archivio storico
12-06-1953
Coppa Davis a Torino
Nella foto: Il campo centrale dello SPORTING CLUB di Torino dove si svolgono gli incontri di tennis di Coppa DAVIS tra l'Italia e la Svezia
NEG-42223
� Silvio Durante / LaPresse Archivio storico 12-06-1953 Coppa Davis a Torino Nella foto: Il campo centrale dello SPORTING CLUB di Torino dove si svolgono gli incontri di tennis di Coppa DAVIS tra l'Italia e la Svezia NEG-42223

Per risollevare il tennis universitario statunitense da un periodo di crisi che va avanti da anni, alcune associazioni universitarie sportive americane hanno pensato di modificare una delle sue regole più note e caratteristiche: la regola del silenzio. Come racconta il Wall Street Journal la Big 12 Conference – la lega sportiva dei college statunitensi che raggruppa le scuole del Midwest – da quest’anno permette al pubblico di fare quello che vuole durante le partite, compreso urlare.

Quella del silenzio non è una delle regole scritte del tennis, eppure è radicata a tal punto che spesso durante una partita l’arbitro invita i tifosi a tacere: le urla non sono accettate perché i giocatori hanno bisogno di silenzio per potersi concentrare, soprattutto durante il servizio. Venerdì scorso invece l’Hurd Tennis Center di Baylor, in occasione della partita tra Oklahoma e Baylor, ha aperto le porte anche ai tifosi più rumorosi.

La ragione di questa decisione è il tentativo di rendere più attraente il tennis universitario. I programmi sportivi legati al tennis universitario americano negli ultimi 15 anni si sono dimezzati. David Benjamin, direttore dell’ITA (Intercollegiate Tennis Association, Associazione Tennis Universitario), ha detto al Wall Street Journal che “sono tutti molto preoccupati” per questo periodo nero, che è legato anche a una generale crisi del tennis statunitense professionistico, che da anni non ha grandi campioni tra i migliori del mondo (l’americano più in alto nella classifica ATP è John Isner, numero 19, che non è mai arrivato oltre i quarti di finale di uno Slam). Per cercare di attirare più spettatori le associazioni hanno deciso di accorciare la durata delle partite eliminando l’obbligo dei vantaggi, cioè la regola per cui durante un game, in caso di pareggio 40-40, il giocatore vince solo se mette a segno consecutivamente due punti.

David Roditi, allenatore della Texas Christian University, ha voluto aggiungere una nuova politica anti-silenzio, che permettesse al pubblico di tifare liberamente come accade nel football o nel basket. «Gli spettatori devono comportarsi esattamente come negli altri sport: devono evitare insulti e volgarità», ha detto: ma possono fare rumore. Grazie alla “regola Roditi” – così viene chiamata – la squadra della Texas Christian University ha oggi anche un gruppo di cheerleader che si chiama Purple Rain.

Durante la partita tra Oklahoma e Baylor, urla e cori della tifoseria del Baylor hanno riempito gli spalti. John Roddick, allenatore dell’Oklahoma, ha riconosciuto l’importanza del sostegno della tifoseria ma ha anche aggiunto che bisogna ancora lavorare per stabilire dei limiti a questa nuova regola ed evitare situazioni sgradevoli come insulti o fischi rivolti ai giocatori durante i momenti più importanti della partita. Nonostante le urla della tifoseria, comunque Baylor non è riuscito a battere Oklahoma.

Nella foto: il pubblico in silenzio durante la partita Italia-Svezia per la Coppa Davis a Torino, nel 1953