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  • Venerdì 27 marzo 2015

Israele sbloccherà i soldi provenienti dalle tasse palestinesi

Dopo averli bloccati tre mesi fa, come reazione alla richiesta della Palestina di aderire alla Corte Penale Internazionale

Israeli Prime Minister Benjamin Netanyahu speaks during a ceremony with Israeli President Reuven Rivlin, not seen, in Jerusalem, Wednesday, March 25, 2015. Netanyahu struck a conciliatory tone on Wednesday as he was formally tapped to form a new government, vowing to heal rifts in Israeli society and fix ties with the United States following an acrimonious election campaign. (AP Photo/Dan Balilty)
Israeli Prime Minister Benjamin Netanyahu speaks during a ceremony with Israeli President Reuven Rivlin, not seen, in Jerusalem, Wednesday, March 25, 2015. Netanyahu struck a conciliatory tone on Wednesday as he was formally tapped to form a new government, vowing to heal rifts in Israeli society and fix ties with the United States following an acrimonious election campaign. (AP Photo/Dan Balilty)

Venerdì 27 marzo il primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu ha annunciato che Israele ricomincerà a versare al governo palestinese i soldi provenienti dalle tasse raccolte in Cisgiordania: il trasferimento delle tasse era stato bloccato tre mesi fa, dopo che il governo della Palestina aveva fatto richiesta formale di aderire alla Corte Penale Internazionale (ICC). Reuters ha scritto che finora Israele ha trattenuto circa 500 milioni di dollari alla Palestina (circa 460 milioni di euro), causando ai palestinesi problemi economici molto rilevanti. Netanyahu ha comunicato di aver deciso di sbloccare i fondi alla Palestina «per motivi umanitari, fra le altre cose». In molti considerano la decisione di Netanyahu un tentativo di rimediare alle tensioni delle ultime settimane: il giorno prima delle elezioni politiche israeliane, tenute lo scorso 18 marzo, Netanyahu aveva detto che sotto il suo governo i palestinesi non avrebbero mai avuto un loro stato (salvo poi rivedere di nuovo la sua posizione, a elezioni vinte).

La decisione di Israele di bloccare il trasferimento delle tasse aveva costretto il governo palestinese a ridurre del 40 per cento gli stipendi dei suoi dipendenti pubblici e di ricorrere a una riserva economica di emergenza. I soldi delle tasse compongono circa i due terzi delle entrate dello stato palestinese. Netanyahu non ha comunque precisato quando e in che modo Israele verserà i soldi. Il governo palestinese non ha ancora commentato la decisione. Secondo il New York Times, il governo israeliano ha bloccato i trasferimenti più di una decina di volte da quando sono stati introdotti, agli accordi di Oslo nel 1993. L’ultima volta era avvenuto nell’aprile del 2014.

Israele se l’era presa molto per la richiesta della Palestina di entrare nell’ICC: la richiesta della Palestina è stata accettata (entrerà nell’ICC a partire dall’1 aprile),e il timore degli israeliani è che potrebbe denunciare al tribunale quelli che ritiene essere dei crimini di guerra avvenuti sul suo territorio. In caso di condanna di uno o più cittadini israeliani, questi ultimi rischierebbero l’arresto non appena si trovassero a viaggiare in paesi che aderiscono alla ICC.

foto: AP Photo/Dan Balilty