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  • Lunedì 9 marzo 2015

La storia di Carla Marangoni, medaglia olimpica nel 1928

Emanuela Audisio racconta la vita – passata e presente – della donna che ha vinto la prima medaglia olimpica italiana, oggi 99enne

Carla Marangoni è una signora 99enne che vive a Pavia, da sola, senza marito o figli: ma è anche e soprattutto la donna che ha vinto a 12 anni, insieme alle sue compagne, la prima medaglia olimpica per lo sport italiano femminile alle Olimpiadi di Amsterdam del 1928. Era la medaglia d’argento nella ginnastica artistica, vinta nella prima Olimpiade aperta anche alle donne. Come racconta un articolo di Emanuela Audisio su Repubblica di lunedì 9 marzo, Carla Marangoni è l’unica sportiva ancora in vita tra quelli che vinsero una medaglia ad Amsterdam nel 1928, ma non ama dare interviste e rifiuta le celebrazioni: «Andate ad intervistare i giovani, io non ho più niente da dire».

L’antipatica sta simpatica a tutti. Il mondo la cerca, lei lo rifiuta. Ha attraversato il secolo, con la sua indipendenza. E ora a cento anni, non vuole cambiare abitudini. Il selfie lo usa da sempre, anche da prima che lo inventassero. Solo che non lo condivide, è disconnessa. Non è sposata, non ha figli, non vuole incontri ravvicinati, nemmeno con la famiglia. «Per mia scelta». La ragioniera Carla Marangoni, così appare sull’elenco telefonico, è stanca di raccontare sempre la stessa storia: unica, eccezionale, ma molto passata. È l’antenata di tutte le campionesse italiane: di Simeoni, Pellegrini, Di Francisca. Ha fatto tutto prima di loro: a 13 anni, non ancora compiuti, ha vinto un argento olimpico nella ginnastica artistica a squadre. Ha guidato sulla strada e nella vita. È stata tra le prime donne in Italia ad avere la patente, anche quella nautica. Ora le vogliono dare medaglie, riconoscimenti, diplomi. Lei si nega. Rispedisce tutto al mittente. «Se li tengano». Nelle foto di gruppo, Amsterdam 1928, prima aperta alla donne, lei c’è e c’era. «Ma per carità, basta».

Miss Carla non vuole essere una grande reduce. Non sopporta la retorica dei sopravvissuti. Il suo Titanic a Cinque Cerchi non è affondato. Non le va il mito solo per l’anagrafe: nascita 13 novembre 1915. È la più antica testimone olimpica vivente. La medaglia più vecchia del mondo, l’unica che può raccontare dal vivo un’edizione anteriore al ’32. Di Johnny Weissmuller, il Tarzan di Hollywood, e del canottiere australiano Bobby Pearce che ad Amsterdam nei quarti si fermò per far passare una famiglia di anatre. Un altro sport, un’altra epoca. Anche perché Olga Toros, nata nel ’14, ginnasta ungherese, è scomparsa a febbraio. Così Carla è l’ultima superstite.

(Continua a leggere l’articolo di Repubblica sul sito del Corriere)