È morto Frei Otto, vincitore del Pritzker Prize 2015

Era un importante architetto tedesco: il comitato del prestigioso Pritzker Prize ha fatto sapere di avergli assegnato il premio anticipando di due settimane l’annuncio ufficiale

German architect Frei Otto, left,greets with Japanese painter Yayoi Kusama, right, during an awarding ceremony of the 2006 Praemium Imperiale arts award in Tokyo Wednesday, Oct. 18, 2006. Otto, Kusama, American composer Steve Reich, Russian ballet legend Maya Plisetskaya and French sculptor Christian Boltanski were awarded the gold modals this year for their lifetime achievements. Seen at left in the background is Plisetskaya. (AP Photo/Shizuo Kambayashi)
German architect Frei Otto, left,greets with Japanese painter Yayoi Kusama, right, during an awarding ceremony of the 2006 Praemium Imperiale arts award in Tokyo Wednesday, Oct. 18, 2006. Otto, Kusama, American composer Steve Reich, Russian ballet legend Maya Plisetskaya and French sculptor Christian Boltanski were awarded the gold modals this year for their lifetime achievements. Seen at left in the background is Plisetskaya. (AP Photo/Shizuo Kambayashi)

L’architetto tedesco Frei Otto è morto lunedì 9 marzo: aveva 89 anni e aveva progettato, tra le altre cose, la copertura delle strutture del parco olimpico di Monaco di Baviera, nel 1972. Il comitato del Pritzker Prize – che è il più importante riconoscimento internazionale per l’Architettura fin dal 1979, anno in cui fu istituito dall’imprenditore americano Jay A. Pritzker – ha fatto sapere martedì di aver assegnato a Frei Otto il riconoscimento anticipando di due settimane l’annuncio ufficiale e precisando che la decisione è stata presa quando lui era ancora in vita: i rappresentanti del comitato «hanno potuto recarsi da lui e condividere la notizia del premio». Tra le motivazioni, le sue idee «visionarie, lo spirito curioso, la fede nella condivisione delle conoscenze e delle invenzioni e il modo di utilizzare con attenzione e parsimonia le risorse».

Frei Otto era nato a Siegmar, nella Germania occidentale, il 31 maggio del 1925. Era cresciuto a Berlino e da bambino progettava, per gioco, dei piccoli modelli di aliante. Durante la Seconda guerra mondiale prestò servizio nella Luftwaffe, l’aviazione militare tedesca, e fu catturato vicino a Norimberga: trascorse due anni come prigioniero di guerra vicino a Chartres, in Francia, dove lavorò come architetto da campo, imparando a costruire tende e varie strutture con i pochi materiali disponibili. Dopo la guerra tornò a studiare architettura a Berlino, dove nel 1954 conseguì un dottorato anche in ingegneria civile.

Come chiara risposta ai pesanti edifici commissionati sotto il Terzo Reich, Otto Frei si dedicò alle tensostrutture, forme leggere, a basso costo e rispettose dell’ambiente («Il suo lavoro si ispirava alla natura, agli uccelli e alle ragnatele», ha detto l’architetto britannico Richard Rogers, membro della giuria del Pritzker). Negli Stati Uniti Frei Otto conobbe le opere di grandi architetti come Mies van der Rohe, Frank Lloyd Wright e molti altri: divenne libero professionista nel 1952, aprendo uno studio a Berlino. Tra i suoi lavori più conosciuti ci sono il padiglione della Repubblica Federale tedesca all’Expo di Montréal del 1967, la copertura dello stadio Olimpico di Monaco di Baviera nel 1972 (quando i Giochi vennero oscurati dal cosiddetto “massacro di Monaco“) e il tetto del padiglione giapponese dell’Expo 2000 di Hannover con Shigeru Ban, vincitore del Pritzker nel 2014.

Il lavoro di Otto Frei è stato ampiamente riconosciuto. Nel 2006, per esempio, ha vinto in Giappone il Premio Imperiale per l’architettura e nel 2005 ha ricevuto la Royal Gold Medal, riconoscimento annuale per l’architettura che viene assegnato dal Royal Institute of British Architects a nome del monarca britannico.