L’Italia e il riconoscimento della Palestina

La Camera dei Deputati voterà due mozioni sul riconoscimento dello stato palestinese il 27 febbraio: chi è favorevole e chi contrario, e cosa potrebbe significare

Venerdì 20 febbraio la Camera ha calendarizzato il voto su due mozioni parlamentari che chiedono al governo di riconoscere la Palestina come stato. Le mozioni sono state presentate da deputati di SEL, PSI e Movimento 5 Stelle: anche se fossero approvate, il procedimento del riconoscimento della Palestina non sarebbe concluso. L’ultima parola spetta al governo, che è l’unico organo in grado di avviare delle relazioni diplomatiche con un nuovo stato. Il voto della Camera – che quindi è per lo più simbolico – è previsto per il prossimo 27 febbraio.

Cosa significa riconoscere uno stato?
Significa avviare relazioni diplomatiche ufficiali che in genere prevedono lo scambio di ambasciatori o altro personale diplomatico. Nel caso della Palestina, il riconoscimento internazionale ha un alto valore simbolico e politico. Gli stati che decidono di avviare relazioni diplomatiche con lo stato palestinese decidono di fatto di fare pressione sul governo israeliano: Israele ha sempre sostenuto che il riconoscimento della Palestina debba avvenire solo sulla base di accordi conclusi tra lo stesso governo israeliano e l’Autorità Nazionale Palestinese (ANP). L’ANP è l’autorità che dovrebbe esercitare il controllo su tutto il territorio palestinese, ma che in realtà controlla solo la Cisgiordania: la Striscia di Gaza è di fatto governata da Hamas. Oggi Israele non riconosce lo stato palestinese e l’ANP non riconosce Israele.

Chi ha riconosciuto la Palestina?
La Palestina è riconosciuta da gran parte degli stati dell’America Latina, dell’Africa, dell’Asia e dell’Europa orientale. Quasi due terzi degli stati membri delle Nazioni Unite riconoscono la Palestina (la Svezia l’ha riconosciuta lo scorso ottobre ed è diventato il primo grande paese dell’Unione Europea a farlo). Il Parlamento Europeo ha approvato una risoluzione in cui dice di sostenere in linea di principio un stato palestinese entro i confini del 1967. Anche i parlamenti di Francia, Spagna, Portogallo e Irlanda hanno votato risoluzioni o mozioni simili, a cui però non sono seguiti i riconoscimenti ufficiali da parte dei rispettivi governi. Spesso gli stati decidono di avviare il processo di riconoscimento della Palestina per sostenere la cosiddetta “soluzione a due stati” che prevede la creazione di due stati autonomi uno per gli israeliani e l’altro per i palestinesi. Il governo israeliano e i suoi alleati, come ad esempio gli Stati Uniti, sostengono invece che riconoscere unilateralmente lo stato palestinese sia un ostacolo per i negoziati.

Chi vuole riconoscere la Palestina in Italia?
Roberto Speranza, capogruppo alla Camera del PD, ha detto che il suo partito è «pronto a votare le mozioni». In tutto ci sono già circa 45 firme di deputati PD sotto le due mozioni, anche se alcuni singoli parlamentari hanno già detto di essere contrari. Alleanza Popolare – il gruppo che comprende NCD e UDC – Scelta Civica, Forza Italia e Lega Nord hanno già detto di essere contrarie. Da parte sua il governo non sembra troppo entusiasta e il presidente del Consiglio Matteo Renzi ha detto che sulla questione al momento ci sono «troppe strumentalizzazioni», anche a causa delle elezioni che si terranno in Israele il prossimo marzo. In realtà c’è il rischio che il voto del 27 febbraio alla Camera alla fine non si tenga in quella data. Se il governo deciderà di mettere la fiducia sulla conversione in legge del decreto ILVA, il calendario dei lavori dovrà essere riscritto e il voto sulle mozioni sarà probabilmente posticipato di qualche settimana.