Le birre preferite in ciascun paese

Le mostra una mappa che sta circolando molto in questi giorni, con qualche perplessità tra i cultori

VinePair, un magazine online americano che si occupa di vino e birra, ha messo insieme una mappa delle birre più popolari in ciascun paese del mondo. Per compilare la mappa, VinePair dice di aver considerato «decine di fonti, fra report di ricerca e documenti aziendali». Come ha notato l’Economist, una delle cose notevoli è che nessuna birra è la più popolare in più di due paese al mondo (sebbene alcune birre siano prodotto dalla stessa società: è il caso della Bud Light e della Budweiser, le due birre più popolari rispettivamente negli Stati Uniti e in Canada). Con poche eccezioni, inoltre, si tratta sempre di birre chiare e a bassa gradazione alcolica.

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In Europa, la tendenza è quella di preferire birre prodotte sul posto: in Italia la birra più popolare è la Moretti (che fa parte dello stesso gruppo della Heineken), il cui stabilimento originario è a San Giorgio di Nogaro, in provincia di Udine. In Francia, la birra più bevuta è la Kronenbourg 1664, prodotta a Strasburgo. In Grecia si beve moltissimo la Mythos, lanciata nel 1997 come birra “greca” dopo che la stessa società importava da quasi trent’anni in Grecia la birra tedesca Henninger. E così via.

Altre cose notevoli: in Danimarca, la birra più popolare non è la Carlsberg ma la Tuborg, che nel 1970 è stata acquisita proprio dalla Carlsberg e ne è diventata una specie di sottomarchio. In Brasile, secondo VinePair, la birra più popolare è la Skol, che andava moltissimo nel Regno Unito negli anni Ottanta e che è stata creata “a tavolino” da alcuni produttori britannici, canadesi, svedesi e belgi nel 1964. In Sudafrica, ancora oggi la birra più diffusa è la Carling Black Label (una lager, cioè una birra chiara e molto leggera), una birra canadese molto diffusa fra i paesi che facevano parte o avevano stretti legami con l’Impero Britannico.

Per l’Economist comunque, le birre presenti sulla lista sono accomunate dal fatto di essere praticamente tutte «insulse».

Eppure, questo non dice molto sulla cultura birraria di ciascuna paese: ciascuna birra presente sulla lista rappresenta solamente il “minimo comune denominatore” fra tutti i bevitori di quel paese. Sarebbe un peccato se degli stranieri pensassero che la Carling sia “la” birra britannica, in un posto che ne produce di molto più buone. E davvero, chiunque arrivi in Belgio e ordini una Jupiler dovrebbe essere espulso all’istante.