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  • Domenica 18 gennaio 2015

Come salvare le biblioteche

Bisogna trasformarle in caffetterie e renderle più accoglienti per incontrarsi e accedere a Internet, propone un rapporto commissionato dal governo britannico

Il ministero della Cultura, dei media e dello sport del Regno Unito ha di recente pubblicato un rapporto indipendente sulle biblioteche pubbliche, proponendo diverse soluzioni per rilanciare il loro utilizzo da parte dei cittadini e renderle più rilevanti per le comunità, soprattutto nelle città più piccole. La proposta che più ha fatto discutere, e che ha ottenuto molti titoli sui giornali britannici, è trasformare gli ambienti delle biblioteche in modo che siano più simili a caffetterie, dove oltre a leggere o prendere in prestito un libro si possa bere una tazza di caffè o tè, navigare facilmente su Internet tramite il WiFi e avere spazi per conversare e confrontarsi con altri lettori. Questa soluzione, dice il rapporto, potrebbe contribuire a salvare molte biblioteche con investimenti contenuti, dando un aiuto molto più concreto rispetto agli impegni generici assunti ciclicamente da politici o organizzazioni culturali di vario tipo.

Come ricorda il Guardian, la proposta di rinnovare e rendere più appetibile l’offerta delle biblioteche – caffè compreso – si scontra con i tagli decisi dal governo britannico negli ultimi anni per la gestione delle biblioteche stesse. Gli scarsi fondi hanno portato alla riduzione del personale e in molti casi a una sensibile riduzione del numero di ore di apertura. Nonostante questo, si stima che ancora un terzo della popolazione utilizzi regolarmente le biblioteche nel Regno Unito e che nelle aree più povere, dove ci sono quindi meno alternative per attività culturali, un cittadino britannico su due sia un frequentatore assiduo delle biblioteche.

Il rapporto ricorda che già oggi le biblioteche non offrono solamente libri, CD e DVD, e che “sono diventate la via di accesso a una grande quantità di materiale per l’istruzione, l’intrattenimento e il miglioramento di se stessi”. Il problema è che la maggior parte della popolazione non lo sa, in parte perché continua ad avere un’idea antiquata delle biblioteche, rafforzata dall’incapacità stessa delle singole istituzioni di fare conoscere la loro offerta. Svecchiando la loro immagine e aggiungendo nuovi servizi si potrebbero attirare nuovi utenti, rendendo ancora più rilevante e sostenibile il sistema. Parte delle innovazioni potrebbero essere portate attraverso accordi con aziende private, che potrebbe per esempio farsi carico dei servizi non strettamente legati alla gestione degli archivi e del prestito dei volumi.

Le innovazioni tecnologiche legate alla lettura non si esauriscono comunque con la possibilità di collegarsi tramite WiFi in biblioteca. Il rapporto propone di organizzare una rete digitale con la quale le varie istituzioni librarie possano coordinare le loro attività, cosa che potrebbe aiutare le sedi più piccole ad ampliare l’offerta per i lettori, anche se le modalità indicate sono per ora vaghe. Tra le proposte c’è anche la semplificazione del sistema dell’e-lending, cioè la possibilità di dare in prestito anche gli ebook. Questa possibilità è discussa da tempo, ma per essere attuata è necessaria la collaborazione da parte degli editori, che fino a ora non hanno mostrato di essere molto interessati ai prestiti elettronici dei loro libri coperti da diritto d’autore.