D’Alema sulla giustizia e lo «sputtanamento delle persone»

© Marco Merlini / LaPresse
26-06-2009 Roma
Politica
Partito Democratico, direzione nazionale
Nella foto Massimo D'Alema

Democratic Party, national board
© Marco Merlini / LaPresse 26-06-2009 Roma Politica Partito Democratico, direzione nazionale Nella foto Massimo D'Alema Democratic Party, national board

Massimo D’Alema ha parlato – in un’intervista a Repubblica – dell’arresto del sindaco di Ischia e della presenza del suo nome nelle intercettazioni dell’inchiesta, presentate lunedì dalla stampa con la solita formula “spunta il nome di“, dato che D’Alema non è indagato per nessun reato. Nelle intercettazioni D’Alema viene citato tra i politici che certi imprenditori cercavano di ingraziarsi, nel suo caso comprando vino (D’Alema produce vino) e libri (della fondazione che dirige, ItalianiEuropei).

«Una vicenda scandalosa. È incredibile diffondere intercettazioni che nulla hanno a che vedere con l’indagine della Procura di Napoli. Lancio un allarme. Chi non ha ruoli istituzionali e non è indiziato di reato non può essere perseguitato in questo modo al solo scopo di ferirne l’onorabilità. Difenderò la mia reputazione in ogni sede. Ho già dato mandato agli avvocati».

D’Alema, cosa ha da dire sulle intercettazioni in cui si parla di lei?
«Non sono indagato. Di cosa devo rispondere? Della mia vita personale? La giustizia ha il compito di individuare i reati, non deve avere come fine lo sputtanamento delle persone. Non si può utilizzare un’inchiesta per chiamare in causa chi è totalmente estraneo. Io non c’entro in questa storia. L’ipotesi che siano state pagate tangenti per il programma di metanizzazione dell’isola di Ischia è una vicenda rispetto alla quale sono totalmente estraneo».

E gli acquisti dei suoi libri e del vino di famiglia da parte di Cpl?
«Dalla Cpl non ho avuto alcun regalo ed è ridicolo definire l’acquisto in tre anni di duemila bottiglie del vino prodotto dalla mia famiglia come un mega ordine, peraltro fatturato e pagato con bonifici a quattro mesi. Il vino non c’entra con l’inchiesta ed è noto a tutti che la mia famiglia produce un ottimo vino. Abbiamo più domanda che offerta. Il favore è riceverlo, non è venderlo. Quanto ai libri nessun beneficio personale, ma un’attività editoriale legittima che rientra nel normale e quotidiano lavoro della fondazione Italianieuropei. I libri, inoltre, furono acquistati per una manifestazione elettorale dedicata ai temi europei alla quale fui invitato dal sindaco di Ischia che era candidato del Pd».

La sua vicenda ha analogie con quella dell’ex ministro Maurizio Lupi?
«La vicenda di Lupi non c’entra. Io non sono un ministro, che ha vincoli di comportamento derivanti dalla carica. Sono un cittadino qualsiasi senza incarichi istituzionali di alcun genere. Un ministro che riceve un regalo può essere qualcosa di sgradevole. Io sono un normale cittadino e lancio un allarme. Non sono ministro, non sono deputato, sono in pensione. Massima solidarietà personale a Lupi, ma lui era ai lavori pubblici. Io non assegno appalti».