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  • Domenica 7 dicembre 2014

Albert Einstein e i troll

Praga, 23 novembre 1911

Stimatissima signora Curie,

non rida di me se le scrivo senza avere nulla di ragionevole da dire. Ma sono talmente in collera per le maniere indecenti con cui il pubblico si sta ultimamente interessando a Lei, da sentire di dovere assolutamente dare io sfogo a questo mio sentimento. Ad ogni modo, sono convinto che Lei coerentemente disprezzi questa gentaglia, sia che questa elargisca ossequiosamente stima nei suoi confronti sia che questa tenti di soddisfare il proprio appetito per il sensazionalismo! Mi sento spinto a dirle quanto io sia arrivato ad ammirare il suo ingegno, la sua energia e la sua onestà, e che mi sento fortunato ad aver avuto la possibilità di conoscerla di persona a Bruxelles. Chiunque non appartenga a questa schiera di rettili è certamente felice, ora e anche prima, del fatto che abbiamo tra noi persone come Lei, e anche come Langevin, persone reali rispetto alle quali si prova il privilegio di essere in contatto. Se la gentaglia dovesse continuare a occuparsi di lei, non legga quelle fesserie ma piuttosto le lasci ai rettili per cui sono state prodotte.

Con i miei più amichevoli ossequi a lei, Langevin e Perrin,
cordialmente,
A. Einstein.

P.S. Ho determinato la legge statistica del moto della molecola biatomica nel campo di radiazione di Planck tramite una battuta comica, naturalmente rispettando il vincolo che la struttura del moto segua le leggi della meccanica classica. Tuttavia, la mia speranza che questa legge sia valida nella realtà è molto ridotta.

Albert Einstein in una lettera inviata il 23 novembre 1911 alla fisica e chimica polacca Marie Curie. Questa lettera e migliaia di altri documenti sono stati da poco resi disponibili online in un grande archivio digitale – The Collected Papers of Albert Einstein – curato dall’astrobiologo americano David Grinspoon.

Curie ha vinto un premio Nobel per la fisica nel 1903 e un altro per la chimica nel 1911, per i suoi studi sulle radiazioni e per la scoperta del radio e del polonio. Nonostante la sua popolarità e stima diffuse in ambito accademico, a gennaio del 1911 una sua richiesta per un posto all’Accademia delle scienze di Parigi era stata respinta, probabilmente per il fatto che fosse una donna e che fosse atea, e anche in relazione ad alcune possibili discriminazioni razziali.

Le fesserie a cui Einstein si riferisce riguardano alcune indiscrezioni su una presunta relazione che Curie, da tempo vedova, avrebbe avuto all’epoca con il fisico francese Paul Langevin (separato dalla moglie). Alcuni critici di Curie dissero che lei aveva disonorato il nome del suo defunto marito Pierre Curie.

Albert Einstein è stato il fisico più importante del Ventesimo secolo. Nacque ad Ulm, in Germania, nel 1879. All’inizio della sua carriera, cercò di riconciliare due delle principali teorie fisiche della sua epoca: le leggi della meccanica classica con quelle che riguardavano i campi elettromagnetici. Le sue ricerche lo portarono ad elaborare prima la teoria della relatività ristretta e poi la teoria della relatività generale, che oggi – insieme alla meccanica quantistica – è uno dei due pilastri della fisica. Nel 1921 le sue ricerche gli fecero vincere il premio Nobel per la fisica. Nel 1933, quando Adolf Hitler fu nominato cancelliere, Einstein si trovava negli Stati Uniti. Di origine ebraica, Einstein decise di non ritornare in Germania. Morì a Princeton, in New Jersey, il 18 aprile del 1955.

Foto: Albert Einstein in una fotografia del 3 luglio 1936, scattata a bordo della sua barca sul lago Saranac, nello stato di New York, Stati Uniti.
(AP Photo)