Quelli che ce l’hanno col buonismo

Sono i nuovi fascisti, spiegava un articolo molto attuale pubblicato esattamente sette anni fa

LONDON - OCTOBER 27: Actor Tommy Steele poses at a photocall to promote his role as Ebenezer Scrooge in the new stage version of "Scrooge" at the London Palladium on October 27, 2005 in London, England. The limited season will run from October 20 to January 14, 2006. (Photo by MJ Kim/Getty Images) *** Local Caption *** Tommy Steele
LONDON - OCTOBER 27: Actor Tommy Steele poses at a photocall to promote his role as Ebenezer Scrooge in the new stage version of "Scrooge" at the London Palladium on October 27, 2005 in London, England. The limited season will run from October 20 to January 14, 2006. (Photo by MJ Kim/Getty Images) *** Local Caption *** Tommy Steele

La critica al “buonismo”, diventata da anni una frequente e pigra battaglia di molti che cercano un alibi per il proprio “cattivismo” o uno strumento per criticare chi fa e sostiene cose buone, fu descritta in questa sua forma con grande esattezza in un articolo uscito su Repubblica esattamente sette anni fa. Lo scrisse Giovanni Maria Bellu, ed è sempre molto valido.

“Buonismo”. Secondo lo Zingarelli indica un “atteggiamento bonario e tollerante che ripudia i toni aspri del linguaggio politico”. Ma, sarà per il rapido successo che ha avuto – è nel vocabolario solo dal 1995 – “buonismo” ha progressivamente assunto un significato diverso, sempre meno “buonista”. Nel linguaggio del centrodestra è diventato sinonimo di pappamolle.
L’accusa di “buonismo”, infatti, è temuta. Lo dimostra l’uso preventivo che di questo termine viene fatto nel centrosinistra. Interessante, in proposito, una dichiarazione (Agenzia “Dire”, 3 gennaio) dall’assessore alle Pari opportunità di Reggio Emilia che, nell’annunciare il passaggio dal forfait al contatore nel computo della spesa elettrica dei campi nomadi, ha tenuto a chiarire di aver agito “in base a una logica di inclusione” e non “in base a una logica buonista”.
Il “buonismo” senza specificazioni è una rarità. Le primarie del partito democratico hanno spinto in vetta alle classifiche il “buonismo veltroniano” (che, non è difficile prevederlo, nella prossima campagna elettorale sarà uno dei tormentoni del centrodestra in tema di sicurezza pubblica). Ma il luogo privilegiato delle accuse di “buonismo” è il tema dei diritti degli immigrati.

(continua a leggere su Repubblica.it)