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  • Domenica 29 marzo 2015

Si vota in Uzbekistan: sì, ma dopo?

Il presidente Karimov verrà rieletto per mancanza di democrazia e avversari, ma la vera questione riguarda lo scontro per la successione, che sembra uscito da Game of Thrones

FILE - In this Saturday March 21, 2015 file photo, Uzbekistan's President Islam Karimov greets people during the festivities marking the Navruz holiday, or a sping "New Year" holiday, in Tashkent, Uzbekistan. Uzbekistan is going through the motions of a presidential election this weekend, with a crushing win for its longtime leader a foregone conclusion, but the long-term future of the Central Asian nation is still far from certain. Islam Karimov, 77, has led the double-landlocked former Soviet republic of 30 million people uninterruptedly since the late 1980s. (AP Photo/File)
FILE - In this Saturday March 21, 2015 file photo, Uzbekistan's President Islam Karimov greets people during the festivities marking the Navruz holiday, or a sping "New Year" holiday, in Tashkent, Uzbekistan. Uzbekistan is going through the motions of a presidential election this weekend, with a crushing win for its longtime leader a foregone conclusion, but the long-term future of the Central Asian nation is still far from certain. Islam Karimov, 77, has led the double-landlocked former Soviet republic of 30 million people uninterruptedly since the late 1980s. (AP Photo/File)

Aggiornamento di lunedì 30 marzo: il capo della commissione elettorale dell’Uzbekistan ha detto che il presidente in carica Islam Karimov ha ottenuto 17,2 milioni di voti, cioè il 90,39 per cento del totale.

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Domenica 29 marzo in Uzbekistan, paese dell’Asia Centrale, si vota per eleggere il presidente. Non si tratta di elezioni dove c’è particolare attesa per conoscere l’esito del voto: persino gli avversari dell’attuale presidente – Islam Karimov, al potere da più di vent’anni – si aspettano una sua vittoria. Uno dei tre candidati alle elezioni, Akmal Saidov, ha paragonato Karimov a Tamerlano, il grande conquistatore del Quindicesimo secolo che in Uzbekistan è visto come un eroe nazionale. Saidov è stato anche modesto nelle sue lodi, considerato che nelle elezioni del 2000 l’unico altro candidato disse di aver votato per Karimov. Nonostante il risultato di oggi sia scontato, il futuro dell’Uzbekistan è molto più incerto. Karimov ha 77 anni e non ha un successore designato, mentre il suo circolo ristretto e la sua stessa famiglia sono divisi dalle ambizioni e dalle lotte di potere: chiunque prenderà il posto di Karimov, quando succederà, dovrà probabilmente gestire due grandi problemi: l’economia stagnante e la diffusione dell’islamismo.

L’Uzbekistan in breve
L’Uzbekistan è un paese di circa 30 milioni di abitanti nel mezzo dell’Asia centrale ed è una delle dittature più dure al mondo. Un ex-ambasciatore inglese ha descritto il paese dicendo che «ci sono relazioni molto strette tra la criminalità organizzata e il governo dell’Uzbekistan». L’economia uzbeka si basa sulla produzione di cotone dove la famiglia Karimov ha grossissimi interessi (Karimov è stato soprannominato “il re del cotone”). Ogni anno gran parte della raccolta del cotone viene eseguita dagli studenti delle scuole, che per alcune settimane, al posto delle lezioni, vengono mandati a lavorare nei campi. Si calcola che il lavoro di quasi tre milioni di minorenni venga usato ogni anno in questo settore.

In Uzbekistan la libertà di espressione e di stampa è molto limitata, così come le critiche verso l’autoritarismo del regime: Karimov controlla tutti i mezzi di informazione e l’accesso a internet è limitato. Le assemblee pubbliche sono vietate e gli unici partiti politici legali sono quelli autorizzati dal governo. Lo scorso settembre, l’ONG “Human Rights Watch” ha pubblicato un rapporto con un lungo elenco di violazioni dei diritti umani in Uzbekistan: giornalisti e oppositori politici sono spesso arrestati, imprigionati e torturati.

Come in molte delle repubbliche ex-sovietiche dell’Asia Centrale, Karimov è salito al potere perché era considerato un “uomo forte” del partito comunista locale. Nel 1991, dopo la caduta dell’Unione Sovietica, Karimov ha vinto le sue prime elezioni presidenziali e nel 1995 ha organizzato un referendum per prolungarsi il mandato di cinque anni e poi un altro, per allungarlo di altri due. Nel 2007 ha organizzato delle elezioni ritenute fraudolente e le ha vinte con il 90 per cento dei voti. Oggi, a 77 anni, sarà probabilmente rieletto per il quarto mandato, nonostante l’economia del paese cresca molto lentamente e le ricchezze nazionali siano in gran parte distribuite alla piccola élite che lo circonda.

La successione
L’élite che si è creata attorno a Karimov, ha scritto il giornalista Johannes Dell su BBC, ha cominciato a preparare la successione: diversi analisti credono per esempio i suoi membri tengano sempre più all’oscuro il presidente Karimov su quello che succede, limitandone così il potere decisionale. Fino a pochi anni fa non sembrava ci fossero dubbi sulla sua successione: tutti indicavano come futuro presidente uzbeko Gulnara, la figlia maggiore di Karimov. Gulnara era una delle donne d’affari più ricche del paese, possedeva radio e televisioni, un marchio di alta moda, oltre ad avere una vita notturna molto turbolenta. Era la popstar più famosa del paese e aveva anche realizzato un video insieme all’attore francese Gerard Depardieu. Nel corso del 2013 si diceva che Gulnara fosse pronta a candidarsi presidente.

Dall’autunno del 2013 le cose sono cambiate molto rapidamente: le televisioni di Gulnara sono state chiuse d’improvviso e i dipendenti picchiati e arrestati con l’accusa di aver compiuto attività anti-governative. In un gesto senza precedenti in Uzbekistan, Gulnara ha cominciato a denunciare le violenze su Twitter, accusando in particolare il potente capo dei servizi segreti del paese, Rustam Inoyatov, di volerla eliminare dalla politica: anche la sorella e la madre si sono dissociate da Gulnara, dicendo che da anni non avevano più rapporti con lei (Gulnara le ha poi accusate di essere due “streghe”): tra le altre cose, si è parlato anche di come lo stesso Islam Karimov avesse picchiato la figlia in un eccesso di rabbia. Da due anni sembra che Gulnara sia agli arresti domiciliari e che non abbia più alcuna possibilità di riprendere la sua carriera politica.

I successori
Secondo BBC, uno dei candidati più forti alla successione potrebbe essere proprio Inoyatov, il capo dei servizi segreti. In un dispaccio diplomatico pubblicato da Wikileaks, Inoyatov è definito la persona da cui passare per avere accesso al presidente. Inoyatov ha però 70 anni e potrebbe essere superato dal 58enne primo ministro uzbeko Shavkat Mirziyoyev. Mirziyoyev ha la fama di un uomo molto duro e in passato è stato accusato di aver picchiato personalmente i suoi subordinati. È anche molto prudente e si dice che abbia ordinato alle televisioni del paese di non mostrare mai la sua immagine per non oscurare quella del presidente Karimov. Mirziyoyev ha molti interessi nell’industria del cotone del paese ed è alleato come molti oligarchi che fanno parte della ristretta élite del regime.

Il terzo candidato, Rustam Azimov, 56 anni, è l’attuale ministro Finanze ed è considerato il più liberale e filo-occidentale. È un accademico, uno studioso di economia, parla perfettamente inglese ed è stato diverse volte in visita a Washington, negli Stati Uniti. Alla fine degli anni Novanta è stato uno dei politici che più hanno tentato di modernizzare l’Uzbekistan e aprire la sua economia verso l’esterno, senza troppo successo. Azimov è spesso descritto come un rivale del primo ministro Mirziyoyev. Anche la famiglia di Karimov, comunque, potrebbe continuare a esercitare il potere: dopo la “caduta” di Gulnara, ha cominciato a emergere la figura della sorella, Lola Karimova-Tillayeva, anche lei molto ricca e potente e amante della vita notturna. Per ora Lola si è detta non interessata a partecipare alla vita politica uzbeka.

L’Uzbekistan è in una situazione di relativa tranquillità da diverso tempo: le ultime grandi manifestazioni sono state nel 2005, quando l’intervento del governo provocò la morte di decine di persone. Sembra però che da qualche tempo abbia cominciato a diffondersi l’islamismo, nonostante l’opposizione del governo: pochi giorni fa nella capitale Tashkent una folla numerosa e pacifica si è radunata per i funerali di un importante leader religioso locale. Le forze di sicurezza uzbeke non sono intervenute, nonostante questo tipo di manifestazioni sia illegale. La religione islamica è in una fase di espansione in Uzbekistan dagli anni Novanta, sostengono alcuni esperti.

nella foto: il presidente dell’Uzbekistan Islam Karimov a Tashkent. (AP Photo/File)