• Mondo
  • Domenica 5 aprile 2015

Un’altra inchiesta su Russia e Front National

Il sito francese Mediapart sostiene che il governo russo abbia chiesto al partito di Marine Le Pen di dargli appoggio politico sull'annessione della Crimea

The leader of the French far-right National Front (FN) party Marine Le Pen visits on March 20, 2015 a farm in the northwestern French town of Juilley ahead of the ahead of the March 22 and 29 departemental local elections. AFP PHOTO/CHARLY TRIBALLEAU. (Photo credit should read CHARLY TRIBALLEAU/AFP/Getty Images)
The leader of the French far-right National Front (FN) party Marine Le Pen visits on March 20, 2015 a farm in the northwestern French town of Juilley ahead of the ahead of the March 22 and 29 departemental local elections. AFP PHOTO/CHARLY TRIBALLEAU. (Photo credit should read CHARLY TRIBALLEAU/AFP/Getty Images)

Mediapart, un sito francese di news che ha raccontato alcuni dei più grossi scandali avvenuti in Francia negli ultimi anni, ha scritto pochi giorni fa dell’esistenza di alcuni SMS e alcune email risalenti allo scorso anno scambiate tra un rappresentante del governo russo e alcune persone vicine al Front National, il partito di destra radicale francese guidato da Marine le Pen. Gli SMS e le email sono stati pubblicati da un gruppo di hacker russi di Anonyomus su un loro sito, scrive Le Monde: il contenuto dei messaggi di testo riguarda tra le altre cose il presunto appoggio che il Front National era disposto a dare all’annessione russa della Crimea, e i finanziamenti che alcune banche russe erano pronte a concedere al Front National. Mediapart si era già occupata dei rapporti tra Front National e Russia lo scorso dicembre, sostenendo che Le Pen avesse ricevuto un sostanzioso prestito in denaro da una banca russa vicina al presidente Vladimir Putin: Mediapart aveva scritto che il prestito era pari a 40 milioni di euro, mentre Le Pen aveva detto che si trattava di 9 milioni di euro.

Lo scambio di messaggi di testo, scrivono Mediapart e Le Monde, sono avvenuti tra Timur Prokopenko, capo del dipartimento degli Affari interni del Cremlino, e una serie di personalità vicine al Front National, tra cui un certo “Kostya” che secondo Le Monde è un cittadino russo e un sostenitore di Putin che ha dei contatti con Le Pen e con il Front National. In un SMS del 10 marzo 2014, Prokopenko chiedeva se fosse stato possibile far partecipare Le Pen come osservatrice al referendum per l’indipendenza della Crimea, che sarebbe avvenuto il 16 marzo. Il referendum è stato ritenuto fraudolento da quasi tutti gli osservatori e non è stato riconosciuto da gran parte della comunità internazionale. Prokopenko scriveva che «abbiamo estremamente bisogno» della partecipazione di Le Pen. Kostya in risposta assicurava che il partito avrebbe preso una posizione ufficiale sulla Crimea.

Le Pen non andò in Crimea, ma Aymeric Chauprade, un membro del Front National, partecipò come osservatore al referendum e lo definì «corretto e legittimo». All’epoca il Front National specificò che Chauprade aveva partecipato a titolo personale e non in quanto consigliere sulla politica estera del Front National. Nelle settimane successive la posizione del partito diventò più esplicitamente favorevole all’annessione russa e Le Pen disse in diverse occasioni che l’Europa avrebbe dovuto riconoscere l’annessione della Crimea alla Russia.

Negli ultimi mesi, i legami tra il Front National e la Russia si sono fatti più stretti. Lo scorso dicembre, dopo una prima inchiesta di Mediapart, Le Pen ha detto che il suo partito ha ricevuto un prestito da nove milioni di euro da una banca russa considerata molto vicina al governo del presidente Putin. Le Pen ha spiegato di aver accettato il prestito poiché tutte le banche francesi si erano rifiutate di aiutare il suo partito. La notizia ha spinto molti a ritenere che Putin fosse pronto a finanziare i partiti più radicali europei, con lo scopo di destabilizzare la regione e guadagnare consensi. In Italia, il segretario della Lega Nord Matteo Salvini ha più volte visitato Mosca e ha detto di essere contrario alle sanzioni economiche decise dall’Unione Europea contro la Russia. Salvini ha anche detto di essere favorevole ad un prestito da parte del governo russo alla Lega Nord, ma ha aggiunto che il suo partito non ha ancora ricevuto alcun finanziamento.