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  • Lunedì 16 marzo 2015

Maduro governerà per decreto, di nuovo

Per la seconda volta da quando è diventato presidente del Venezuela gli è stato concesso il potere di fare le leggi senza l’approvazione del Parlamento

Venezuelan President Nicolas Maduro speaks whilst holding the folder with the decree powers law, in Caracas on March 15, 2015. Venezuela's National Assembly voted Sunday to give President Nicholas Maduro decree-making powers in defense and security affairs amid an escalating confrontation with Washington. The special powers were approved by a show of hands in the assembly after two hours of debate and will be in effect for six months. AFP PHOTO/JUAN BARRETO (Photo credit should read JUAN BARRETO/AFP/Getty Images)
Venezuelan President Nicolas Maduro speaks whilst holding the folder with the decree powers law, in Caracas on March 15, 2015. Venezuela's National Assembly voted Sunday to give President Nicholas Maduro decree-making powers in defense and security affairs amid an escalating confrontation with Washington. The special powers were approved by a show of hands in the assembly after two hours of debate and will be in effect for six months. AFP PHOTO/JUAN BARRETO (Photo credit should read JUAN BARRETO/AFP/Getty Images)

Per la seconda volta da quando Nicolás Maduro è diventato presidente del Venezuela, nell’aprile del 2013, l’Assemblea nazionale gli ha conferito il potere di governare per decreto, cioè di fare le leggi senza l’approvazione del Parlamento. La nuova legge avrà validità fino al prossimo 31 dicembre. Maduro aveva chiesto poteri speciali la scorsa settimana in un discorso alla nazione trasmesso dalla tv di stato, dopo che gli Stati Uniti avevano annunciato nuove sanzioni contro sette funzionari venezuelani accusati di violazioni dei diritti umani nelle repressioni delle proteste organizzate nel 2014 dalle opposizioni del paese. Maduro ha detto che userà questi poteri speciali «per difendere la pace e la sovranità» del Venezuela e per fare fronte alla minaccia rappresentata dagli Stati Uniti che il presidente incolpa da tempo di voler attuare «un programma per destabilizzare il suo governo».

I politici dell’opposizione hanno criticato il voto dell’Assemblea (dove il partito di Maduro ha la maggioranza) dicendo che quella dei poteri speciali è «un’arma che stanno concedendo al presidente contro coloro che non sono d’accordo con lui» e che quello delle sanzioni USA è solo un altro pretesto per «accumulare potere e distogliere l’attenzione dalla crisi economica». La prima volta che Maduro aveva ottenuto poteri speciali, nel novembre del 2013, aveva detto che l’obiettivo sarebbe stato quello di contrastare con urgenza e senza lungaggini la crisi economica innescata dall’aumento dell’inflazione, di affrontare la mancanza di beni di prima necessità, di ridurre il costo della vita dei venezuelani e di combattere la corruzione. In realtà, nei mesi successivi alla legge, la situazione non è migliorata.

Il Venezuela è infatti da tempo in crisi economica e ciclicamente si verificano carenze di alcuni prodotti di prima necessità con immagini ormai familiari di lunghe code fuori dai supermercati. La crisi si è aggravata negli ultimi tempi anche a causa del notevole calo del prezzo del petrolio, da cui il Venezuela dipende per circa il 95 per cento delle proprie esportazioni. Sono in molti a giudicare poco incisive le reazioni e i provvedimenti di Maduro di fronte alla crisi basati principalmente su una serie di accuse e poche azioni concrete. Alla fine di gennaio è circolata molto una frase di Maduro che, parlando della difficile situazione economica e del calo del prezzo del petrolio, ha detto: «Dio provvederà». Maduro accusa in generale gli Stati Uniti, gli oppositori politici del governo e gli imprenditori del paese di lavorare contro il suo governo.