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  • Martedì 7 aprile 2015

Le fosse comuni di Tikrit

L'esercito iracheno sta riesumando i corpi dei soldati uccisi dall'ISIS a giugno, in quello considerato il più grave massacro compiuto in un decennio di violenze settarie in Iraq

Iraqi security forces and allied Shiite militiamen pray at a cemetery at Camp Speicher for soldiers killed near Salah al-Din palace, one of Saddam Hussein's palaces in Tikrit, 80 miles (130 kilometers) north of Baghdad, Iraq, Friday, April 3, 2015. (AP Photo/Khalid Mohammed)
Iraqi security forces and allied Shiite militiamen pray at a cemetery at Camp Speicher for soldiers killed near Salah al-Din palace, one of Saddam Hussein's palaces in Tikrit, 80 miles (130 kilometers) north of Baghdad, Iraq, Friday, April 3, 2015. (AP Photo/Khalid Mohammed)

Il dipartimento di scienza forense dell’esercito iracheno ha iniziato a esaminare 12 sospette fosse comuni a Tikrit, la città che fino a pochi giorni fa era controllata dallo Stato Islamico (ISIS). Stando alle testimonianze dei residenti, si teme che nelle 12 sospette fosse comuni ci siano i corpi di 1.700 soldati uccisi nell’arco del 2014 dai miliziani dell’ISIS durante la loro avanzata nel nord dell’Iraq. Lo Stato Islamico è un’organizzazione estremista islamica sunnita che controlla pezzi di Iraq, Siria e Libia, e contro cui va avanti da mesi un’operazione militare internazionale.

In particolare i corpi apparterrebbero ai soldati sciiti di Camp Speicher, una vecchia base americana consegnata poi all’esercito iracheno. La conquista di quella base, con il massacro dei soldati, è stata ampiamente raccontata online dall’ISIS come strumento di propaganda, ed è definita da Al Jazeera “il singolo atto più letale compiuto durante un decennio di violenze settarie in Iraq”. Tikrit è stata liberata pochi giorni fa dall’esercito iracheno e dalle forze paramilitari sciite. La stima di 1.700 persone uccise è dell’ISIS, che se ne era vantata online: altre organizzazioni hanno detto che i morti sono stati 700-800.

«Abbiamo scavato la prima fossa comune e finora abbiamo trovato almeno 20 corpi. I primi indizi dicono senza dubbio che sono le vittime di Camp Speicher», ha detto a Reuters Khalid al-Atbi, funzionario del ministero della Sanità iracheno. «È stata una barbarie. Non siamo riusciti a non piangere. Quale barbaro selvaggio potrebbe uccidere 1.700 persone a sangue freddo?», ha aggiunto. Arwa Damon, inviato di CNN, ha detto di aver visto almeno nove corpi, tutti decomposti; alcuni avevano le mani legate. I resti saranno portati a Baghdad per identificarli attraverso il test del DNA. Quando sono stati recuperati i primi tre corpi, dieci soldati iracheni hanno sparato sette colpi d’arma da fuoco in aria e hanno cantato l’inno nazionale.

Il massacro di Camp Speicher è stato documentato anche dall’ONU, che in un rapporto diffuso il mese scorso dice che «un numero tra 1.500 e 1.700 soldati iracheni di Camp Speicher sono stati sommariamente uccisi il 12 giugno dall’ISIS». CNN dice che potrebbero esserci altre otto fosse comuni dentro il vecchio palazzo presidenziale – Tikrit era la città natale di Saddam Hussein – che durante l’invasione dell’ISIS era diventato il loro quartier generale.

I sopravvissuti al massacro – la maggior parte dei quali si sono salvati fingendosi morti – hanno raccontato che i miliziani dell’ISIS fecero marciare i soldati verso il palazzo presidenziale, dicendo loro che una volta portato a termine uno scambio di prigionieri sarebbero stati liberati. Poi però furono separati in gruppi più piccoli, gli sciiti furono separati dai sunniti, furono fatti incolonnare e poi uccisi. I video delle uccisioni furono poi pubblicati online. Ci vorranno settimane o mesi per riesumare tutti i corpi.

foto: AP Photo/Khalid Mohammed