Google cerca di salvare Google Glass

Lo sviluppo degli occhiali collegati allo smartphone farà riferimento a un nuovo dirigente e una nuova divisione aziendale, con la speranza di trovargli un senso e un posto sul mercato

Anche se il loro futuro resta molto incerto, Google sembra essere intenzionata a insistere con i suoi Google Glass, gli occhiali da collegare al proprio smartphone per vedere sulle lenti notifiche di vario tipo, aggiornamenti dalle applicazioni e ottenere indicazioni geografiche. L’azienda ha annunciato che il suo progetto non farà più parte di Google X, la sezione dove si sperimentano le cose più strane e ambiziose che un giorno potrebbero diventare nuovi prodotti, e che sarà gestito come una divisione autonoma. Per Google si tratta di una sorta di promozione, ma secondo diversi osservatori la decisione dimostrerebbe l’incapacità dell’azienda di trovare un senso al suo progetto, che negli ultimi mesi non ha fatto molti passi avanti.

Google ha anche annunciato la chiusura del programma Google Glass Explorer, che negli ultimi due anni era stato utilizzato per distribuire i primi prototipi degli occhiali e incentivare soprattutto chi produce applicazioni a occuparsi del nuovo prodotto. Il programma Google at Work, pensato per dimostrare gli utilizzi degli occhiali in diversi ambiti lavorativi, continuerà invece a esistere, ma anche in questo caso non è molto chiaro con quali modalità. La sperimentazione nelle aziende fino a ora era stata avviata con una serie di progetti pilota in società come Boeing e altre che si occupano di prodotti medicali.

Attraverso un piccolo prisma che fa da schermo, montato in prossimità di una delle loro lenti, i Google Glass mostrano informazioni rilevanti per chi li indossa: indicazioni stradali, aggiornamenti dai social network e altri tipi di notifiche. L’idea è offrire un modo più pratico per avere queste informazioni sempre a portata di mano, senza dovere estrarre di continuo dalla tasca il proprio smartphone e tenere le mani occupate. Gli occhiali hanno inoltre una videocamera, che può essere utilizzata per realizzare video dalla prospettiva di chi li indossa.

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Il progetto dei Google Glass è stato sostenuto con convinzione da Sergey Brin, cofondatore di Google insieme a Larry Page, amministratore delegato della società dal 2011. Brin si occupa di diverse iniziative legate all’innovazione e negli ultimi due anni ha fatto molto per promuovere Google Glass in giro per il mondo, convincendo chi produce applicazioni a iniziare a sperimentare con il nuovo sistema, in vista di una sua messa in vendita. Ma col passare del tempo i progressi sono diminuiti, così come è diminuita l’attenzione da parte del pubblico e degli sviluppatori.

La nuova divisione di Google Glass continuerà a essere guidata da Ivy Ross, che però dovrà fare riferimento a Tony Fadell, fondatore di Nest Labs, l’azienda acquisita da Google nel gennaio del 2014 e conosciuta soprattutto per avere realizzato un “termostato intelligente” per la casa, che può essere regolato tramite un’applicazione per smartphone e che impara dalle abitudini di chi lo utilizza. Prima di fondare Nest, Fadell lavorava per Apple ed è considerato uno dei padri dell’iPod. Google spera che anche grazie alla sua inventiva sia possibile dare una nuova spinta ai suoi Glass. Fadell ha comunque chiarito che continuerà a essere a capo di Nest.

Le vendite delle prime versioni di Google Glass nell’ambito del programma Explorer saranno chiuse il prossimo 19 gennaio. La nuova divisione è intanto al lavoro per realizzare una nuova edizione dei suoi occhiali, che potrebbero essere molto diversi da quelli sperimentati fino a ora. Fadell potrebbe dare un contributo importante nella nuova fase di progettazione, che però sembra essere destinata ad allungare ulteriormente i tempi. I Google Glass furono presentati per la prima volta oltre due anni fa e a fine 2014 si era parlato della possibilità di una loro messa in vendita a metà 2015: ci sarà probabilmente un nuovo rinvio.