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  • Lunedì 23 febbraio 2015

L’accordo Italia-Svizzera sul segreto bancario

È stato firmato oggi dopo anni di trattative: viene descritto come "la fine del segreto bancario" e secondo Renzi permetterà all'Italia di recuperare "miliardi di euro"

Italian Finance Minister Pier Carlo Padoan (R) and Swiss Federal Counceler Eveline Widmer-Schlumpf sign a protocol on February 23, 2015 modifying the constitution to avoid double taxation between Italy and Switzerland in Milan.
 AFP PHOTO / OLIVIER MORIN (Photo credit should read OLIVIER MORIN/AFP/Getty Images)
Italian Finance Minister Pier Carlo Padoan (R) and Swiss Federal Counceler Eveline Widmer-Schlumpf sign a protocol on February 23, 2015 modifying the constitution to avoid double taxation between Italy and Switzerland in Milan. AFP PHOTO / OLIVIER MORIN (Photo credit should read OLIVIER MORIN/AFP/Getty Images)

Il governo italiano e quello della Svizzera hanno firmato dopo anni di trattative un accordo allo scopo di scambiarsi informazioni sui contribuenti italiani che hanno capitali in Svizzera. L’accordo, che viene descritto dai giornali come “la fine del segreto bancario”, facilita la voluntary disclosure da parte dei cittadini italiani che hanno conti correnti in Svizzera e permette all’Agenzia delle Entrate di avere informazioni anche su un singolo contribuente.

Il segreto bancario è simile al segreto professionale a cui medici e avvocati sono tenuti nei confronti dei loro clienti, solo che vale per una banca nei confronti di chi deposita denaro nelle sue casse: anche grazie al segreto bancario la Svizzera ha attirato negli anni miliardi di capitali da tutto il mondo ed diventata è la terza piazza finanziaria dopo Stati Uniti e Regno Unito. Secondo la gran parte delle stime circa il 90 per cento di questi capitali sono arrivati in Svizzera illegalmente, cioè aggirando le leggi fiscali sulle esportazioni di capitali. Il presidente del Consiglio, Matteo Renzi, ha detto che con questo accordo “miliardi di euro ritornano allo Stato”. Questo è il comunicato del ministero dell’Economia:

Il Governo italiano e il Consiglio federale svizzero hanno siglato il Protocollo che modifica la Convenzione tra i due Paesi per evitare le doppie imposizioni. Il Protocollo, che prevedendo lo scambio di informazioni su richiesta ai fini fiscali secondo lo standard Ocse pone fine al segreto bancario, è stato firmato per l’Italia dal Ministro dell’economia e delle finanze Pier Carlo Padoan, e per la Svizzera dal Capo del Dipartimento federale delle finanze Eveline Widmer-Schlumpf. Insieme al Protocollo è stata anche sottoscritta una ‘road map’, un documento politico che fissa il percorso per la prosecuzione dei negoziati su altre questioni tra cui la tassazione dei lavoratori frontalieri.

Il Protocollo, che modifica la Convenzione del marzo 1976 e deve ora essere ratificato dai rispettivi Parlamenti, pone le basi per rafforzare la cooperazione tra i due Paesi e per contrastare il fenomeno dell’evasione e dell’infedeltà fiscale.

Una volta ratificato il Protocollo, le autorità fiscali italiane potranno richiedere alla Svizzera informazioni, ivi comprese “richieste di gruppo”, anche su elementi riconducibili al periodo di tempo decorrente dalla data della firma, quindi da oggi. Ciò produce effetti ai fini della regolarizzazione spontanea dei capitali detenuti illegalmente nella Confederazione (la cosiddetta voluntary disclosure). La Svizzera, impegnandosi ad un effettivo scambio di informazioni, viene a tal fine equiparata ai Paesi non black list e i contribuenti italiani potranno sanare le irregolarità pagando integralmente le imposte dovute, come prevede la legge sulla voluntary disclosure, e usufruendo di un regime sanzionatorio più conveniente e di termini di prescrizione dell’accertamento più favorevoli. La firma del Protocollo consente quindi immediatamente alle nostre autorità di individuare potenziali evasori italiani che detengono patrimoni in territorio svizzero. Tale possibilità concreta costituisce evidentemente uno stimolo alla regolarizzazione da parte dei contribuenti italiani che entro settembre 2015 possono aderire alla voluntary disclosure.

Con la ratifica del Protocollo la Svizzera sarà inoltre inclusa nelle white lists italiane e uscirà dalle black lists basate esclusivamente sull’assenza dello scambio di informazioni.

Quanto allo scambio automatico di informazioni, l’Italia è stata tra i Paesi ‘early adopter’ del nuovo standard Ocse, e rientra quindi tra i Paesi che si sono impegnati ad adottarlo a partire dal 2017 con riferimento alle attività finanziarie detenute nel 2016. La Svizzera si è impegnata ad adottare lo scambio automatico di informazioni a partire dal 2018, con riferimento all’annualità 2017. Poiché lo standard prevede la reciprocità, il primo scambio automatico di informazioni di carattere finanziario tra Italia e Svizzera avverrà entro settembre 2018 con riferimento all’anno 2017. I conti finanziari oggetto di comunicazione automatica all’Agenzia delle Entrate sono quelli di custodia, di deposito e i contratti di assicurazione con contenuto finanziario.

La road map delinea il percorso per la revisione dell’accordo sui frontalieri. L’accordo oggi in vigore, firmato nel 1974, riguarda solo i frontalieri italiani e prevede la tassazione esclusiva in Svizzera con il ristorno del 40% dei gettito ai Comuni italiani della zona di confine.

Il nuovo accordo è impostato su basi assolutamente innovative.

Viene innanzitutto prevista la reciprocità: anche i frontalieri svizzeri che lavorano in Italia saranno compresi nell’accordo. I lavoratori frontalieri saranno assoggettati ad imposizione sia nello Stato in cui esercitano l’attività, sia nello Stato di residenza. La quota spettante allo Stato del luogo di lavoro ammonterà al massimo al 70% del totale dell’imposta normalmente prelevabile alla fonte. Il Paese di residenza dei lavoratori applicherà l’imposta sul reddito delle persone fisiche tenendo conto delle imposte già prelevate nell’altro Stato ed eliminando l’eventuale doppia imposizione. Il carico fiscale totale dei frontalieri italiani rimarrà inizialmente invariato e successivamente, con molta gradualità, sarà portato al livello di quello degli altri contribuenti. Non vi sarà più alcuna compensazione finanziaria tra i due Stati. Il ristorno ai Comuni frontalieri italiani sarà a carico dello Stato, sulla base del principio di invarianza delle risorse.

Nella road map Italia e Svizzera si impegnano anche ad individuare le migliori soluzioni pratiche per Campione d’Italia, exclave italiana circondata dal territorio svizzero. L’obiettivo è di garantire alle imprese e ai cittadini di Campione d’Italia il corretto funzionamento delle attuali regole nazionali ed internazionali sulla fiscalità indiretta. Fino ad oggi la mancanza di disposizioni concordate tra i due Paesi ha creato criticità alle autorità preposte ai controlli ed anche ai cittadini e alle imprese. La road map prevede la negoziazione in tempi più lunghi di un ampio accordo, non solo fiscale, che regolamenti e semplifichi i rapporti tra i due Stati relativamente al Comune di Campione d’Italia.

foto: il ministro italiano delle Finanze, Pier Carlo Padoan, alla firma degli accordi con la consigliera federale svizzera Eveline Widmer-Schlumpf. (OLIVIER MORIN/AFP/Getty Images)