Il nuovo contratto sul commercio

Dopo un anno di trattative, Confcommercio e varie sigle sindacali hanno fatto un accordo che riguarda la flessibilità degli orari di lavoro in cambio di un riconoscimento in busta paga

Il primo giorno di saldi a Roma, dove si registra molta gente per strada, poca nei negozi salvo qualche fila nelle importanti griffe italiane e internazionali, 3 gennaio 2015 a Roma. ANSA/ MASSIMO PERCOSSI
Il primo giorno di saldi a Roma, dove si registra molta gente per strada, poca nei negozi salvo qualche fila nelle importanti griffe italiane e internazionali, 3 gennaio 2015 a Roma. ANSA/ MASSIMO PERCOSSI

Dopo un anno di trattative, Confcommercio e varie sigle sindacali che si occupano di terziario (Filcams-Cgil, Fisascat-Cisl e Uiltucs–Uil) hanno sottoscritto un accordo che riguarda, soprattutto, la flessibilità degli orari di lavoro in cambio di un riconoscimento in busta paga. L’accordo è entrato in vigore il primo aprile e durerà fino al 31 dicembre del 2017. Il contratto nazionale del terziario è anche il più grande a livello nazionale applicato al settore privato e riguarda circa 3 milioni di lavoratori e lavoratrici.

I punti principali dell’accordo
L’accordo prevede la possibilità di lavorare fino a 44 ore settimanali senza che scatti lo straordinario, senza che sia necessario il via libera del sindacato né del lavoratore stesso. Questo per un massimo di 16 settimane all’anno. L’azienda potrà dunque chiedere al dipendente – con un preavviso di 15 giorni – di lavorare 44 ore invece che 40 nei periodi di maggior lavoro: per esempio nel periodo natalizio o dei saldi per i negozi, ma anche in giugno per le aziende che fanno servizi alle imprese. La questione delle liberalizzazioni degli orari dei negozi o dei negozi aperti il primo maggio, invece non c’entra.

Le compensazioni previste sono due: le ore in più dovranno essere recuperate entro i 12 mesi, ma in periodi in cui l’azienda ha bisogno di minor personale, e i lavoratori avranno, da ora a dicembre 2017, un riconoscimento in busta paga che dipende dal livello di appartenenza: l’aumento medio al quarto livello a regime sarà per esempio di 85 euro al mese, ma gli aumenti saranno erogati in cinque parti.

Il contratto prevede anche alcune norme che riguardano il cosiddetto “sotto-inquadramento” nel caso cioè di assunzione di persone che appartengono a particolari categorie, come i disoccupati, o coloro che hanno concluso l’apprendistato senza che ci sia stata poi una loro stabilizzazione. In questi casi potrà essere stipulato un contratto a tempo determinato di 12 mesi, di cui 6 mesi con un sotto-inquadramento di due livelli e 6 mesi con un sotto-inquadramento di un livello. Il sotto-inquadramento degli ultimi 6 mesi potrà essere prorogato per altri 24 mesi in caso di trasformazione in contratto a tempo indeterminato.