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  • Mercoledì 25 febbraio 2015

Un tutorial per evitare gli stupri in prigione

Due video saranno mostrati in tutte le prigioni dello stato di New York, dove il problema è molto diffuso: sono stati girati da un ex detenuto, stuprato in carcere

Nei prossimi mesi lo stato di New York mostrerà alle persone detenute nelle sue carceri un video orientativo, girato in due versioni diverse per uomini e donne, che offre consigli su come identificare ed evitare i “predatori sessuali” in prigione, per combattere gli stupri, la violenza e l’omertà in prigione.

I video, pubblicati sul sito del Marshall Project (una testata giornalistica no-profit e apolitica che racconta e analizza il sistema di giustizia penale degli Stati Uniti, il paese che ha più carcerati al mondo) sono stati finanziati dal governo federale grazie al Prison Rape Elimination Act (la prima legge americana che si occupa degli stupri dei carcerati) e diretti da T. J. Parsell, un ex-detenuto stuprato in prigione. Verranno mostrati inizialmente nelle prigioni in cui sono stati girati e poi in tutto lo stato. New York infatti ha un record negativo per quanto riguarda gli stupri in prigione: nel 2010 tre delle undici strutture americane in cui lo staff aveva abusato maggiormente dei detenuti si trovavano nello stato di New York. Soltanto dal 2009 tre agenti della prigione di Bedford Hills sono stati accusati di aver stuprato dei detenuti; e poi ci sono gli stupri compiuti dai detenuti ad altri detenuti.

In questa breve introduzione, dedicata ai detenuti uomini, T. J. Parsell racconta in breve lo scopo dei video – “non è per spaventarvi, ma per farvi affrontare meglio il periodo che dovrete passare in prigione” – e perché ha deciso di girarli (“avevo 17 anni quando sono arrivato in prigione, ero giovane e ingenuo, e non sono passate nemmeno 24 ore prima che venissi stuprato”).

Il video poi spiega anche che al giorno d’oggi le tattiche dei predatori sessuali sono diverse da quelle di trent’anni fa, quando si veniva stuprati tramite aggressione diretta; ora bisogna stare attenti alle persone che cercano di avvicinarsi troppo e guadagnarsi la fiducia di un carcerato per farlo sentire al sicuro e dipendente da lui.

Nel video, dedicato alle donne in carcere, una detenuta spiega che non bisogna stare attente soltanto alle altre carcerate ma anche allo staff, che può essere pericoloso quanto e più delle compagne di cella.

La guida spiega anche quali sono le situazioni da evitare, per non trovarsi in situazioni spiacevoli. La sicurezza di un detenuto dipende anche dal comportamento tenuto in alcuni momenti di interazione: per esempio sotto la doccia, dove non bisognerebbe mai togliersi la biancheria intima.

Qui sotto i due video per intero:

Uomini

Donne

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