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  • Venerdì 16 gennaio 2015

Le proteste contro Charlie Hebdo in Pakistan

In diverse città pakistane migliaia di persone hanno manifestato contro le vignette con il profeta Maometto: a Karachi tre persone sono rimaste ferite

Alcuni manifestanti a Peshawar, Pakistan, bruciano una bandiera francese durante una protesta contro Charlie Hebdo, 16 gennaio 2015.

(AP Photo/Mohammad Sajjad)
Alcuni manifestanti a Peshawar, Pakistan, bruciano una bandiera francese durante una protesta contro Charlie Hebdo, 16 gennaio 2015. (AP Photo/Mohammad Sajjad)

In molte città del Pakistan, paese in cui il 97 per cento della popolazione è musulmana, si sono tenute oggi diverse proteste contro le vignette pubblicate dal settimanale satirico francese Charlie Hebdo, obiettivo di un attentato terroristico lo scorso 7 gennaio a Parigi. Le manifestazioni più violente si sono tenute vicino al consolato francese a Karachi, città più popolosa del Pakistan e capitale della provincia del Sindh, nel sud del paese. La polizia ha usato cannoni ad acqua e ha sparato dei colpi in aria per disperdere la folla: il fotografo di AFP Asif Hasan, ha detto la stessa agenzia, è stato colpito da un colpo di pistola ed è rimasto ferito piuttosto seriamente (AFP ha poi detto che non rischia di morire). Un fotografo di Reuters presente alle proteste a Karachi ha detto che molti manifestanti erano armati. Altre due persone sono rimaste ferite.

Le manifestazioni sono state organizzate dall’ala degli studenti di Jamaat-e-Islami, il partito islamista più grande del Pakistan che vorrebbe uno stato basato sulla sharia, la legge islamica. Alle proteste hanno partecipato anche migliaia di attivisti di Jamaat-ud-Daqa, un’ala del gruppo estremista Lashkar-e-Taiba, responsabile degli attacchi di Mumbai nel 2008. Anche i talebani pakistani hanno criticato duramente Charlie Hebdo per le sue vignette in cui è raffigurato il profeta Maometto.

Intanto, dice Reuters, il governo pakistano ha deciso venerdì di mettere fuori legge la “rete Haqqani” – uno dei gruppi estremisti più violenti del Pakistan, legato ai talebani. La decisione del primo ministro pakistano, Nawaz Sharif, è arrivata dopo che il segretario di stato americano John Kerry aveva invitato il governo del Pakistan ad adottare politiche più dure contro i terroristi. Nonostante il Pakistan sia formalmente alleato con gli Stati Uniti, da anni porta avanti politiche molto ambigue sul terrorismo: alcune zone del paese sono sotto il completo controllo dei talebani pakistani, e in passato l’intelligence pakistana è stata accusata di collaborare, tra gli altri, con la rete Haqqani. L’ufficializzazione della messa al bando della “rete Haqqani” dovrebbe essere fatta nel giro di qualche settimana, scrive Reuters.