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  • Giovedì 5 marzo 2015

Cosa pensano (e cosa sono davvero) le città del mondo

La scalinata del quartiere Cihangir e Findikli, dipinta di tutti i colori da un abitante del quartiere. Venne ridipinta di grigio nella notte del 29 agosto 2013 provocando proteste tra gli abitanti e polemiche sui social network. Alla fine venne di nuovo colorata. La foto è del 31 agosto 2013. 
(OZAN KOSE/AFP/Getty Images)
La scalinata del quartiere Cihangir e Findikli, dipinta di tutti i colori da un abitante del quartiere. Venne ridipinta di grigio nella notte del 29 agosto 2013 provocando proteste tra gli abitanti e polemiche sui social network. Alla fine venne di nuovo colorata. La foto è del 31 agosto 2013. (OZAN KOSE/AFP/Getty Images)

«Quello che Londra pensa di sé, in realtà è Berlino
Quello che Berlino pensa di sé, in realtà è Belgrado
Quello che Belgrado pensa di sé, in realtà è Pechino
Quello che Pechino pensa di sé, in realtà è Washington
Quello che Washington pensa di sé, in realtà è New York
Quello che New York pensa di sé, in realtà è Istanbul
Quello che Istanbul pensa di sé, in realtà è Barcellona
Quello che Barcellona pensa di sé, in realtà è Francoforte
Quello che Francoforte pensa di sé, in realtà è Singapore
Quello che Singapore pensa di sé, in realtà è Londra»

Il breve ma calzante commento è stato scritto dal giornalista dell’Economist Jeremy Cliffe dopo che una rivista gli aveva chiesto un pezzo di 100 parole sulle “città del mondo”.