La questione dei nuovi posti di lavoro

Nei primi due mesi del 2015 ne sono stati creati 13 in più rispetto allo stesso periodo del 2014, ma ci sono quasi 80mila nuovi contratti a tempo indeterminato

TO GO WITH AFP STORY BY EMMANUEL BARRANGUET - A woman works on fireproof suits for drivers on March 9, 2015 at the Italian factory Sparco in Volpiano, near Turin. A single fine layer of ultra-sophisticated fabric will protect the drivers McLaren, Jenson Button and Kevin Magnussen, this weekend in Melbourne for the start of the F1 World championship. AFP PHOTO / MARCO BERTORELLO (Photo credit should read MARCO BERTORELLO/AFP/Getty Images)
TO GO WITH AFP STORY BY EMMANUEL BARRANGUET - A woman works on fireproof suits for drivers on March 9, 2015 at the Italian factory Sparco in Volpiano, near Turin. A single fine layer of ultra-sophisticated fabric will protect the drivers McLaren, Jenson Button and Kevin Magnussen, this weekend in Melbourne for the start of the F1 World championship. AFP PHOTO / MARCO BERTORELLO (Photo credit should read MARCO BERTORELLO/AFP/Getty Images)

Venerdì 10 aprile l’INPS ha diffuso gli ultimi dati sulla creazione di nuovi posti di lavoro tra gennaio e febbraio 2015, un tema su cui c’erano state parecchie polemiche tra governo e diversi economisti e giornalisti lo scorso marzo. L’INPS ha comunicato che nei primi due mesi del 2015 sono stati attivati 968.883 contratti di lavoro, contro i 968.870 dello stesso periodo del 2014. In altre parole significa che rispetto ad un anno fa sono stati creati 13 (tredici) nuovi posti di lavoro.

Nei dati diffusi dall’INPS si dice anche che nei primi due mesi del 2015 sono stati creati 79 mila nuovi posti di lavoro a tempo indeterminato. Considerato che il numero totale dei posti di lavoro è rimasto stabile, significa che molti contratti a tempo determinato – come ad esempio gli apprendistati – sono stati trasformati in contratti a tempo indeterminato. In altre parole è aumentata la qualità dei posti di lavoro. Il merito è probabilmente degli sgravi contributivi approvati dal governo, che permettono ai datori di lavoro di non pagare i contributi dei nuovi assunti per i primi tre anni. Per vedere gli effetti del nuovo contratto a tutele crescenti previsto dal Jobs Act, bisognerà aspettare i dati dei prossimi mesi, visto che i decreti attuativi sono entrati in vigore soltanto lo scorzo marzo.

I dati diffusi dall’INPS hanno chiarito una questione su cui c’erano state diverse polemiche nelle ultime settimane. A fine marzo il governo, e in particolare il presidente del Consiglio Matteo Renzi, aveva parlato della creazione di 79 mila nuovi posti di lavoro con contratto a tempo indeterminato – gli stessi confermati dai dati dell’INPS – senza però aggiungere altri dati in grado di contestualizzare un numero così elevato. Il problema era nato dal fatto che il governo aveva diffuso soltanto i dati sui nuovi contratti, senza però precisare quanti contratti di altro tipo erano cessati nello stesso periodo, e si era creata po’ di confusione. Diversi giornalisti e commentatori interpretarono il dato come se significasse che nei primi due mesi del 2015 erano stati creati 79 mila nuovi posti di lavoro, e accusarono il governo di aver diffuso solo una parte dei dati (anche il Sole 24 Ore criticò il governo per la confusione che si era creata).

I dati dell’INPS hanno confermato che nonostante l’aumento dei contratti a tempo indeterminato, il numero di contratti totale è rimasto stabile. Le critiche sono state accolte dal governo e pochi giorni fa il ministero del Lavoro ha annunciato che d’ora in poi diffonderà soltanto i dati completi sui contratti di lavoro (comprensivi, cioè, di quelli creati e di quelli cancellati).