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  • Venerdì 13 febbraio 2015

Il pubblico della Formula 1 sta cambiando

Sempre meno europei – anche perché in molti paesi le gare si sono spostate sulle pay tv – e sempre più americani: almeno a giudicare dai dati del 2014

JEREZ DE LA FRONTERA, SPAIN - FEBRUARY 04: Kimi Raikkonen of Finland and Ferrari drives during day four of Formula One Winter Testing at Circuito de Jerez on February 4, 2015 in Jerez de la Frontera, Spain. (Photo by Mark Thompson/Getty Images)
JEREZ DE LA FRONTERA, SPAIN - FEBRUARY 04: Kimi Raikkonen of Finland and Ferrari drives during day four of Formula One Winter Testing at Circuito de Jerez on February 4, 2015 in Jerez de la Frontera, Spain. (Photo by Mark Thompson/Getty Images)

Nel 2014 le gare della Formula 1 hanno perso globalmente 25 milioni di spettatori, secondo il rapporto annuale dei media diffuso dalla Formula One Management (FOM), la società privata che controlla e gestisce l’organizzazione degli eventi di Formula 1.

Durante il 2014 infatti le gare di Formula 1 hanno avuto un totale di 425 milioni di spettatori, il 5,6 per cento in meno rispetto ai 450 milioni del 2013 e un numero molto più basso dei 600 milioni del 2008: il dato viene calcolato globalmente e si riferisce agli spettatori unici, cioè alle persone che hanno visto una gara di Formula 1 per almeno 15 minuti non consecutivi. Bernie Ecclestone, capo della FOM, ha detto però di non essere preoccupato, poiché questi dati «riflettono le mosse che la FOM ha compiuto verso le pay tv in diversi mercati durante le ultime tre stagioni». La Formula 1 resta comunque lo sport più visto in televisione nel mondo e i guadagni dei team impegnati nelle gare non sono diminuiti, nonostante il calo di spettatori.

Come ha spiegato Ecclestone, il calo di spettatori si deve soprattutto al fatto che in diversi paesi la Formula 1 si è spostata dai canali televisivi in chiaro a quelli a pagamento: quindi per il circuito gli spettatori sono diminuiti ma i ricavi sono aumentati. Anche in Italia dal 2013 molte delle gare di Formula 1 si possono vedere in diretta in esclusiva su Sky, prima invece si potevano vedere tutte in chiaro su Rai 1 (nel 2015 per esempio 11 gran premi su 20 si potranno vedere soltanto su Sky).

Le squadre hanno beneficiato di questi accordi poiché hanno diritto al 63 per cento dei profitti della Formula 1, sotto forma di premi in denaro – secondo il giornale inglese Daily Telegraph l’anno scorso la cifra ammontava a circa 700 milioni di euro – e questo compensa il fatto che meno spettatori può voler dire meno soldi dagli sponsor. Il primo paese in cui c’è stato il passaggio della Formula 1 alla pay tv è stato la Gran Bretagna nel 2012 con Sky Sports: il successo degli accordi ha portato altri Paesi a fare lo stesso, come Germania, Spagna, Italia. Nel 2014 c’è stato un calo di spettatori in tutti e quattro i paesi: in Germania, per esempio, la Formula 1 è stata vista da 27,4 milioni di persone, con un calo del 12,4 per cento rispetto all’anno precedente, mentre nel Regno Unito gli spettatori sono stati 27,6 milioni con un calo di 1,5 milioni. In Italia nel 2014 si è scesi per la prima volta sotto i 4 milioni di spettatori (3 milioni e 850mila circa), con un calo del 7 per cento rispetto al 2013.

La situazione però si ribalta prendendo in considerazione i dati sugli spettatori statunitensi: in questo caso le persone che hanno guardato la Formula 1 sono cresciute del 10,1 per cento rispetto allo scorso anno, arrivando a 12,6 milioni di spettatori nel 2014. Non solo: se si analizzano i dati riguardanti le persone che hanno visto tra le quattro e le nove gare c’è stato un incremento del 128 per cento, mentre sono raddoppiate le persone che sono rimaste davanti alla tv a guardare più di 10 gran premi. Il canale televisivo americano che trasmette la Formula 1, la NBC, ha registrato un aumento di pubblico in media dell’85 per cento per ogni gara, rispetto al 2013.

Nella foto Kimi Raikkonen con la Formula 1 nei test invernali a Jerez de la Frontera, Spagna, il 4 febbraio 2015 (Mark Thompson/Getty Images)