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  • Domenica 25 gennaio 2015

Le proteste in Egitto

In diverse città egiziane sono in corso delle manifestazioni per il quarto anniversario della rivoluzione, ci sono almeno dieci morti: al Cairo, in particolare, la situazione è molto tesa

Almeno sedici persone (18 secondo BBC) sono state uccise oggi in Egitto e altre 80 sono state ferite in una serie di manifestazioni organizzate in tutto il paese per commemorare il quarto anniversario della rivoluzione del 2011, che portò alla caduta del dittatore Hosni Mubarak. Secondo Associated Press, fonti all’interno della sicurezza egiziana hanno detto che nove persone sono state uccise in un quartiere orientale del Cairo, la capitale dell’Egitto.

Le manifestazioni erano cominciate ieri, sabato 24 gennaio, in diverse città egiziane. Al Cairo, durante una manifestazione pacifica in piazza Tahrir (il luogo simbolo delle proteste del 2011) Shaima al Sabbagh, attivista dell’Alleanza Socialista Popolare (un partito politico egiziano), è stata uccisa da un colpo di arma da fuoco sparato dalle forze di sicurezza. Secondo quanto il New York Times è riuscito a ricostruire, Sabbagh stava marciando con alcuni manifestanti per portare dei fiori in piazza Tahrir. L’accesso alla piazza era stato vietato dal governo e i manifestanti sono stati caricati dalle forze di sicurezza non appena hanno raggiunto il cordone di sicurezza. Nella confusione del momento sono partiti alcuni colpi di arma da fuoco che hanno ferito mortalmente Sabbagh. I suoi compagni di partito hanno pubblicato sui social network numerosi video e fotografie del momento del suo ferimento e dei primi soccorsi che ha ricevuto.

 

I primi scontri oggi sono cominciati ad Alessandria, durante il corteo funebre per Sabbagh.

 

Le proteste sono in corso in quasi tutte le principali città del paese. Alcune sono organizzate dai sostenitori dell’ex presidente Mohamed Morsi, l’esponente del movimento religioso dei Fratelli Musulmani eletto nel 2012 e deposto da un colpo di stato nel luglio del 2013. Altre sono state organizzate dai movimenti laici e liberali, tra cui il “Movimento 6 aprile”, sciolto e dichiarato illegale dal governo lo scorso aprile. I manifestanti protestano in particolare contro il presidente Abd al-Fattah al Sisi, l’ex generale che guidò il colpo di stato contro il presidente Morsi e che nel 2014, dopo essersi dimesso dall’esercito, fu eletto presidente con il 93,3 per cento dei voti nel corso di un’elezione molto contestata.