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  • Martedì 30 dicembre 2014

Norman Atlantic, quanti sono i dispersi?

Dal traghetto andato a fuoco nell'Adriatico sono state recuperate 427 persone vive e 11 morti, fra cui tre italiani, ma ne risultavano imbarcate 478 e forse erano 499

Martedì, la Guardia Costiera ha annunciato che tre delle undici persone morte nell’incidente della Norman Atlantic sono di nazionalità italiana. Terminata l’evacuazione del traghetto – andato a fuoco al largo delle coste dell’Albania domenica mentre era in navigazione dalla Grecia verso l’Italia – le operazioni si sono concentrate sull’identificazione delle persone tratte in salvo dalla nave e sulla ricerca di eventuali dispersi. Le cifre sono incerte e potrebbero continuare a cambiare nelle prossime ore, perché ci sono discrepanze tra la lista d’imbarco del traghetto e il numero effettivo di persone recuperate grazie al lavoro della Marina Militare e della Guardia Costiera italiane, che per circa 36 ore hanno trasportato con i loro mezzi equipaggio e passeggeri con condizioni meteo e del mare molto difficili.

Gli unici dati certi per il momento sembrano essere due:

427 – il numero delle persone recuperate dalla Norman Atlantic risultanti alle autorità italiane;
11 – il numero di persone morte, tra cui 3 italiani, trovate nelle acque intorno al traghetto dai soccorritori.

Tutti gli altri dati sulle persone coinvolte nell’incendio della Norman Atlantic non sono invece definitivi e potrebbero cambiare molto nelle prossime ore. Come ha spiegato il ministro dei Trasporti, Maurizio Lupi, la prima grande incertezza deriva dal fatto che finora non si è potuto capire con chiarezza quante fossero le persone a bordo del traghetto. In una lista d’imbarco diffusa dalle autorità greche erano segnate in tutto 478 persone, ma in un primo momento si era parlato di 458, ha spiegato Lupi citando i dati ricevuti dal governo italiano, la procura di Bari ne ha calcolate 499.

Prendendola per buona, 478 persone imbarcate meno 438 (recuperati vivi e non) porta a 40 persone che potrebbero essere disperse. Nel pomeriggio di lunedì i media greci avevano parlato di 38 dispersi, citando alcune fonti governative e la cosa aveva portato a ulteriore confusione nei conteggi. Il governo italiano ha definito prematura la stima e nelle ore seguenti il dato sui 38 dispersi è sparito da molti dei siti dei giornali e delle televisioni greche.

Come hanno spiegato sia le autorità italiane sia quelle greche, un altro problema nei conteggi è dato dal fatto che la lista non indica necessariamente che ci fossero a bordo 478 persone. Alcune potrebbero avere rinunciato all’ultimo momento al viaggio, mentre altre potrebbero essere sbarcate durante uno scalo intermedio effettuato dalla Norman Atlantic. Infine, da una prima verifica sull’identità delle 427 persone recuperate, è emerso che alcune di loro non comparivano nella lista ufficiale e si suppone si fossero quindi imbarcate clandestinamente, forse sfruttando la complicità di qualche autotrasportatore.

Il procuratore di Bari, Giuseppe Volpe, ha spiegato in una conferenza stampa che dai primi accertamenti risulterebbero numeri diversi sulle persone a bordo. Secondo i calcoli della procura sulla Norman Atlantic c’erano 499 persone: 478 tra passeggeri regolari ed equipaggio, 18 saliti a bordo per overbooking e tre clandestini. Non si hanno quindi notizie certe su 179 persone, ha detto il procuratore, aggiungendo che molte di queste potrebbero essere su due mercantili diretti verso la Grecia: non è però chiaro su che base sia stata calcolata la stima di 179 persone. Tra le persone recuperate, 214 sono state portate in Puglia tra domenica e martedì.

Terminate le operazioni di ricerca, intorno alle 20 di martedì la nave della Marina Militare San Giorgio con a bordo parte delle persone recuperate dalla Norman Atlantic ha raggiunto il porto di Brindisi.

La Norman Atlantic è stata posta sotto sequestro, dice l’ANSA, e la magistratura italiana avrebbe ottenuto che sia rimorchiata a Brindisi per condurre le indagini necessarie a capire le cause dell’incidente.

Il governo italiano lunedì ha inoltre diffuso una lista preliminare con le nazionalità di parte dei passeggeri recuperati:

– 234 greci;
– 54 turchi;
– 22 italiani;
– 22 albanesi;
– 18 tedeschi;
– 10 svizzeri.

A questi si devono aggiungere i 56 membri dell’equipaggio, 22 di nazionalità italiana e 34 di nazionalità greca.

Mentre proseguono i controlli sull’effettivo numero di persone a bordo e di persone salvate – per verificare se ci possano essere dispersi – si sta cercando anche di capire quali siano state le cause dell’incendio sulla Norman Atlantic. Si ipotizza che si sia sviluppato sul ponte dove erano parcheggiate diverse automobili, ma per ora non ci sono molte altre informazioni. La procura di Bari con quella di Lecce ha avviato un’inchiesta e tra le ipotesi di reato c’è quella di disastro colposo. Secondo diversi giornali, il comandante del traghetto, Argilio Giacomazzi, sarebbe indagato insieme all’armatore della Norman Atlantic, Carlo Visentini, ma non ci sono ancora notizie ufficiali e conferme in merito.

Due settimane fa, la Norman Atlantic era stata sottoposta ad alcune ispezioni da parte delle autorità marittime greche. Erano stati riscontrati sei problemi: due piuttosto seri e altri quattro di lieve entità. I due principali malfunzionamenti erano legati alla chiusura non perfetta di una porta tagliafuoco e a una fuoriuscita d’acqua, entrambi in una parte del traghetto distante da dove domenica notte si è sviluppato l’incendio. Durante la conferenza stampa tenuta dal governo italiano nel tardo pomeriggio di lunedì è stato ribadito che la “nave era in ordine” e non presentava particolari criticità, anche perché se così fosse stato le autorità greche non avrebbero concesso l’autorizzazione per la partenza.

Martedì mattina, durante i lavori per trainare la Norman Atlantic con un rimorchiatore, un cavo si è spezzato e ha colpito due marinai di nazionalità albanese, uccidendoli. Sul posto sono intervenuti anche i medici della Marina Militare italiana.