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  • Martedì 10 marzo 2015

I pochi abitanti di Ordos, in Cina

Il New York Times racconta il fallimento di alcune nuove metropoli cinesi e chi sono quelli che ci hanno creduto

Studenti di Ordos, Cina. Sullo sfondo l'imponente statua equestre della città (Ed Jones/AFP/GettyImages)
Studenti di Ordos, Cina. Sullo sfondo l'imponente statua equestre della città (Ed Jones/AFP/GettyImages)

Ordos è una città della “Mongolia interna”, una regione della Mongolia all’interno dei confini della Cina, circa 500 chilometri a ovest di Pechino. Sottoterra ha un’immensa disponibilità di carbone da estrarre: un sesto circa di tutto il carbone fossile nel sottosuolo cinese. E da queste estrazioni arrivano i soldi che hanno portato alla costruzione di Ordos, diventata un simbolo dei limiti delle ambizioni di crescita del capitalismo cinese: la versione moderna, esagerata e cinese di una città fantasma. “Ordos City” fu un imponente progetto urbanistico deciso nei primi anni del millennio dal governo cinese, che mirava a costruire una nuova area residenziale, venderne gli alloggi e aspettare l’arrivo di almeno 300 mila nuovi abitanti.

Oggi è una delle più famose città fantasma nel mondo, nominata, fotografata e raccontata da anni: è infatti già dal 2010 che giornalisti, economisti e registi si occupano di Ordos (è del 2013 il documentario The Land of Many Palaces). Il nome Ordos significa appunto “la città dai molti palazzi”.

Ma i palazzi non sono in realtà del tutto vuoti: seppur molti meno rispetto a quelli attesi a suo tempo dal governo cinese, degli abitanti ci sono, e Ordos non è abbandonata e non è del tutto fantasma, come racconta un articolo sul magazine del New York Times di questa settimana. Ordos è, anzi, pulitissima, integra e, nonostante i troppi edifici per i troppi pochi residenti, perfettamente funzionante. L’articolo racconta la “colossale stranezza” di Ordos, descrive le spropositate dimensioni delle sue piazze, l’inutile ampiezza delle sue strade, l’esagerata altezza dei suoi palazzi. E quanti sono, chi sono e cosa fanno i cinesi che abitano a Ordos.

Quanti sono
Il primissimo progetto del governo cinese, spiegarono i registi di The Land of Many Palaces in una loro intervista al mensile Atlantic, era portare a Ordos almeno un milione di abitanti. La stima venne poi rivista a circa 300mila persone. Fonti del 2010 parlano di 28mila residenti effettivi. Il New York Times ipotizza oggi siano 100mila. Numeri in crescita, quindi; ma due case su tre continuano a restare vuote.

Chi sono
Guardando la cartina, i nuovi abitanti di Ordos potrebbero e dovrebbero provenire in gran parte dalla vicina Mongolia. Invece sono in prevalenza cinesi di etnia Han (la principale etnia cinese). Per lo più – ma non solo – gli abitanti di Ordos sono contadini inurbati da altre zone della Cina, forzati a trasferirsi nell’aspirante metropoli in seguito all’esproprio dei loro terreni da parte del governo. Un processo inverso rispetto a quello avvenuto ai tempi di Mao, quando si cercava di ottenere un ritorno dalle città alla vita rurale, e che, con un investimento di quasi 7 mila miliardi di dollari, ambisce a portare entro il 2020 cento milioni di nuovi residenti nelle città cinesi.

Gli abitanti di Ordos in effetti assomigliano più ai moderni cittadini cinesi che non agli antichi nomadi mongoli. I giovani cittadini sono infatti soliti indossare quelli che il New York Times descrive come i totem della cultura occidentale: felpe con cappuccio, sneaker e americanissimi cappellini da baseball.

Com’è Ordos
Nonostante la popolazione abbia radici e provenienze distanti, tutto a Ordos, dalle decorazioni delle strade fino ai principali edifici pubblici, mira a ricordare e celebrare la storia mongola. Il New York Times descrive così Ordos:

Una sorta di Disneyland della Mongolia, una città che trabocca di monumenti kitsch con l’ambizione di evocare l’eroismo e la storia della vita nella steppa. Una città il cui teatro ha l’aspetto di una gigantesca yurta [la tenda tipica delle popolazioni nomadi dell’Asia], in cui i lampioni sono decorati con archi e frecce. Una città, soprattutto, in cui tutto ricorda, raffigura, ritrae cavalli: murales di guerrieri mongoli a cavallo, un ponte sospeso con elementi che ricordano criniere di cavallo. Persino la più grande statua della città rappresenta una coppia di imponenti cavalli alzati sulle loro zampe posteriori.

Ordos è descritta dal giornalista che l’ha visitata come un luogo in cui “tutto sembra essere stato collegato a una pompa a elio e gonfiato fino a proporzioni gargantuesche”.

Cosa non ha funzionato
Ordos, finanziata dai guadagni derivati dall’estrazione del carbone, si è trovata nel mezzo di tutti i difetti e problemi della “bolla immobiliare” cinese: ulteriormente aggravata, in questo caso, dalla particolare volatilità del mercato del carbone, soggetto a grandi e costanti fluttuazioni. A Ordos non è inusuale imbattersi in video e foto segnaletiche di costruttori e investitori che, pieni di debiti, sono fuggiti.

Ordos Oggi
Intervistati dai registi di The Land of Many Palaces e dal giornalista del New York Times, gli abitanti di Ordos si dicono felici di questo loro presente e ottimisti sul loro futuro prossimo. Meno ottimismo, seppur con alcune voci in disaccordo, sembra invece esserci tra economisti e urbanisti. Perché Ordos non pare avere una chiara idea di sé, e nemmeno una evidente ragione per esistere. Non è, per usare le parole del giornalista del New York Times, una città fantasma, ma una città di fantasmi.

Il governo, nel tentativo di popolare la città, sta investendo in un nuovo quartiere di Ordos: Kangbashi. A Kangbashi, già dal 2006, sono stati spostati alcuni uffici governativi che prima avevano sede nel distretto del Dongsheng, 30 chilometri più a nord. Secondo alcune voci citate dal New York Times per “incentivare” i dipendenti pubblici a non fare la vita da pendolare, i collegamenti pubblici da Dongsheng a Kangbashi sarebbero stati drasticamente ridotti. Oltre agli uffici governativi, Ordos ospita oggi anche la sede distaccata dell’Università Normale di Pechino e alcune tra le migliori scuole superiori della zona. La diretta conseguenza è che alcuni dei palazzi vuoti di Ordos sono ora stati adattati a dormitori per studenti. Esistono però anche studenti squatter, che non potendosi permettere gli affitti dei dormitori hanno occupato abusivamente alcune case di Kangbashi. Gli abitanti di Ordos sono quindi in prevalenza ex contadini e studenti, ma difficilmente la loro presenza potrà porre rimedio al fallimento di questa incompiuta metropoli.

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