Emma Bonino e la sua malattia

Cosa ha detto la famosa e stimata dirigente dei Radicali sul tumore che ha al polmone sinistro, per cui sta facendo una chemioterapia

Emma Bonino ha 66 anni è una famosa e rispettata politica radicale italiana, ha avuto incarichi importanti nel corso della sua lunga carriera – soprattutto è stata commissario europeo e ministro degli Esteri – e lunedì 12 gennaio ha annunciato su Radio Radicale di essere in cura per un tumore al polmone sinistro: «Si tratta di una forma localizzata e ancora asintomatica, ma ciononostante richiederà un trattamento lungo e complesso di chemioterapia che è già stato iniziato e che durerà almeno 6 mesi».

“Recentemente mi sono sottoposta a dei controlli medici di routine che però hanno evidenziato la presenza di un tumore al polmone sinistro. Si tratta di una forma localizzata e ancora asintomatica, ma ciononostante richiederà un trattamento lungo e complesso di chemioterapia che è già stato iniziato e che durerà almeno 6 mesi. Non sono intenzionata ad interrompere le mie attività perché da una passione politica non ci si può dimettere, però è chiaro che le mie attività dovranno essere organizzate in base alle esigenze mediche cui è necessario dare in questo momento una priorità assoluta, cosa non facile anche per me.

Ho tre commenti da fare. Il primo è rivolto agli operatori dei media: vi pregherei di rispettare questa situazione senza mettersi a fare indagini o robe varie, ringrazio gli operatori che anche nei momenti più difficili mi sono stati accanto nel limite delle loro possibilità, in particolare ringrazio Antonella Rampino, Giovanna Casadio, Stefano Folli, Stella Pende , pochissimi altri, oltre che la stampa straniera. A tutti coloro che in Italia e altrove affrontano questa o altre prove voglio solamente dire che dobbiamo tutti sforzarci di essere persone e di voler vivere liberi fino alla fine, insomma io non sono il mio tumore e voi neppure siete la vostra malattia, dobbiamo solamente pensare che siamo persone che affrontano una sfida che è capitata. Infine agli ascoltatori, come ho detto dovrò ridurre le mie attività ma spero che il vostro affetto e incoraggiamento si trasformino in iscrizioni ai radicali e al Partito Radicale, che possono essere simpatici o meno, non li avete mai apprezzati moltissimo, ma forse è arrivato il momento di dirvi che le battaglie che portiamo avanti, che portano avanti, magari oggi sembrano marginali ma invece sono fondamentali per la vita di tutti e per la democrazia, in particolare in questo momento così difficile per il mondo. Vi ringrazio tutti quanti e spero che magari per una volta mi ascoltiate sul serio, grazie ancora, buon giorno e buon anno a tutti”.

Il 16 febbraio Emma Bonino ha raccontato come va la sua vita col cancro in un’intervista su Repubblica.

Sul tavolino del salotto un album raccoglie il prima e il dopo, le coppie di fotografie appaiate ne raccontano la ristrutturazione passo passo e passo passo i suoi occhi si accendono mentre la descrive. La sua mente è un caos di cose e progetti illuminati, ma è anche un ambaradan sabaudo, dietro a ogni passione c’è uno studio rigoroso, uno spirito di applicazione mazziniano, il senso del dovere prima di tutto che la guida anche adesso nella battaglia contro la malattia. La “bestiola”, come la chiama lei. Oppure lo “stronzo”.

Dice: “Non ho paura, sono ottimista. Ho avuto una vita fantastica. Gli affetti familiari, la politica radicale, le amicizie, i grandi dolori, le solitudini. La cosa importante è saper provare, vivere, accettare e governare le emozioni, mai diventare indifferenti a ciò che ci attraversa o ci sfiora”. Indossa un turbante azzurro e verde: “Noi calvi di transizione abbiamo sempre freddo anche in casa, anche con il cappello”. Se l’è fatto lei il turbante, annodandosi sulla nuca una sciarpa di cotone con una tecnica imparata dalle donne africane: “Non ricordo più se in Senegal o nel Mali, durante la campagna contro le mutilazioni genitali femminili assieme a Khady Koita, donna meravigliosa e meravigliosa amica”. Ha preparato una cena di minestrone di verdure con pane croccante, vitello tonnato e uova sode, mozzarelline, cicoria ripassata e baci di Cherasco.

Come sta, Emma?
“Bene. Sopporto la chemioterapia senza eccessivi disagi. Sono disciplinata, dovreste vedere quanto sono rigorosa. Seguo accuratamente le disposizioni dei medici, i professori Claudio Santini e Enrico Cortesi. Mangiare tre volte al giorno, evitare la carne e i dolci, limitare i formaggi. Faccio colazioni nordiche o forse dovrei dire islandesi: pane, burro, tonno e capperi e una tazza di brodo, mi manca soltanto l’aringa. Ero abituata a un caffelatte e tre biscotti, ora riesco a mangiare solo salato. Non sento più i gusti. L’ordine dei dottori è non perdere peso. Dovrei tornare a com’ero prima di conoscere i radicali, una bella contadinotta bionda di 65 chili. Eppoi dormire, non viaggiare… “.

Non fumare.
“Sulle sigarette ho ottenuto una deroga. Via libera (con sospiro) persino dal mio amico Umberto Veronesi. Una ogni due ore, fino a dieci al giorno. Anzi, vi avverto che è giunta l’ora, ve ne tocca una”. (Si accende una Muratti, la penultima del pacchetto).

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