Tutte le canzoni scritte da William Butler per il Guardian

Il musicista degli Arcade Fire ne ha pubblicata una al giorno ispirandosi a cinque notizie, tra cui i buchi neri e l'ISIS

Il musicista e polistrumentista degli Arcade Fire, William Butler (fratello minore del più famoso leader della band Win Butler), ha scritto e pubblicato cinque canzoni, una per ogni giorno lavorativo della settimana, prendendo spunto dalle notizie che ha letto sul Guardian. La settimana scorsa Butler aveva spiegato che per il progetto si è ispirato in parte a Bob Dylan, che spesso diceva di prendere spunto dalle notizie dei giornali per le sue canzoni, e in generale dal suo interesse per l’attualità e le notizie. Le cinque canzoni parlano della Grecia, di un patriota sudafricano restituito al Sudafrica dalla Russia, di un problema con l’acqua potabile a San Paolo, della scoperta di un buco nero gigante e della distruzione da parte dell’ISIS di alcuni reperti archeologici a Mosul, in Iraq. Qui sotto le cinque canzoni di Butler e un estratto dei lunghi commenti con cui le ha corredate.

1. “Clean Monday”

Faccio il tifo per la Grecia. Voglio dire, chi diavolo è che non lo farebbe? Anche se sei di destra o super-tedesco o super-capitalista probabilmente non vorresti comunque che la Grecia uscisse dall’euro o andasse in bancarotta

 

2. “Waving Flag”

La mia reazione iniziale mentre leggevo del rimpatrio del corpo di Moses Kotane, dalla Russia al Sudafrica, è stata influenzata dalla poca fiducia che ho nel comunismo. Era davvero un uomo così ammirevole? La risposta è sì. Pur con tutte le loro colpe, in Sudafrica i comunisti furono gli unici, per anni, a parlare di equità etnica e ad avere fra i propri iscritti bianchi e neri. Stavano dalla parte delle democrazie e dei poveri. Io sono uno stronzo. Moses Kotane, invece, era un ammirevole nazionalista filosovietico.

3. “You Must Be Kidding

La prima volta che andai a San Paolo ero rimbambito dal jet lag e avevo poca esperienza coi viaggi. Credo di aver passato in città circa un giorno e mezzo, perlopiù all’interno di un hotel protetto da un alto cancello col filo spinato e le guardie. Era strano quel posto, ed è stata una scena intensa. Credo che quell’hotel abbia trovato un modo di ottenere dell’acqua, a prescindere da quanto siano basse le riserve.

 

4. “Madonna Can’t Save Me Now”

Avevo intenzione di scrivere qualcosa sui Brit Awards. Ero sicuro che il Guardian se ne sarebbe occupato. Confidavo molto su Sam Smith e Taylor Swift. Potevo barare, e preparare qualche accordo in anticipo. Ma ho appena scoperto che esiste un buco nero grosso 12 volte il sole, e quasi vecchio quanto l’intero universo, quindi, chi se ne frega. Non ho paura di finire in un buco nero: mi spaventa però l’idea che l’arte dell’uomo abbia solo 50mila anni, e pensare che tutto ciò che facciamo non avrà alcuna importanza in futuro. LOL Bwahahahahahahaha.

5. “By the Waters of Babylon”

Le parole della canzone di oggi sono prese dal Salmo 137. È una canzone oscura e rabbiosa, cantata da un rifugiato la cui città è stata distrutta. Non posso immaginare la tristezza e la rabbia delle persone la cui terra è stata distrutta dall’ISIS, i cui amici e famigliari sono stati uccisi, la cui cultura è stata distrutta. Mosul è un bene dell’umanità, un bene di tutti noi. La perdita legata a quel pezzo di storia è tremenda.