Google andrà via dalla Russia?

La società ha annunciato di aver chiuso il suo ufficio tecnico nel paese: sembra che c'entrino le nuove leggi su internet e la preoccupazione di nuove sanzioni

Giovedì 11 dicembre Google ha confermato alcune indiscrezioni pubblicate dal giornale The Information negli ultimi giorni: la società che gestisce il più grande motore di ricerca del mondo ha deciso di chiudere il suo ufficio tecnico in Russia. Gli ingegneri che lavorano negli uffici russi, molti di loro di madrelingua russa, avranno due possibilità: potranno continuare a lavorare per la società, ma da altri paesi, oppure saranno costretti a lasciare l’azienda con una buonuscita. Gli uffici commerciali e marketing, invece, resteranno aperti.

Le indiscrezioni avevano subito fatto pensare che Google fosse intenzionata ad abbandonare il mercato russo. La società ha annunciato al contrario di volere aumentare i suoi investimenti in Russia per il 2015. La chiusura dell’ufficio tecnico sembra legata a una legge approvata dal parlamento russo che entrerà in vigore il primo gennaio 2015: la legge prevede che le società informatiche sono obbligate a conservare su server che si trovano fisicamente in Russia tutti i dati dei cittadini russi (in molti hanno detto che la legge limiterà la libertà di espressione nel paese e che sia stata approvata per rafforzare la censura). Google, a quanto risulta, non possiede server in Russia: le attività della società nel paese rischiano così tra poco meno di un mese di diventare illegali.

Chiudendo i suoi uffici russi e trasferendone il personale in altri paesi, sembra che Google intenda mantenere all’interno dell’azienda il suo personale di lingua russa, così da avere qualcuno in grado di far funzionare i servizi in russo anche nel caso di blocco delle attività nel paese. Secondo alcune fonti anonime vicine a Google sentite da diversi giornali russi, la decisione di Google non avrebbe a che fare con alcuna legge in particolare. Google avrebbe deciso di diminuire la sua presenza nel paese a causa del peggioramento delle relazioni della Russia con l’Occidente: in questo modo la società ridurrebbe i danni nel caso di inasprimento ulteriore delle sanzioni. Altre grandi aziende informatiche – e non solo – hanno già abbandonato il paese. Adobe Systems, ad esempio, ha già chiuso tutti i suoi uffici di Mosca.