• Mondo
  • Giovedì 16 aprile 2015

I passaporti più potenti e più deboli del mondo

Una società ha ordinato i passaporti di tutto il mondo sulla base di quanto permettono a chi li possiede di viaggiare senza richiedere visti particolari (l'Italia è messa bene)

Arton Capital, una società di consulenza, ha elaborato il “passport index”: un indice che classifica la “desiderabilità” del passaporto di ciascuna nazione del mondo. La “desiderabilità” è calcolata sulla base del numero di paesi che il possessore di quel passaporto può visitare senza richiedere un visto prima di partire, o senza doverlo comprare una volta arrivato nel paese.

Nella classifica stilata sulla base del “passport index” i primi due posti sono occupati da Stati Uniti e Regno Unito, i cui cittadini dotati di passaporto possono visitare senza visto formale 147 paesi. L’Italia si trova nel gruppo dei paesi considerati di livello “3”, insieme alla Svezia (i cittadini di entrambi i paesi possono visitare 144 paesi senza richiedere visti particolari).

I 13 passaporti con il Passport Index più alto
(sotto a ogni foto c’è il numero di paesi che si possono visitare con quel passaporto, e dentro il nome del paese a cui appartiene il passaporto)

Tra i paesi in fondo alla classifica ci sono invece le remote Isole Salomone – di cui non è nemmeno possibile recuperare online un’immagine del passaporto – e la Birmania, che ha cominciato ad aprirsi diplomaticamente verso l’esterno solo negli ultimi anni. Nelle ultime posizioni ci sono sopratutto paesi africani e mediorientali, in particolare quelli con una situazione politica molto instabile. Ci sono per esempio il Sud Sudan, che ha ottenuto l’indipendenza dal Sudan nel 2011 e dove si combatte ancora una guerriglia che rallenta la stabilizzazione del paese, la Palestina, l’Iraq e Afghanistan, dove negli ultimi 15 anni ci sono state guerre o diffusione del terrorismo.

I 12 passaporti con il Passport Index più basso:

Il sito del “passport index” è interattivo e facile da visitare. Si possono ordinare i passaporti usando diversi criteri: la collocazione geografica, il potere di ciascun passaporto e anche il colore (una curiosità: i passaporti nella parte alta della classifica sono per la maggior parte rossi o bordeaux, mentre quelli della parte bassa sono per lo più blu, senza ragione particolare). La classifica sulla base del “passport index” dà alcune indicazioni di massima. Dice che tra paesi alleati ci sono molte meno richieste di ottenere un visto formale rispetto a quanto avviene tra paesi che hanno relazioni diplomatiche instabili o non buone. Dice anche che i cittadini delle economie più sviluppate riescono a muoversi con meno limitazioni rispetto a quelli dei paesi in via di sviluppo, o sottosviluppati.