Game of Thrones, dove eravamo rimasti

La quinta stagione comincerà il 12 aprile negli Stati Uniti e il 13 in Italia: un ripassone per chi non si ricorda il complicatissimo episodio che ha chiuso la quarta

di David Malitz – Washington Post

Emilia Clarke nel ruolo di Daenerys Targaryen.
(AP Photo/HBO, Helen Sloan)
Emilia Clarke nel ruolo di Daenerys Targaryen. (AP Photo/HBO, Helen Sloan)

Domenica 12 aprile inizierà la quinta stagione di Game of Thrones, (Trono di Spade in Italia), la popolare serie tv di HBO ispirata alla saga fantasy scritta da George R.R. Martin. In Italia la serie, una delle più seguite e popolari degli ultimi anni, si potrà seguire in contemporanea su Sky Atlantic HD, a partire da lunedì 13 aprile. La serie ha un intreccio piuttosto complicato e con moltissimi personaggi: per chi ha bisogno di una rinfrescata, questo è un riassunto dell’ultimo episodio della quarta stagione.

Occhio: da qui in poi ci sono spoiler per chi non ha visto la quarta stagione.

Il primo trailer della quinta stagione

Nell’ultimo episodio della quarta stagione di Trono di Spade c’era un po’ di tutto. Per quelli che amano gli intrighi di palazzo, Stannis Baratheron — il vero e unico re di Westeros, per quel che mi riguarda – ha fatto sentire di più la sua presenza, seguito da un vero vuoto di potere alla fine dell’episodio. Per quelli che amano le cose sovrannaturali, Bran e i suoi sono incappati in tutti i tipi di entità non umane, sia cattive sia apparentemente benefiche. Per quelli che si appassionano a tematiche più vaste e profonde, l’episodio – intitolato The children (I figli della foresta, in italiano) – ha dato molti spunti. C’erano quello più aderente al titolo degli inquietanti abitanti della foresta, quello un po’ meno letterale dei gemelli Lannister e delle loro azioni più o meno sconcertanti e quello non vagamente letterale: i draghi di Daenerys che si comportano male. E per i sadici a cui piace guardare i personaggi che abbiamo imparato ad amare (o odiare, a volte contemporaneamente) mentre vengono uccisi, questo episodio può tenere testa alle Nozze rosse della scorsa stagione, dato che sono morti – o perlomeno così pare – quattro grossi personaggi. Per una serie tv che ondeggia tra farti aspettare all’infinito la conclusione di una storia e la morte improvvisa e scioccante di un personaggio, questo episodio finale della stagione ha trovato un equilibrio ideale tra la catarsi e l’attesa. Riassumiamolo un’ultima volta in dettaglio.

Il secondo trailer della quinta stagione

L’episodio inizia da dove era terminato il precedente, con Jon Snow diretto a nord della Barriera con la missione di uccidere Mance Rayder e – si spera – di rompere l’alleanza tra i Bruti che marciano verso la Barriera. Jon arranca nei boschi, in un viaggio arduo e brutale tra il gelo e – oh! – è già arrivato all’accampamento principale. Ci ha messo poco. Mance (che appare per la prima volta nella stagione) porta Jon nella sua tenda. «Sembra che la mia tendenza a fidarmi del prossimo abbia avuto la meglio su di me», gli dice. Jon risponde che è stato leale tutto il tempo, non a Mance ma ai suoi voti ai Guardiani della notte. Bè non a tutti, gli ricorda Mance, riferendosi ovviamente alla storia con Ygritte. I due bevono insieme «un bicchiere alla maniera del Nord» che no, non è col veleno. «Di tutti i modi in cui ti ucciderei, il veleno sarebbe l’ultimo», dice Mance. Da quando Joffrey (ve lo ricordate?) è stato avvelenato, uccidere qualcuno in quel modo è considerato da codardi. Mentre Mance racconta a Jon la morte del gigante Mag il possente, Jon non riesce a nascondere il suo sguardo, che prende appunti sulla posizione di ogni singolo pugnale che vede. Ben presto Mance gli dà un ultimatum: apri le porte della Barriera e nessun Guardiano della notte morirà; rifiutati di farlo e moriranno tutti. È a quel punto che capisce che Jon è lì per ucciderlo. La loro discussione è interrotta…

…da un enorme esercito a cavallo che massacra i guerrieri dei Bruti. Durante la strage, Mance e Jon si limitano a chiedersi che cosa stia succedendo. L’attacco è stato ordinato da Stannis, che ha rivolto la sua attenzione al Nord: Approdo del re ormai è roba da seconda stagione. Mance non sa chi sia Stannis, così Davos Seaworth glielo spiega: «Questo è Stannis Baratheon, l’unico vero re dei Sette regni». Ha proprio ragione.

Stannis Baratheon arriva all’accampamento dei Bruti

Segue un po’ di contrattazione sull’opportunità di inginocchiarsi, ma presto l’attenzione ricade su Jon Snow, che viene riconosciuto come un Guardiano della notte per il suo abbigliamento. Jon dice a Stannis di essere il figlio di Ned Stark: ottiene immediatamente la sua fiducia e salva, almeno per il momento, la vita a Mance. Jon convince infatti Stannis a farlo prigioniero, dicendo che l’ha trattato con rispetto quando a sua volta l’aveva imprigionato. Gli spiega anche che sarebbe meglio bruciare i corpi dei morti prima dell’arrivo della notte: non è il caso che ritornino in vita e li debbano ammazzare una seconda volta.

Ad Approdo del re, il Gran Maestro Pycelle è alle prese con la Montagna, che è in stato comatoso e viene curata dopo la sua disgustosa, brutale vittoria sul valoroso principe Oberyn di Dorne. Cersei vuole che si risvegli ma Pycelle dice che è troppo tardi per salvarlo; il latte di papavero non può fare così tanto. Ma Qyburn, che si trova nell’infermeria, non è d’accordo con la diagnosi di Pycelle. Ha in mente qualcosa, ma come sapete è piuttosto famoso per le sue idee strampalate: ricorderete che gli era stato tolto il titolo di Maestro per essersi spinto un po’ troppo in là nei suoi esperimenti. È anche merito suo se Jaime ha una nuova mano d’oro. La sua idea per guarire la Montagna prevede un ago che sembra grosso quanto la pompa di una bicicletta e un qualche tipo di trasfusione di sangue. Avrà certamente dei risultati terrificanti.

(Nuovi video e foto della quinta stagione di Game of Thrones)

Dopo aver lasciato la stanza di Qyburn, piena di meraviglie della medicina, Cersei affronta suo padre. Arriva al punto piuttosto rapidamente: non ha intenzione di sposare Loras. Tywin cerca di usare una delle sue storie lunghe e tortuose per farle cambiare idea, ma Cersei non molla. Non andrà ad Alto Giardino e non lascerà il suo unico figlio (re Tommen, che non compare quasi mai) ad Approdo del re mentre la figlia è a Dorne. «Brucerò la nostra casa fino alle fondamenta prima che accada», dice al padre. E come pensa di farlo? «Dirò a tutti la verità», spiega. La verità a cui si riferisce è ovviamente il rapporto incestuoso con il fratello Jaime, da cui sono nati tutti i suoi figli. Stranamente la cosa suona completamente nuova a Tywin, che ha vissuto finora nella totale ignoranza. Cersei si chiede come qualcuno così addentro alla sua famiglia non abbia mai visto quel che è sotto i suoi occhi. Tywin dice a Cersei che non le crede, ma quando lei risponde che «Invece mi credi», si capisce dal suo sguardo che ha ragione.

Cersei minaccia suo padre Tywin

La discussione lascia Cersei chiaramente agitata e preoccupata tant’è che va immediatamente a cercare Jaime. Gli racconta cosa è successo e che non le importa che cosa dirà la gente se le voci verranno confermate. Inizia a baciarlo, sempre di più. Jaime aspetta questo momento da quand’è tornato ad Approdo del re, ma è comunque preso un po’ alla sprovvista. A Cersei non importa se qualcuno può entrare nella stanza, quindi è il momento di approfittarne.

Cersei e Jaime
Cersei

A Meereen, Daenerys sta facendo quello che sembra fare sempre: ascoltare le lamentele di quelli le cui vite ha – si suppone – reso migliori. Il primo è Fennesz. È un vecchio gentiluomo, un uomo liberato, che sa parlare la lingua comune. E cosa vuole? Essere di nuovo venduto in schiavitù! Sente la mancanza del suo vecchio padrone e soprattutto dei suoi figli. Avevano così bisogno di lui! Khaleesi non è molto contenta di sentire una cosa simile, ma liberare le persone dalla schiavitù prevede anche permettergli di fare le loro scelte. Gli concede così di firmare un contratto, di un anno al massimo e con la possibilità di cambiare idea. Se una cosa simile ha fatto arrabbiare Daenerys, non è niente rispetto a quel che succede dopo, quando si presenta da lei un contadino che porta con sé i resti carbonizzati della figlia di tre anni. La madre dei draghi riconosce subito che è opera di uno dei suoi piccoli: scopriamo che Drogon, uno dei tre draghi, è scappato e sta devastando la zona. È una brutta notizia anche per i fratelli di Drogon, Viserion e Rhaegal, che vengono incatenati nelle catacombe di Meereen, dove non possono fare alcun danno.

(Nove nuovi attori di Game of Thrones)

Daenerys in udienza e poi coi suoi draghi

Daenerys — quella che solitamente spezza le catene degli altri – incatena piangendo i suoi stessi figli. I draghi rispondono, come prevedibile, con ruggiti e grida: è difficile pensare che perdoneranno e dimenticheranno, a meno che il cervello dei draghi sia in grado di elaborare il perdono.

draghi

Tornando alla Barriera, Aemon sta celebrando il funerale e bruciando i corpi dei Guardiani della notte che sono stati uccisi. Stannis e Davos osservano la scena, insieme a Melisandre. La donna intravede Jon Snow tra le fiamme: sembra decisamente un presagio ma non è chiaro dal suo sguardo se stia pensando «ti voglio uccidere» o «voglio fare un bambino di fumo omicida con te». A ogni modo sembra un promettente sviluppo per Jon che, dopo il servizio funebre, va a vedere come sta Tormund, ancora prigioniero. Tormud gli dice che Ygritte lo amava. La prova? «Parlava soltanto di ucciderti», gli spiega. Jon prepara allora una pira per il suo vero amore e finalmente si concede qualche lacrima, che tratteneva da tempo.

Ygritte sulla pira
Ygritte

Okay. Finora è stato un episodio piuttosto soddisfacente. Ma adesso le cose iniziano a migliorare. La storia su Bran è piena di potenzialità ma le ha espresse raramente. In parte è voluto: sta cercando qualcosa, non sappiamo cos’è, così finché non la troverà resteremo in quel freddo gelo del Nord. Hodor sta portando Bran in giro, Jojen Reed barcolla dietro di loro mentre sua sorella Meera cerca di sorreggerlo. Cade ma si riprende, e alla fine arrivano tutti a destinazione. È un albero-diga (uno di quegli alberi magici con una sorta di faccia intagliata sulla corteccia), illuminato dal Sole, ricoperto da foglie rosse: un’oasi tra la neve del Nord. Il gruppo si avvicina all’albero ma Jojen viene improvvisamente afferrato da una mano che spunta dalla terra ricoperta di neve. Tutto d’un tratto i ragazzi sono attaccati da una banda di scheletri guerrieri. (Onestamente, non sono certo che siano proprie Ombre bianche o che siano semplicemente qualcosa del genere).

Questi scheletri guerrieri aggrediscono tutti e si accaniscono su Hodor, che sopravvive solo perché Bran lo possiede e li allontana. Anche Meera sta facendo del suo meglio per riuccidere questi aggressori non-morti, fatti di mucchi di ossa, quando non lontano esplodono delle palle di fuoco. Sono state fabbricate da una ragazzina inquietante, dall’aspetto non esattamente umano. Dice che per Jojen, che non è riuscito a respingere gli scheletri, non c’è più niente da fare. «Vieni come me o morirai con lui», dice a Meera. La ragazza dà al fratello un bacio d’addio – riposa in pace Jojen Reed – e poi segue Hodor, Bran e la loro nuova piccola amica in una caverna. Gli scheletri cercano di inseguirli ma si disintegrano all’entrata. I loro poteri in questa grotta non funzionano.

Meera uccide il fratello Jojen
Jojen-Reed

E quindi, chi è questa nuova misteriosa arrivata? «I primi Uomini ci chiamava i Bambini, ma eravamo nati molto tempo prima» spiega, conducendo il gruppo in un labirinto di rami di alberi selvatici, e… un momento. Tutto questo sembra familiare. Carcosa! Ecco cosa fa HBO, cerca da sempre di risparmiare soldi sull’allestimento del set. In breve incontrano un uomo che è il corvo dai tre occhi che appare in sogno a Bran? Una divinità che tutto vede e tutto conosce? Qualcosa a metà tra queste due cose. Sa chi è Bran Stark, anzi lo ha tenuto d’occhio per tutta la vita. Bran è arrabbiato perché Jojen è dovuto morire per farlo arrivare a destinazione, ma la manifestazione umana del corvo gli spiega che il suo amico è morto perché Bran potesse trovare quello che ha perso. A questo punto Bran si illude che potrà camminare di nuovo. Non è così, dice l’uomo-corvo, ma potrà invece volare.

Ritorniamo in una parte del mondo dove le cose hanno un po’ più senso, Brienne e Podrick si svegliano e scoprono che i loro cavalli non ci sono più. Probabilmente qui non c’entrano gli scheletri guerrieri, ma vai a sapere. Brienne scorge Arya, che sta facendo i suoi esercizi con la spada non lontano, e le si avvicina. Arya avverte il Mastino e dopo qualche scambio di battute Podrick lo riconosce. Brienne capisce allora che la ragazzina malconcia con cui sta parlando è Arya Stark, e le dice di aver giurato un voto di lealtà a sua madre. Ora Brienne vuole portarlo a compimento e proteggerla.

Il Mastino è scettico, anche perché si accorge che la spada di Brienne, Giuramento, è fatta con l’oro dei Lannister, nemici giurati degli Stark. Brienne prova a convincerlo, dicendo che può garantire la sicurezza ad Arya. Il Mastino risponde che tutta la famiglia di Arya è morta, Grande Inverno è in macerie, e non c’è alcuna salvezza, stupida cretina. Iniziamo tutti a urlare alle nostre tv «Siete due bei personaggi, non combattetevi a morte!». Ma è troppo tardi. La battaglia inizia e le cose si mettono subito male. Brienne e il Mastino si danno una gran quantità di colpi e pugni, a un certo punto il Mastino la sormonta e la riempie di botte, una scena che ricorda quella con il fratello, la Montagna, e Oberyn nell’episodio precedente. Ma Brienne si riprende e spinge il Mastino giù da un dirupo. La vittoria non è però seguita dalla ricompensa: Arya è scomparsa. Ovviamente è colpa di Podrick: ha perso i cavalli e la ragazzina.

Dopo che i suoi potenziali salvatori – o carcerieri – si sono allontanati, Arya trova il Mastino. Sta morendo. La sua faccia bruciata è l’ultima delle sue preoccupazioni, a questo punto. «Ucciso da una donna – si lamenta – Scommetto che ti fa piacere». Dice ad Arya di andare da Brienne ma lei non ne vuole sapere. La prega allora di risparmiargli la sofferenza e di ucciderlo; per farla arrabbiare le racconta di quando ha ucciso un suo vecchio amico, il figlio del macellaio, e le dice che avrebbe dovuto violentare la sorella Sansa. Arya osserva la scena con completa indifferenza. E poi se ne va. È una conclusione dura per la storia di una delle migliori coppie della serie tv. Riposa in pace, Mastino. (E siamo a due).

Gli attori commentano la battaglia tra Brienne e il Mastino

Se c’è un personaggio che proprio non riesco a immaginare venga ucciso è Arya. L’altro è Tyrion, anche se deve affrontare un’imminente condanna a morte. Le cose per lui si mettono meglio quando il fratello Jaime gli fa visita in cella per aiutarlo a scappare. Jaime gli dice che Varys lo sta aspettando; i due si abbracciano e Tyrion esce dalla cella. Ma prima ha un conto in sospeso. Attraverso una botola entra nella camera del padre, ma nel letto non trova lui, bensì Shae. Che cosa deludente. Credo che sia piuttosto difficile passarci sopra. Appena Shae lo vede cerca un coltello, segue una breve zuffa che finisce con Tyrion che strangola a morte il suo vecchio amore. Riposa in pace, Shae. (E siamo a tre).

Tyrion uccide Shae

Ma il suo piano non era quello. Quel che farà adesso appare abbastanza chiaro, soprattutto considerando lo stato mentale in cui si trova dopo aver ucciso l’ex amante. Prende in mano una balestra, va in cerca di suo padre e lo trova mentre è al bagno. Tywin, sempre padrone di sé, sembra solo leggermente sorpreso mentre viene affrontato dal figlio, che dovrebbe essere invece in carcere, e indovina facilmente che è stato il fratello ad aiutarlo a scappare. Tywin gli dice di posare la balestra e di andare a discutere insieme nelle sue stanze. Tyrion risponde di aver sempre saputo che il padre lo voleva morto. «Ma ti sei sempre rifiutato di morire», gli risponde il padre, aggiungendo di averlo rispettato e addirittura ammirato per questo. Tywin fa del suo meglio per mantenere un’aria autorevole, anche con una balestra puntata contro di lui e con i pantaloni alle caviglie, e aggiunge che ovviamente non avrebbe mai permesso l’esecuzione di Tyrion. Tyrion sposta la conversazione su Shae, dicendogli di averla uccisa con le sue stesse mani. Tywin non è minimamente turbato dalla cosa, e risponde che non gli importa. È soltanto una puttana, dopo tutto. A Tyrion quella parola proprio non piace e il risultato è una freccia al petto di Tywin. (La scena fa pensare a Pulp Fiction, in particolare per il tema del bagno). «Sono tuo figlio. Sono sempre stato tuo figlio», gli dice e lo lascia morire con due frecce al petto. Riposa in pace, Tywin. (E siamo a quattro). Non posso credere che non ti sentirò più pronunciare di nuovo «Casterly Rock».

Tyrion uccide Tywin

E che succederà ora per Tyrion? È difficile da prevedere. Ma Varys, che ha aiutato a organizzare la sua fuga, dà un’occhiata ad Approdo del re, pensa a cosa potrebbe succedere e decide di andarsene ovunque la barca sia destinata. Tyrion viene nascosto in un carico ed è spedito di nascosto sulla nave.

Anche per Arya è in arrivo una vita da marinaio. Trova il capitano di una barca in partenza che però all’inizio non la vuole aiutare. Quando però lui le dice che è diretta a Braavos, le cose cambiano. Arya gli mostra la moneta che le aveva regalato Jaqen H’ghar e pronuncia le parole magice: Valar morghulis. Il capitano le risponde allora che ci sarà un posto per lei: subito dopo vediamo che si allontana sulla nave, accompagnata da una versione super esaltante della sigla cantata dal coro, facendo iniziare così questi dieci mesi di attesa.

Arya sulla nave per Braavos

(©2014 The Washington Post)