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  • Martedì 25 novembre 2014

Ebola, 6 aggionamenti

L'epidemia non rallenta e la situazione è complicata soprattutto in Sierra Leone, dove gli addetti alle sepolture per protesta hanno lasciato 15 corpi nei pressi dell'ospedale

Il virus ebola è il principale argomento di cui si occupano i quotidiani di martedì, dopo che nelle scorse ore è stato trasportato in Italia dalla Sierra Leone un medico italiano di Emergency risultato positivo ai test per rilevare la presenza del virus. È il primo caso di ebola per il nostro paese e il ministero della Salute ha comunicato di avere preso tutte le precauzioni necessarie per assistere il paziente, ora ricoverato all’ospedale Spallanzani di Roma. In Africa occidentale, intanto, continuano a esserci decine di nuovi casi ogni giorno e le autorità sanitarie faticano a tenere sotto controllo i contagi e a isolare le persone malate.

1. Numeri
Da quando è iniziata l’epidemia di ebola alla fine del 2013, l’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) ha rilevato oltre 15.350 casi in otto paesi. Tra tutte le persone che hanno contratto la malattia, 5.459 sono morte. I dati dell’OMS sono aggiornati alla fine della settimana scorsa ma avere informazioni precise è praticamente impossibile, perché soprattutto nell’Africa occidentale molti nuovi casi si verificano in aree rurali, dove è più difficile effettuare censimenti e isolare le persone malate.

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2. Paesi
Il paese dove è stato registrato il maggior numero di contagi è la Liberia, con quasi 7.100 persone che hanno contratto il virus ebola. In Sierra Leone le persone contagiate sono state finora 6.190, mentre in Guinea ci sono stati 2.047 casi. In misura molto minore, parliamo di decine se non di un caso isolato, ci sono stati casi di ebola in Mali, Nigeria, Senegal, Spagna e Stati Uniti.

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3. Diffusione del virus
La missione di risposta e contrasto a ebola organizzata dalle Nazioni Unite mancherà parte degli obiettivi fissati per il primo dicembre per ridurre la diffusione del virus. La notizia è stata confermata da uno dei responsabili dell’iniziativa e il mancato obiettivo è principalmente dovuto al numero crescente di casi in Sierra Leone. L’ONU aveva fissato lo scorso settembre due obiettivi: avere in cura almeno il 70 per cento dei pazienti e seppellire in sicurezza almeno il 70 per cento dei cadaveri. In quasi tre mesi di lavoro l’impegno è stato mantenuto in alcune aree limitate dell’Africa occidentale, ma è invece lontano dalla realizzazione in molte zone rurali della Sierra Leone.

4. Mali
Lunedì 24 novembre è stato confermato un nuovo caso di ebola in Mali, l’ottavo da quando è iniziata l’epidemia in parte dell’Africa occidentale. Il governo del Mali non ha dato informazioni precise sulle condizioni della persona contagiata né su come abbia contratto il virus. Due giorni prima aveva confermato il settimo caso nel paese. Il governo ha poi confermato che circa 270 persone sono tenute sotto controllo perché potrebbero avere contratto il virus stando in contatto con le persone infette. Degli 8 casi finora riscontrati nel paese, 6 sono morti.

5. Lo sciopero degli addetti alle sepolture in Sierra Leone
In Sierra Leone, il paese dove si continuano a registrare molti nuovi casi, gli addetti incaricati di seppellire i cadaveri delle persone morte per ebola hanno scioperato e protestato nella città di Kenema, una delle più grandi nella parte orientale del paese. Chiedono il pagamento di alcuni arretrati e degli extra promessi dalle autorità sanitarie per la gestione di cadaveri ritenuti “speciali”. In segno di protesta hanno lasciato 15 corpi nei pressi dell’ospedale principale della città: due di questi davanti all’ingresso e, a quanto pare, uno nelle vicinanze dell’ufficio del direttore dell’ospedale. I cadaveri sono stati rimossi ma i lavoratori hanno proseguito lo sciopero. Diversi addetti hanno sospeso le attività e protestato in altri centri medici del paese.

6. E il vaccino?
NewLink Genetics, una piccola azienda statunitense che da tempo lavora allo sviluppo di un vaccino per ebola, ha annunciato di avere raggiunto un accordo con Merck, una delle più grandi aziende farmaceutiche al mondo, per accelerare il processo di ricerca. Il vaccino di NewLink è basato su un virus innocuo per l’uomo modificato geneticamente in modo che contenga parti del virus ebola. Il programma di sperimentazione su volontari negli Stati Uniti, in Europa e in Africa sarà avviato nelle prossime settimane. Altre aziende farmaceutiche come GlaxoSmithKline e Johnson & Johnson sono al lavoro per sviluppare un vaccino per ebola. L’OMS spera che la prima fase di sperimentazione di almeno un vaccino possa essere conclusa entro i primi mesi del 2015, in modo da potere testare il vaccino sulle persone a più alto rischio di essere contagiate nell’Africa occidentale.