Pharrell Williams e Robin Thicke sono stati condannati per il plagio di “Blurred Lines”

Dovranno pagare 7,3 milioni di dollari ai familiari di Marvin Gaye, ma dicono che volevano solo omaggiare il suo genere di musica

Si è concluso il processo per plagio nei confronti dei musicisti Robin Thicke, Pharrell Williams e T.I. (Clifford Harris Jr.) riguardo Blurred Lines, una della canzoni di più successo nel 2013. Thicke e Williams erano stati citati in giudizio dai familiari del noto musicista soul Marvin Gaye, morto nel 1984: secondo loro la canzone ha la stessa linea melodica di Got to Give It Up, pubblicata da Gaye nel marzo del 1977 come singolo del disco Live at the London Palladium. I tre figli di Gaye riceveranno 7,3 milioni di dollari a titolo di risarcimento, mentre T.I. è stato assolto, poiché aveva cantato soltanto la parte rap.

Questo verdetto non ha però colpito soltanto Thicke e Williams: potrebbe cambiare il modo di lavorare degli artisti, potrebbe far partire una serie di cause per plagio nei prossimi anni e quindi secondo molti diventerà un precedente che rischia di cambiare molte cose. L’avvocato di Thicke e Williams, Howard King, ha detto ai giudici chiudendo la sua arringa finale che un verdetto a favore dei familiari di Gaye avrebbe avuto un tremendo effetto sugli artisti che cercano di rievocare un’epoca con la loro musica. Glen Rothstein, un avvocato che si occupa di proprietà intellettuale per lo studio Greenberg Glusker, ha detto ad Associated Press: «Il successo di questo verdetto potrebbe ridefinire il significato di copyright per i musicisti. Prima di oggi era normale considerare accettabile fare un omaggio a un’influenza musicale, ma da oggi ci sono nuovi dubbi sul dove comincia la violazione del copyright».

Una delle figlie di Gaye, Nona, ha pianto durante il verdetto e ha poi spiegato ai giornalisti: «Ora mi sento libera. Libera dalle catene di Pharrell Williams e Robin Thicke e da quello che ci hanno tolto e le bugie che sono state dette». Inoltre i familiari cercheranno di ottenere un’ingiunzione per avere più potere di negoziazione per quanto riguarda i diritti di autore. L’avvocato della difesa King ha prospettato un futuro più conservatore nelle case discografiche dopo questo verdetto: «Gaye era il principe del soul, ma non aveva il copyright per il genere intero e l’omaggio di Thicke e Williams non era una violazione. Questa causa renderà le etichette discografiche molto più caute, e ci sarà meno musica nuova in giro».

Oltre ai soldi da pagare, il verdetto potrebbe avere più ripercussioni su Robin Thicke, rispetto a Pharrell, che negli ultimi anni si è creato un nome, ha vinto 7 volte un premio ai Grammy Awards e ha venduto più di 100 milioni di copie, grazie anche al suo singolo Happy. Per Thicke invece Blurred Lines era stata un grande successo, mentre i tentativi successivi non sono andati troppo bene. Secondo Joe Levy, giornalista della rivista musicale americana Billboard, la più grande sorpresa è stato il fatto che si sia arrivati addirittura al processo: «Molti casi simili finiscono respinti o con un accordo tra le parti». Secondo Levy comunque la canzone Blurred Lines continuerà a far guadagnare moltissimi soldi a Williams, Thicke e ora anche alla famiglia Gaye: «Le persone non smetteranno di suonarla, non scomparirà».