Il nuovo giorno per l’uscita dei dischi

L'IFPI, una specie di ONU dell'industria musicale, ha deciso che da quest'estate sarà il venerdì, in tutto il mondo

Young people look through vinyl records in a shop during the Berwick St Record Store Day in central London on April 19, 2014. AFP PHOTO / ANDREW COWIE (Photo credit should read ANDREW COWIE/AFP/Getty Images)
Young people look through vinyl records in a shop during the Berwick St Record Store Day in central London on April 19, 2014. AFP PHOTO / ANDREW COWIE (Photo credit should read ANDREW COWIE/AFP/Getty Images)

Giovedì 26 febbraio l’International Federation of Phonographic Industry (IFPI), un’organizzazione con sede a Londra che rappresenta gli interessi dell’industria discografica mondiale («l’ONU dell’industria musicale», come la definisce Rolling Stone), ha detto che a partire dall’estate 2015 i dischi usciranno di venerdì. Oggi il giorno della settimana in cui iniziano le vendite dei nuovi dischi cambia da paese a paese: negli Stati Uniti (e in Italia) è tradizionalmente il martedì, nel Regno Unito il lunedì. L’IFPI ha spiegato che la scelta del venerdì è il risultato di mesi di discussioni con i rappresentanti delle etichette discografiche, dei rivenditori e degli artisti. Il venerdì è stato scelto come giorno migliore anche in un sondaggio fatto tra gli acquirenti di dischi.

Una delle ragioni più importanti che hanno portato l’IFPI ha scegliere il venerdì è che spesso i nuovi dischi vengono distribuiti negli Stati Uniti diversi giorni prima che nel resto del mondo: questo fa sì che molti non americani decidano di scaricare il disco illegalmente, per averlo subito. Persone che magari sarebbero state anche disposte a comprarlo. Frances Moore, capo dell’IFPI, ha scritto: «Gli appassionati di musica oggi vivono nel mondo digitale. Il loro amore per la musica non riconosce i confini nazionali. Vogliono la musica quando è disponibile su internet, non quando sarà distribuita nel loro paese». Secondo L’IFPI, con l’unificazione del giorno di uscita dei dischi la pirateria musicale diminuirà, e le vendite aumenteranno: le ricerche dicono che i giorni dei weekend sono quelli in cui i negozi fisici e online vendono di più e in cui le persone usano più attivamente i social network. L’IFPI ha anche spiegato che un unico giorno di uscita per tutto il mondo «è un’opportunità per risvegliare l’eccitazione e l’attesa per la nuova musica dappertutto». La decisione dell’IFPI è stata sostenuta, tra gli altri, da iTunes (il più importante servizio per l’acquisto di musica online) e Spotify (tra i più diffusi servizi di streaming musicale).

Oltre ai cambiamenti che coinvolgono gli artisti, le etichette discografiche, i servizi di vendita e di streaming online di musica e i negozi fisici di dischi, la decisione dell’IFPI cambierà le cose anche per le riviste, i siti e le organizzazioni che fanno le classifiche settimanali dei dischi più venduti: la rivista Billboard ha detto per esempio che deciderà nei prossimi mesi come modificare la sua classifica, considerata la più importante negli Stati Uniti. Le etichette discografiche non saranno obbligate (come non lo sono ora) a fare uscire i dischi di venerdì, ma se non lo faranno sarà più difficile per loro entrare in queste classifiche.

Secondo il sito The Verge, la decisione di pubblicare i dischi di venerdì potrebbe comportare la fine delle discussioni sulle nuove uscite musicali nelle scuole e sui posti di lavoro: «Quando dici “hai sentito…” di lunedì, quello che “hai sentito” è già una notizia vecchia. Le decisioni sul fatto se il disco sia buono o no sono state già prese. Hanno già fatto le GIF. Il disco è già diventato una notizia della settimana precedente, e nessuno vuole essere una notizia della settimana precedente». Un altro fattore che potrebbe influenzare il successo – mediatico e commerciale – dei nuovi dischi è che al venerdì escono i nuovi film al cinema: le etichette discografiche dovranno fare attenzione a non programmare l’uscita di un nuovo disco lo stesso giorno in cui nei cinema esce un grosso blockbuster. Secondo The Verge gli unici artisti che potrebbero permettersi una scelta del genere, perché venderebbero comunque i loro dischi, attualmente sono Beyoncé, Drake, Adele, Kanye West, Taylor Swift e Jay Z. La decisione dell’IFPI è stata criticata anche da diversi rappresentanti dei negozi di dischi indipendenti, quelli che non appartengono a grosse catene: alcuni ad esempio sostengono che sarà più difficile rifornire le scorte dei dischi più venduti durante il weekend. Martin Mills, presidente dell’etichetta Beggars Group, ha sostenuto che la decisione dell’IFPI favorirà soprattutto i grandi rivenditori, come la catena americana di supermercati Target.

Negli ultimi anni diversi artisti internazionali molto famosi hanno adottato metodi “non tradizionali” per distribuire i propri dischi: nel 2007 i Radiohead, nota band britannica, misero online In Rainbows prima che uscisse nei negozi, disponibile al download a offerta libera; nel dicembre 2013 la cantante americana Beyoncé ha pubblicato su iTunes il suo nuovo disco senza una campagna pubblicitaria, vendendo circa 828 mila copie nelle prime 72 ore (era un venerdì mattina). Lo scorso gennaio Vulnicura, il disco della cantante islandese Bjork, è stato diffuso illegalmente, nonostante la sua uscita fosse prevista per marzo, e l’etichetta discografica è stata costretta a pubblicarlo su iTunes nel giro di pochi giorni.

Foto: ANDREW COWIE/AFP/Getty Images