“Habemus Papam”, da dove viene

Che storia ha la formula con cui si annunciano i nuovi papi, diventata modo di dire e titolo di film

“Habemus Papam” (“Abbiamo il papa”) è il detto latino che viene usato per annunciare ai cristiani cattolici l’avvenuta elezione del nuovo papa e il suo nome. L’annuncio è diventato un modo di dire piuttosto usato nella lingua comune, per indicare l’ottenimento di qualcosa di atteso, e nel 2011 è stato scelto dal regista italiano Nanni Moretti come titolo del suo film con Margherita Buy e Michel Piccoli, che interpreta il cardinale Melville destinato a diventare il nuovo papa.

La tradizione vuole che l’annuncio dell’”Habemus Papam” sia pronunciato dalla loggia principale della basilica di San Pietro, la formula completa è:

Annuntio vobis gaudium magnum;
habemus Papam:
Eminentissimum ac Reverendissimum Dominum,
Dominum (nome del neoeletto),
Sanctæ Romanæ Ecclesiæ Cardinalem (cognome del neoletto)
qui sibi nomen imposuit (nome scelto dal nuovo papa).

Che significa, in italiano:

Vi annuncio una grande gioia:
abbiamo un Papa!
L’eminentissimo e reverendissimo signore,
signor (nome del neoeletto),
cardinale (cognome del neoletto) di Santa Romana Chiesa,
il quale si è scelto il nome di (nome scelto dal nuovo papa).

Secondo diversi storici, la formula fu usata per la prima volta all’inizio del XV secolo per Martino V, che segnò un momento di risoluzione di una lunga contesa del papato che aveva portato tre diversi papi a reclamare la carica. In questo senso l’”Habemus Papam” avrebbe avuto anche il significato di intendere che, infine, era stato possibile eleggere un solo papa e solo quello. Secondo altri storici l’adozione della formula fu successiva, ma comunque entro la fine del XV secolo.

Il testo dell’”Habemus Papam” trae in parte ispirazione dal Vangelo di Luca, nel passaggio in cui un angelo annuncia la nascita del Messia: «Non temete, perché vi annunzio una grande gioia che tutto il popolo avrà; poiché oggi nella città di Davide è nato per voi un Salvatore, che è Cristo, il Signore”. Il detto è centrale nella storia del film di Moretti, perché tutto il film è dedicato al compito che il cardinale Melville è chiamato ad accettare in seguito alla sua elezione a papa.