• Mondo
  • Domenica 15 marzo 2015

Perché i polli americani sono sempre più grossi?

Si sono ingranditi di quattro volte negli ultimi 50 anni: c'entra l'ossessione per la carne bianca, tra le altre cose

di Roberto A. Ferdman – Washington Post

<> on August 9, 2014 in Osage, Iowa.
<> on August 9, 2014 in Osage, Iowa.

Il pollo è l’animale più mangiato negli Stati Uniti, più del maiale o del manzo. A causa delle molte raccomandazioni di mangiare meno carne rossa e più carne bianca, l'”ossessione” per il pollo cominciata trent’anni fa non è mai finita. Superare una domanda così alta di pollo ha avuto conseguenze particolari: ha richiesto di superare i confini di ciò che era biologicamente possibile. Il grafico qui sotto dà l’idea di quanto pollo mangino gli americani. L’americano medio mangia oggi in un anno quattro volte la quantità di pollo di un americano dell’inizio Novecento, secondo i dati dal dipartimento dell’Agricoltura degli Stati Uniti. Oggi si mangiano 35 chili di pollo a persona all’anno.

graficopolli

La richiesta di pollo negli Stati Uniti non è più sostenibile. E i polli – o per lo meno, il loro DNA – dovranno in qualche maniera adattarsi. Michael Lilburn, professore del centro di ricerca sul pollame della Ohio State University, ha detto che «se le persone continuano a mangiare sempre più pollo, gli esemplari dovranno necessariamente diventare più grossi. Dovremo anche aumentare la quantità di carne in ciascun petto». Le previsioni di Lilburn non sono così rivoluzionarie. I polli, dopo tutto, da decenni sono diventati più grossi, sulla base di una domanda sempre più ampia. Gli americani mangiano così tanta carne bianca – contenuta nel petto dell’animale – che riescono a esportare la carne più scura in eccesso, quella per esempio delle cosce. L’industria del pollame ha dovuto adattarsi.

Alcune nuove tecnologie sviluppate già negli anni Quaranta hanno permesso di migliorare la nutrizione dei polli e di contrastarne alcune malattie. Una migliore gestione della produzione ha contribuito a rendere il business più efficiente. Nel corso degli anni, miglioramenti sia nel trasporto sia nell’imballaggio hanno facilitato l’espansione delle aziende che commerciano polli. Un fattore decisivo è stata inoltre la selezione artificiale di certi esemplari, con petti sempre più grossi. Uno studio pubblicato nel 2014 ha rilevato che negli ultimi 60 anni c’è stato un notevole cambiamento della costituzione dei polli allevati per essere mangiati: da circa 900 grammi da adulti a circa quattro chili.

graficopolli2

Dice Lilburn che oggi «qualsiasi cosa contiene carne bianca, e l’industria ha cominciato a puntare su polli dal petto sempre più ampio». Se le persone smettessero di mangiare pollo allevato in grande scala per protesta contro la pratica della selezione artificiale, le aziende che commerciano il pollo subirebbero dei gravi danni, e sarebbero costrette a vendere una quantità minore di polli – e con un petto meno ampio. È comunque difficile che uno scenario di questo tipo si verifichi: i consumatori stanno dicendo alle aziende di allevare polli sempre più grossi. Lilburn dice che «le persone non capiscono che è la domanda del consumatore a controllare l’industria. Una piccola minoranza sta sollevando una serie di domande legittime: al grosso della popolazione americana però non importa da dove proviene il cibo, a patto che sia venduto a poco prezzo».

E il pollo è economico. Fra i prodotti di carne è la fonte di proteine a miglior prezzo, e il divario si sta ampliando. Per i prossimi anni Tyson, il più grosso produttore di pollo degli Stati Uniti, ha previsto una crescita stabile della domanda. I polli, fra l’altro, nonostante la crescita degli ultimi decenni non hanno ancora raggiunto il peso massimo consentito dalla loro struttura corporea: e gli allevatori cercheranno probabilmente di raggiungere quel limite, se l’appetito degli americani glielo consentirà. Secondo Lilburn, la pratica potrebbe essere messa seriamente in discussione solamente quando emergeranno problemi di qualità del prodotto.

©Washington Post 2015

foto: Scott Olson/Getty Images