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  • Venerdì 20 febbraio 2015

Il governo Valls è salvo

L'Assemblea Nazionale francese ha respinto la mozione di sfiducia sul governo approvando così automaticamente un contestato disegno di legge sulle liberalizzazioni

French Prime minister Manuel Valls is pictured following the parliamentary vote of confidence over the government's economic reforms, on February 19, 2015 at the French national Assembly in Paris. The confidence motion was sparked when Prime Minister Manuel Valls on February 17, 2015 employed a rarely-used constitutional device to force through a key package of reforms without a parliamentary vote. AFP PHOTO/ MARTIN BUREAU (Photo credit should read MARTIN BUREAU/AFP/Getty Images)
French Prime minister Manuel Valls is pictured following the parliamentary vote of confidence over the government's economic reforms, on February 19, 2015 at the French national Assembly in Paris. The confidence motion was sparked when Prime Minister Manuel Valls on February 17, 2015 employed a rarely-used constitutional device to force through a key package of reforms without a parliamentary vote. AFP PHOTO/ MARTIN BUREAU (Photo credit should read MARTIN BUREAU/AFP/Getty Images)

Giovedì 19 febbraio l’Assemblea Nazionale francese ha respinto la mozione di sfiducia contro il governo presentata dai deputati dell’UDI (centro) e dell’UMP (centrodestra) dopo che il primo ministro francese Manuel Valls aveva deciso di adottare la legge di riforma sulle liberalizzazioni – la “loi Macron”, dal nome del ministro dell’Economia – senza il voto dell’Assemblea Nazionale. Valls si era appellato (dopo quasi dieci anni) a uno strumento piuttosto contestato nella storia della politica francese, il cosiddetto “49-3″: un articolo e comma della Costituzione francese che permettono al governo di saltare il passaggio alla Camera bassa. Il voto dell’Assemblea contro la mozione non significa solo che il governo è stato riconfermato, ma anche che il testo di legge è stato automaticamente approvato in prima lettura passando così direttamente al Senato.

Per essere approvata la mozione di sfiducia doveva ottenere la maggioranza assoluta della Camera, ovvero 289 voti su 577. L’hanno votata invece 234 deputati: l’UMP in blocco (198), 23 su 30 dell’UDI, la deputata Isabelle Attard del gruppo dei Verdi (il resto dell’EELV ha invece votato contro), 6 dei 15 membri eletti nel gruppo della Gauche démocrate et républicaine e 6 indipendenti. I cosiddetti “frondeurs” del Partito Socialista – che si opponevano al progetto di legge – si sono allineati al loro partito. Subito dopo il voto il primo ministro Manuel Valls si è congratulato su Twitter per il risultato:

 

Il testo del progetto di legge Macron prevede la creazione di zone turistiche speciali con negozi sempre aperti la domenica e la possibilità per tutte le attività commerciali di tenere aperto fino a un massimo di 12 domeniche all’anno al posto delle cinque attuali, a discrezione dei sindaci delle varie città (questo è il punto della riforma che più ha fatto notizia in Francia). La legge prevede però che i costi di assistenza all’infanzia per i lavoratori o per le lavoratrici occupate in queste domeniche supplementari siano a carico del datore di lavoro. Nella legge sono previsti anche cambiamenti in materia di diritto al lavoro, con semplificazioni dei licenziamenti e delle procedure per quanto riguarda le controversie; il testo stabilisce anche un’apertura alla concorrenza di alcune professioni (per esempio nelle tariffe dei notai, degli avvocati o nel campo delle farmacie) e una riforma nei trasporti stradali soprattutto per aprire alla concorrenza il mercato dei servizi sulle grandi distanze (ora molto limitato) e dunque: liberalizzazione delle linee di autobus, semplificazione delle patenti di guida, regolamentazione dei pedaggi autostradali, privatizzazione degli aeroporti di Nizza e Lione.